Diritti

Boom di minori stranieri non accompagnati in Friuli Venezia Giulia, mancano tutori legali volontari

Dardan viene dal Kosovo, è arrivato a Trieste in pulmino nel 2016 pagando 3000 euro a due connazionali per viaggiare da Belgrado all’Italia con altri 5 ragazzi kosovari, tutti minorenni. Ha da poco compiuto 18 anni e spera di finire la scuola, un istituto di termo idraulica, per trovare lavoro subito dopo. Solo così può sperare di restare in Italia. Amjal, nome di fantasia, è invece ancora minorenne del Pakistan e invece racconta di una storia violenta e di una zia che lo salva vendendo dei terreni per pagare il viaggio. Lui ci ha messo un anno ad arrivare passando di trafficante in trafficante e lavorando per sei mesi in Grecia negli oliveti. Quando sarà maggiorenne e avrà i documenti a posto pensa di andarsene da Trieste, probabilmente a Roma dove la comunità pakistana è più grande.
Dardan e Amjal sono due dei tanti minori stranieri non accompagnati arrivati in Friuli Venezia Giulia. A Trieste nel 2018 sono arrivati in 588, il numero più alto di sempre. Le prime due nazionalità presenti sono Kosovo e Pakistan che rappresentano il 60% del totale.

“Proprio a causa di questo incremento – spiega Marcello Bergamini, assistente sociale del Comune di Trieste – abbiamo messo su un centro di pronta accoglienza attivo 24 ore su 24 dove i minori vengono inviati dalla Questura e dopo un giorno vengono distribuiti nelle comunità per minori convenzionate con il comune di Trieste che sono 18 in tutta la regione”.
Le stime che riporta Bergamini di ingressi sono alte. “Nei momenti caldi anche di 200 persone al giorno che entrano”. E nei periodi come l’inverno ci sono comunque arrivi di minori? “Almeno un ingresso al giorno c’è”.

Il centro di pronta accoglienza di Trieste è la Casa dello studente Slovena Srečka Kosovela, frequentata dagli studenti della minoranza slovena triestina, dalle elementari al liceo, che dal 1992 ha iniziato a ospitare anche minori stranieri non accompagnati “Allora arrivavano minori anche tedeschi” racconta il direttore dello studentato, Gorazd Pucnik, “ma ora arrivano principalmente kosovari, afghani, pakistani, bengalesi e questo vale per l’80% degli arrivi”.