A un mese dall'ultimo decesso di un minorenne, Taranto scende in piazza per ricordare tutte le vittime di malattie riconducibili all'inquinamento. In migliaia hanno sfilato per le vie della città in silenzio: "Tutto l'acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino". Peacelink diffonde dati Arpa Puglia delle emissioni inquinanti: a gennaio-febbraio aumento del 195% degli Ipa, 150% di benzene, 111% di idrogeno solforato
Una fiaccolata silenziosa, le croci bianche al centro del corteo, i negozi aperti ma con le luci spente, le facce con i nomi dei bimbi morti e le scritte “Io dovevo vivere” e “Tutto l’acciaio del mondo non vale la vita di un solo bambino”. Ci sono i volti di Siria e Lorenzo, 4 anni, Ambra di 6 e Alessandro di 16: colpiti da neuroblastomi, fibrosi e tumore al cervello. A un mese dalla morte di Giorgio Di Ponzio, il ragazzo di 15 anni morto dopo tre anni di lotta contro un sarcoma, Taranto scende in piazza, guidata dai genitori che si considerano “orfani”, per ricordare tutte le vittime di malattie riconducibili all’inquinamento.
In migliaia hanno sfilato per le vie della città in silenzio, a poche ore da quando Peacelink ha diffuso gli ultimi dati delle emissioni inquinanti dell’ex Ilva, ora gestita da ArcelorMittal. Numeri drammatici, raccolti da Arpa Puglia nella centralina della cokeria del siderurgico a gennaio-febbraio, che raccontano di un incremento del 195 per cento degli Ipa, 150% di benzene, 111% di idrogeno solforato e di incrementi superiori al 20% per Pm10 e Pm2,5 rispetto agli stessi mesi del 2018.
Mentre Luigi Di Maio, quando firmò l’accordo con il colosso europeo dell’acciaio per la cessione degli impianti, ricorda Peacelink, aveva detto: “Abbiamo installato tecnologie a Taranto che riducono del 20% le emissioni nocive”. I fatti, denuncia l’associazione ambientalista ricordando come nelle scorse settimane si sia aperto anche il fronte delle collinette anti-inquinamento davanti al quartiere Tamburi, “dimostrano l’esatto contrario”.
Così nella città in cui il M5s aveva promesso la chiusura delle fonti inquinanti e ora non ha più rappresentanti in Consiglio comunale – con l’ex operaio Ilva Massimo Battista che ha abbandonato il gruppo e il candidato sindaco nel 2017, Francesco Nevoli, che ha rassegnato le dimissioni nelle scorse settimane – i cittadini tornano in strada in autonomia, anche se il governatore Michele Emiliano ha partecipato alla fiaccolata. Alla vigilia della manifestazione, gli organizzatori avevano spiegato che non sarebbe stata gradita la presenza dei rappresentanti di partiti politici, sindacati e istituzioni, ritenuti “complici” dell’emergenza ambientale e sanitaria a Taranto, dove oggi il sindaco Rinaldo Melucci ha proclamato un lutto cittadino simbolico.
Una protesta che si è riaccesa dopo la pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla mancata tutela della salute da parte dello Stato e la richiesta avanzata dal giudice Benedetto Ruberto alla Consulta di pronunciarsi sulla legittimità costituzionale dell’immunità penale, garantita dai governi precedenti a Ilva in amministrazione straordinaria e confermata dall’attuale esecutivo ad ArcelorMittal.