La decisione dei vertici di ArcelorMittal Italia, la società che ha acquisito gli stabilimenti di Ilva, di esporre le bandiere a mezz'asta all'ingresso del siderurgico di Taranto nel giorno della marcia in memoria dei bimbi morti per il cancro e di tutte le vittime di malattie connesse all'inquinamento, ha suscitato indignazione e irritazione in Rete. Il padre di uno dei bimbi morti: "Vicinanza? Tornatevene da dove siete venuti"
“E vi sentite a posto con la coscienza? Secondo voi, basta una bandiera a mezz’asta? I fatti ci vogliono, di chiacchiere siamo strapieni!”. “Il silenzio era nettamente meglio”. “Cancellate il post che fate più bella figura…”. La decisione dei vertici di ArcelorMittal Italia, la società che ha acquisito gli stabilimenti di Ilva, di esporre le bandiere a mezz’asta all’ingresso del siderurgico di Taranto nel giorno della marcia in memoria dei bimbi morti per il cancro e di tutte le vittime di malattie connesse all’inquinamento, ha suscitato indignazione e irritazione in Rete.
L’azienda ha infatti deciso di postare su Facebook la foto delle bandiere, accompagnando lo scatto dalla spiegazione del gesto: “Per esprimere la nostra vicinanza alla comunità di Taranto, in ricordo di Giorgio Di Ponzio e dei giovani tarantini scomparsi, oggi abbiamo esposto a mezz’asta le bandiere dello stabilimento di Taranto e invitato i colleghi a unirsi al lutto cittadino proclamato dal Comune”, si legge su Facebook a poche ore dalla partenza per le vie della città della manifestazione per ricordare il ragazzo tarantino scomparso tre settimane fa dopo aver lottato per anni contro un sarcoma.
Sotto il post sono comparse decine di commenti (non tutti visibili…) e altre decine di utenti hanno deciso di condividere lo status commentandolo in maniera indignata. C’è chi scrive che ArcelorMittal si è spinta “oltre il ridicolo”, mentre Armando Feola prova a spiegare la faccenda con black humor: “Finalmente si fa qualcosa contro l’inquinamento. È dimostrato che le bandiere a mezz’asta puliscono le coscienze del 45%”.
Altri, come Vito Leone, hanno invece chiesto un gesto ancora più forte: “Fermare lo stabilimento no eh?”. Tra coloro che hanno condiviso il post c’è anche Mauro Zaratta, papà del piccolo Lorenzo, morto a 5 anni nel 2014 per un tumore al cervello: “Cara ArcelorMittal Italia, se vuoi mostrare la tua vicinanza alla comunità di Taranto in ricordo del piccolo Giorgio Di Ponzio e dei giovani tarantini scomparsi, spegni tutto e torna da dove sei venuto. Cordialmente, il padre di uno dei giovani tarantini”.