Mercoledì scorso Edith stava percorrendo la solita a strada per tornare a casa da lavoro. Secondo il suo racconto, è stata aggredita per il solo fatto di aver chiesto "permesso" per passare sul marciapiede. "Torna al tuo Paese", le hanno gridato prima di colpirla e rubarle il cellulare. Ora al fatto.it dice: "Sono qui da 30 anni, mio marito e mio figlio sono italiani. Da qualche mese qualcosa è cambiato”
Sono passate da poco le 19. Edith, ivoriana di 47 anni, sta percorrendo il sottopasso che dal centro di Bari porta dall’altra parte della città. Ha da poco terminato di lavorare in stazione e sta raggiungendo la sua abitazione. Una strada che la donna percorre abitualmente. Mercoledì scorso, come raccontato dall’emittente televisiva Telebari, Edith incrocia un gruppo di cinque o sei donne, dai 25 ai 50 anni. Chiede permesso per poter passare ma nessuna di loro si sposta. Lei scende dal marciapiede e le supera. “Permesso, permesso un c…o”, dice una di loro. Poi Edith viene colpita al volto. Il gruppo di donne si stringe attorno a lei. Una di loro dice: “Vattene da qua, torna al tuo Paese”. La 47enne cerca di chiamare la polizia ma mentre è al telefono, viene colpita con calci e pugni da ognuna di loro: al branco – secondo quanto la vittima racconterà ai carabinieri – si aggiungono due uomini che la colpiscono ancora e le portano via il telefono. A quel punto un testimone fa allontanare gli aggressori e chiama carabinieri e 118.
Ma per Edith la brutta giornata non finisce qui: uno dei soccorritori del 118, una donna, avrebbe iniziato a farle domande sull’accaduto, chiedendole se fosse stata derubata. Edith risponde di sì e aggiunge anche che l’origine dell’aggressione era stata di chiara matrice razziale. A quel punto la soccorritrice avrebbe iniziato a mettere in dubbio la sua versione dei fatti, accusandola di voler approfittare della situazione per poter usufruire dell’infortunio al lavoro. Una volta arrivati in ospedale, rivolgendosi ai medici, la soccorritrice sarebbe andata giù pesante: “Questa signora non ha niente, vuole solo restare a casa per qualche giorno”.
“È stata questa la cosa che mi ha fatto più male”, racconta Edith a ilfattoquotidiano.it. E sull’aggressione aggiunge: “Sono a Bari da trent’anni, mio marito è italiano, mio figlio anche. Questa città mi ha sempre accolto a braccia aperte, ma da qualche mese qualcosa è cambiato”. E ancora: “Chi non ha il colore della mia pelle non può capire. Ogni giorno molti di noi sono vittime di piccoli episodi di razzismo ma ingoiamo il rospo e andiamo avanti. Essere aggredita, però, da un gruppo di donne con quella violenza, è stato decisamente troppo”. Edith punta il dito contro il vicepremier della Lega: “Se Matteo Salvini sventola la bandiera del razzismo, chi prima era razzista ma aveva paura a farlo vedere, adesso non ha più timore e aggredisce pensando di non essere mai punito”, conclude.
Sull’accaduto indagano i carabinieri che stanno sentendo persone e verificando, se nella zona dell’aggressione, ci siano telecamere le cui immagini potrebbero confermare il racconto dell’ivoriana e identificare gli aggressori. I carabinieri hanno raccolto la denuncia della vittima e l’hanno trasmessa in Procura. Indagini in corso anche da parte della Direzione sanitaria per verificare se i fatti sono andati davvero come raccontato dalla donna.