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Drupi dopo la fiction su Mia Martini: “C’è un limite all’ipocrisia dei brutti stronzi che vantano amicizie immaginarie. All’epoca tutti la schifavano”

Il cantante si è sfogato con il settimanale Oggi

C’è un limite all’ipocrisia dei brutti stronzi che vantano amicizie immaginarie. Ormai è pieno”. Parole di Drupi che dice di non sopportare il codazzo di “amici” che dopo la messa in onda della fiction su Mia Martini si sono subito prodigati per manifestare affetto e vicinanza. Sono parole che il cantante affida alle pagine del settimanale Oggi: “Ora tutti la conoscevano, tutti le erano amici. E cavalcano l’onda. Quando a frotte all’epoca, nell’ambiente, la schifavano: entrava in sala di registrazione e si toccavano gli attributi per fare gli scongiuri, oppure la chiamavano “L’Innominabile”. Forse dovrei tacere per non fare anche io la figura di quello che… Ma è uno sfogo d’istinto che le devo”. Lo sfogo, raccolto da Franco Bagnasco, non finisce qui perché Drupi deve proprio a Mimì gli inizi della sua carriera: “Era il 1973. Io, agli inizi, sconosciuto, bazzicavo la Ricordi a Milano, ma stavo quasi per mollare il colpo. Mia all’epoca era la regina dell’etichetta. Un giorno mi chiesero di incidere il provino del pezzo che lei avrebbe dovuto portare a Sanremo: Vado via di Riccardi-Albertelli. Alla fine però non se la sentì di andare e i discografici mi dissero: ‘Perché non ci mandiamo quel ragazzino che ha fatto il provino?'”