Risale al 15 febbraio la comunicazione dell’Agenzia del Demanio con avviso a Corona di lasciare quella casa vicino a Corso Como "entro 120 giorni", perché non ha titolo per abitarci, in quanto l'abitazione è stata confiscata (era intestata "fittiziamente" a un suo collaboratore) su decisione della Sezione misure di prevenzione, presieduta da Fabio Roia, già lo scorso aprile e dunque ora appartiene allo Stato
Fabrizio Corona deve lasciare la casa di Via De Cristoforis, a Milano, entro 120 giorni. Siamo in piena movida milanese, a due passi da Corso Como, e l’appartamento era già stato confiscato quasi un anno fa dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese. Risale infatti al 15 febbraio la comunicazione dell’Agenzia del Demanio con avviso a Corona di lasciare quella casa “entro 120 giorni”, perché non ha titolo per abitarci, in quanto l’abitazione è stata confiscata (era intestata “fittiziamente” a un suo collaboratore) su decisione della Sezione misure di prevenzione, presieduta da Fabio Roia, già lo scorso aprile e dunque ora appartiene allo Stato.
Lo scorso 30 novembre il Tribunale di Sorveglianza, confermando l’affidamento terapeutico per dipendenza dalla cocaina per l’ex agente fotografico, aveva continuato ad indicare come sua dimora quella casa di via De Cristoforis già confiscata. La Procura generale, dal canto suo, nelle scorse settimane ha depositato ai giudici della Sorveglianza un’altra richiesta di revoca dell’affidamento, facendo notare, tra le altre cose, che l’ex ‘re dei paparazzi’, malgrado si debba curare dalla dipendenza dalla droga, è andato lo scorso dicembre nel ‘boschetto della droga’ di Rogoredo, alla periferia sud di Milano, a fare “l’agente provocatore”, a fingere di acquistare stupefacenti per una trasmissione televisiva. E ciò malgrado tra le prescrizioni del suo programma ci sia il divieto di frequentare tossicodipendenti.
L’udienza davanti alla Sorveglianza per decidere sulla revoca o meno non è ancora stata fissata, così come non è stata fissata ancora l’udienza in Cassazione. Alla Suprema Corte, infatti, sempre l’Avvocato generale Nunzia Gatto ha fatto ricorso contro la conferma dell’affidamento. Inoltre, negli atti arrivati alla Procura generale di recente c’è anche una relazione dei carabinieri che nei giorni scorsi hanno denunciato un 44enne, ritento un collaboratore di Corona (lui ha negato che lo sia) per possesso di una pistola, e per la ricettazione dell’arma rubata a Napoli nel 2010, mentre si trovava nel ‘boschetto della drogà dove è stato anche aggredito durante le riprese di un servizio. Anche l’ex ‘re dei paparazzi’ il 13 febbraio scorso era di nuovo a Rogoredo per realizzare un nuovo video sulla piazza di spaccio.