“Io ora sono un uomo vulnerabile, spero migliore di prima. L’esperienza che ho vissuto mi ha insegnato molto, ne avrei fatto volentieri a meno ma mi sono impegnato mentalmente e fisicamente. Grazie all’aiuto delle persone vicine è andata bene. A proposito del cancro voglio dire che sto bene. Non è stato facile, anche se ho ancora molto da fare. Mi sto preparando meglio di quando giocavo a calcio, quindi credo che dovrete sopportarmi ancora a lungo”, Gianluca Vialli è tornato a parlare del cancro contro il quale sta lottando da alcuni mesi.
Il calciatore aveva reso pubblica la sua malattia, parlando dell’intervento chirurgico e dei cicli di chemioterapia e radioterapia che aveva affrontato. Nel corso della cerimonia di premiazione della 13° edizione del premio “Il Bello del Calcio“, in ricordo di Giacinto Facchetti, ha scherzato con i presenti: “Quando mi hanno comunicato che volevano premiarmi ero molto sorpreso, quasi scioccato. Io il bello del calcio? A me hanno sempre detto al massimo che ero simpatico. Poi ho visto che avevano dato il premio anche a Zola e mi sono detto “beh allora lo posso vincere anche io.”
“Accetto con umiltà e orgoglio questo premio. So come è andata la scelta, siete stati lì con i foglietti a decidere e avete detto ‘Diamolo a Vialli quest’anno perché magari l’anno prossimo sarà troppo tardi‘. Penso a mamma e papà non posso commuovermi, non voglio farli emozionare troppo”, ha aggiunto l’ex calciatore tra i sorrisi e la commozione dei presenti in sala. La passione per il pallone ha segnato totalmente la vita del ragazzo partito da Cremona: “Io mi sono innamorato del calcio da piccolissimo, è passato un pallone e l’ ho colpito. Ho giocato presto alla Cremonese, di cui ero innamorato. Il calcio mi ha dato tutto, mi ha permesso di comprare una Golf cabriolet sabbia chiara metallizzata con cui andavo a fare il figo per Cremona. Grazie al calcio ho perso la verginità e fatto sesso per la prima volta, non credo che altrimenti sarebbe successo. Poi nella vita le cose succedono o meno, secondo quello che decidono le stelle.”
Sul palco dell’evento ha poi ricordato un episodio che gli ha cambiato la vita: “Io stavo firmando per i Rangers di Glasgow, all’ultimo giorno il Chelsea cambiò allenatore e mi chiamò per giocare da loro. Così sono andato a Londra, ho vinto un sacco di trofei, ho conosciuto mia moglie e ho avuto due figlie fantastiche, con cui ho capito che cos’è l’amore incondizionato.”