La revoca "per la totale insussistenza delle esigenze cautelari" era stata chiesta ieri pomeriggio dall’avvocato Federico Bagattini, difensore dei coniugi, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, Angela Fantechi
La Procura di Firenze ha dato parere negativo alla revoca degli arresti domiciliari per Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo Renzi. La revoca degli arresti domiciliari “per la totale insussistenza delle esigenze cautelari” era stata chiesta ieri pomeriggio dall’avvocato Federico Bagattini, difensore dei coniugi, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, Angela Fantechi.
Nel provvedimento del gip che ha disposto gli arresti domiciliari per Renzi senior e Laura Bovoli, eseguito lunedì 18 febbraio, si motivavano gli arresti domiciliari con “il pericolo di reiterazione del reato” ipotizzando il rischio che la società Eventi6 “si possa avvalere di altre cooperative“. “Questo rischio evidentemente si azzera nel momento stesso in cui si dismette la carica di amministratore della società Eventi6 e nel momento stesso nel quale il maggior cliente di Eventi6 ha disdettato il contratto il 31 dicembre 2018; cioè quel contratto che veniva eseguito da parte della cooperativa Marmodiv srl “non c’è più”, ha spiegato ieri sera l’avvocato Federico Bagattini ai giornalisti al termine dell’interrogatorio di garanzia dei suoi due assistiti. Durante l’interrogatorio i due coniugi, indagati per bancarotta fraudolenta e false fatturazioni, hanno dichiarato di essere due pensionati.
Nei rispettivi interrogatori prima Laura Bovoli, per circa due ore e mezzo, poi il marito Tiziano (che aveva atteso il suo turno in una stanza separata del tribunale), fino a sera, avrebbero chiarito al gip le accuse di bancarotta e fatture fittizie relative a società cooperative di cui, secondo gli inquirenti, avevano il controllo tramite persone ‘di fiducià. Peraltro, ha spiegato uno dei legali, la contestazione dell’illecito “non ammonta a 700.000 euro” ma “eventualmente è di 250.000 euro più Iva. Qualcuno ha sbagliato a fare le operazioni aritmetiche“, ha detto l’avvocato Bagattini. Abbiamo chiesto la revoca dei domiciliari vista l’insussistenza della misura cautelare” aveva affermato ancora lo stesso difensore, aggiungendo che “è stata una mezza maratona, gli argomenti cui rispondere erano numerosi” e che “non ci sono stati momenti di attrito o di tensione” ma “abbiamo trovato una signorilità che di solito non si trova negli interrogatori”. Sull’istanza di revoca dopo il parere della Procura il gip ha cinque giorni per decidere.