Fotografie migliori che in passato, prestazioni fluide e schermo di buona qualità sono le prime impressioni che abbiamo avuto maneggiando per qualche ora il nuovo top di gamma Xiaomi Mi 9. Il rivestimento esterno però è scivoloso e trattiene le ditate, quindi bisogna usare la cover in dotazione.
Dal 28 febbraio sarà possibile acquistare lo Xiaomi Mi 9, il nuovo smartphone al top di gamma che l’azienda cinese ha presentato al Mobile World Congress 2019 in corso a Barcellona. In Italia i prezzi sono di 449,90 euro per la versione con 6 Gigabyte di memoria RAM e 64 Gigabyte di spazio di archiviazione, e di 529,90 euro per l’allestimento con 128 Gigabyte di spazio di archiviazione. Listini aggressivi se si pensa alle quotazioni medie dei top di gamma, sintomo della volontà del produttore di conquistare velocemente quote di mercato. Ma vale davvero la pena fare questo acquisto? Per rispondere vi proponiamo la nostra anteprima, ossia le prime impressioni che ci ha fatto il Mi 9 dopo averlo maneggiato per qualche ora.
Parliamo di un prodotto che pesa 173 grammi e ha dimensioni di 157,5 x 74,67 x 7,61 mm, misure dettate per lo più dal grande schermo da 6,39 pollici. Le novità principali sono due: la grande attenzione alla qualità fotografica nel tentativo di colmare il divario con i concorrenti, e l’integrazione del lettore di impronte digitali sotto allo schermo.
Il nostro giudizio temporaneo, in attesa dei test approfonditi, è che questo smartphone sembra veloce, con uno schermo di qualità e una resa fotografica migliore che in passato. Il rivestimento esterno è d’effetto, ma trattiene le ditate e risulta scivoloso. Non abbiamo ancora elementi per valutare l’autonomia.
Partiamo proprio dalla fotografia. Il Mi 9 è il primo smartphone Xiaomi a montare una tripla fotocamera posteriore. Il sensore principale è prodotto da Sony ed è da 48 megapixel, il secondo è un grandangolare da 16 MP, il terzo un teleobiettivo da 12 MP. La fotocamera frontale (per i selfie e le videochiamate) è da 20 MP. All’elaborazione delle foto concorre l’intelligenza artificiale. Una soluzione che Huawei adotta già da tempo con buoni risultati. I primi scatti che abbiamo fatto, peraltro in notturna e con luce artificiale, ci hanno impressionato in senso positivo. Xiaomi è storicamente un passo indietro rispetto alla concorrenza in ambito fotografico, questa volta sembra che il gap si sia ridotto. È prematuro dare un giudizio definitivo, ma la sensazione è che l’azienda cinese abbia lavorato bene.
La differenza maggiore rispetto al passato si nota nel livello di dettaglio anche con poca luce, e nell’effetto bokeh che pare convincente. Inoltre, il sensore da 48 Megapixel offre potenzialmente una grande versatilità di utilizzo. Discorso analogo per la fotocamera frontale da 20 Megapixel. Si possono registrare video fino alla risoluzione 4K a 30 frame per secondo (anche se ci saremmo aspettati il supporto ai 60 fps), e la possibilità di fare dei super slow-motion a 960 fps, con risoluzione massima Full HD (1.920 x 1.080 pixel).
Lo schermo Super AMOLED da 6,39 pollici prodotto da Samsung sembra di buon livello, anche per quanto riguarda la visibilità all’aperto, che era il punto debole del display del predecessore. La risoluzione di 2.340 x 1.080 pixel è adeguata alle aspettative e la protezione con vetro Gorilla Glass 6 dovrebbe garantire resistenza a urti, graffi e cadute accidentali. Il sensore per le impronte digitali è posizionato sotto lo schermo.
Da un punto di vista estetico non siamo di fronte a un design particolarmente originale. La parte frontale è occupata quasi interamente dallo schermo, che non ha il foro proposto da altri concorrenti, Xiaomi ha preferito mantenere il notch, a cui ha dato la forma a goccia che abbiamo già visto in tanti altri smartphone. La copertura posteriore è realizzata in vetro con una doppia curvatura. Le ditate restano bene impresse e lo smartphone risulta un po’ scivoloso, ecco perché sarà utile la cover in silicone inclusa nella confezione.
Abbiamo inoltre notato che la tripla fotocamera sporge un po’: maneggiando il telefono non dà fastidio, ma se lo si appoggia su un piano è instabile. Anche in questo caso il problema si risolve con l’indispensabile cover.
Dopo avere usato il Mi 9 per qualche ora abbiamo avuto la sensazione di trovarci difronte a un sistema particolarmente fluido. Del resto il processore in dotazione è lo Snapdragon 855 di Qualcomm, che in questo caso può toccare i 2,84 GHz di frequenza massima. Nel Mi 9 è accoppiato a 6 Gigabyte di memoria RAM e, considerando l’ottimizzazione tipica di Xiaomi, è lecito attendersi prestazioni elevate. Per un giudizio più preciso bisognerà attendere i test approfonditi.
L’interesse verso il Mi 9 è tale che a poche ore dall’annuncio hanno iniziato a circolare in Internet le prime immagini degli interni, grazie allo smontaggio operato dall’utente Van Teng (@Thomas). Le foto sono state pubblicate sul social newtwork cinese Weibo e ne riportiamo due per soddisfare la curiosità.
Nella prima vediamo la parte retrostante, con la batteria nella parte bassa, il modulo fotografico con i tre sensori posizionati in alto a sinistra. A destra ci sono l’antenna NFC e la bobina per la ricarica wireless da 20W. Da notare i tre sensori che, disposti in questo modo, agevolano le riparazioni in caso di guasti.
Nella seconda immagine ci sono invece il processore Qualcomm, la memoria RAM e la memoria interna da 128 GB. Anche in questo caso tutti i componenti sono agevolmente accessibili in caso di riparazioni.