Chi vive con un cane, prima o poi, si sente chiedere: “Che razza è?”. Spesso, nella risposta, un velo di imbarazzo, quasi fosse dispregiativo affermare di avere un meticcio. È meno prezioso di un cane di razza? Ma cosa sono le razze? Che senso ha commercializzare un essere vivente? E che meccanismi regolano la selezione degli esemplari venduti? Consapevolmente o meno, siamo disposti a sborsare tanto pur di avere l’ennesimo “accessorio”, l’oggetto transizionale che soddisfa il nostro bisogno narcisistico! Gli animali pagano un prezzo altissimo, ma non parlando, non possono difendersi. Lo ha fatto, allora, il veterinario Massimo Raviola, con un libro: Che razza di bastardo.
“Negli anni, mi sono reso conto che gran parte del mio lavoro era legato a patologie considerate dai medici umani, malattie rare od occasionali che ricoprono nella medicina, percentuali spesso infinitesimali, mentre per noi veterinari sono pane quotidiano. Tra scomode riflessioni, sono arrivato alla stesura del libro”. Quali sofferenze vengono inflitte in nome della purezza della razza? Alcune malattie che riscontriamo nei cani non sono accidentali o infortuni imprevisti, ma il risultato dei metodi di selezione che l’uomo ha imposto ai cani per la creazione e il mantenimento della razza. “Con la selezione razziale stiamo ottenendo una diminuzione sempre maggiore della diversità genetica all’interno della specie, perché si procede via via creando linee di sangue con patrimonio genetico praticamente uguale, eliminando appunto quella variabilità che è fondamentale per la sopravvivenza in salute di una specie animale: la variabilità crea individui tutti diversi, le razze prevedono animali praticamente identici. Se l’eugenetica condotta con selezione artificiale e accoppiamenti tra individui molto vicini geneticamente, con il preciso scopo di selezionare determinate caratteristiche somatiche ed estetiche, è stata aborrita in campo umano, come mai è largamente e tranquillamente accettata sugli animali, e più specificatamente sui cani, specie per la quale vi sono oramai spinte quasi solo estetiche?.”
Abbiamo creato delle fabbriche delle razze che sfornano Ogm, seguendo una logica seriale e industriale, per soddisfare i clienti che scelgono il compagno non umano come fosse un oggetto da sfoggiare, una macchina, un vestito, perché ha il muso buffo. Nessuno però dice il prezzo che il cane paga in salute e noi in spese mediche per quel musetto buffo! “Il fatto stesso di produrre cuccioli con un sistema para-industriale nega alla base il concetto di dignità di essere vivente, relegando l’animale allo status di ‘merce’. Il proprietario vede un ‘prodotto finito’, infiocchettato e reso desiderabile, ma non gli si rende noto come si è giunti a quel ‘prodotto’ e, soprattutto, non lo si aiuta a comprendere che avrà esigenze e diritti”. Quante persone davvero sanno chi è il proprio cane/gatto?
Non è rilevante sapere che fine fanno i cani invenduti, se arrivano da traffici illegali, se morti prematuramente o precocemente eliminati perché “fallati“. Poco importa se, per essere classificati come cani di razza, “l’unica reale possibilità è la stretta e feroce consanguineità definita scientificamente inbreeding, che puntualmente e tragicamente si porta appresso in altissime percentuali l’omozigosi, ovvero esalta nei futuri nati la presenza di geni portatori di difetti non di rado assai gravi (e in alcuni casi, il difetto è proprio la caratteristica ricercata!)”.
Le patologie ad oggi direttamente ricollegabili a difetti congeniti delle razze sono circa quattrocento. Organizzazioni scientifiche e universitarie hanno creato dei database in cui sono catalogate minuziosamente razza per razza tutte le patologie genetiche. “I medici veterinari quando si apprestano a visitare un animale di una determinata razza sanno a priori, di avere un’altissima probabilità di riscontrate una serie di patologie congenite ed ereditarie severe. La fabbrica delle razze ha standardizzato dei ‘difetti‘, che non vengono visti come tali, anomalie che riguardano tutti gli esemplari di quel tipo, perversamente trasformate in ‘caratteristiche’ di razza”.
Ho posto allora al dottore Raviola i miei dubbi: “Cosa fa per combattere questa realtà che denuncia, dal momento che è ancora a tutti gli effetti dentro il sistema, svolgendo la sua professione? Quale aspettative? Potrebbe essere accusato di farsi pubblicità o di non coerenza”.
“Per cambiare le cose o almeno provarci, è necessario starci dentro. Io, negli anni, ho fatto drastici cambiamenti nella mia attività, proprio legati all’evoluzione di questo mio pensiero sfociato nel libro. Da almeno 15 anni ho interrotto qualsiasi tipo di collaborazione con allevatori e negozianti di cuccioli; i miei colleghi possono confermarle l’interessante introito garantito da tali collaborazioni, flussi continui di cuccioli e quindi nuovi clienti paganti. Anni prima che in Italia venissero vietate per legge le mutilazioni estetiche (taglio coda e orecchie), comunicai a tutti che, nella mia clinica, ci rifiutavamo categoricamente di eseguirle, con conseguente perdita economica, a favore di quei colleghi che hanno continuato a farle. Per ultimo, nonostante, io abbia preso le abilitazioni ad effettuare visite e indagini diagnostiche ufficiali, per le patologie ereditarie negli animali di razza (che sono peraltro un’interessante fonte di reddito), non le eseguo più, in quanto le considero assolutamente inutili a perseguire l’obiettivo che si sarebbero proposte, ovvero l’eradicazione di tali patologie. Mi aspetto che si cominci a problematizzare la questione della selezione di razza”.
“Oggi, per quasi tutti, veterinari e proprietari, il concetto di razze è accettato come un dato di fatto, come una realtà inoppugnabile. La storia ci insegna molto bene che di verità simili, smentite poi clamorosamente dai fatti e dall’evoluzione culturale, sono lastricati i secoli. Cento anni fa era una verità insindacabile che le donne non potessero avere diritto di voto. Riguardo all’aver scritto il libro per farmi pubblicità, non saprei cosa rispondere. Occuparmi di animali da compagnia è il mio lavoro da oltre 25 anni, su cosa altro avrei potuto scrivere un saggio, se non su un argomento di cui ho competenza? In quanto alla non coerenza, al fatto che ancora io curi animali di razza, direi che è un problema che non esiste. Perché dovrei rifiutare le mie cure a un cane/gatto? Per la mia etica di medico, non ci sono cani di razza e cani bastardi, ci sono solo cani, tutti con pari dignità e diritto al benessere. Il fatto che ad alcuni esseri umani piaccia definire un cane di razza e un altro meticcio è un problema loro, né mio, né del cane. Io non sono contro i cani di razza, ma contro il razzismo… la differenza è fondamentale”.
Tutti hanno un tornaconto economico: allevatori, trafficanti, negozianti e veterinari! A pagare sono sempre i protagonisti di questa storia, gli animali, ma anche l’anello finale della catena produttiva, l’acquirente, in termini economici e affettivi. Cosa possiamo fare per eludere il sistema? Adottare cani e gatti! Guardiamoli negli occhi e facciamoci scegliere!
Tamara Mastroiaco
Giornalista, speaker e dj. Attivista per l'ambiente e gli animali
Ambiente & Veleni - 27 Febbraio 2019
Cani: niente meticci, li vogliamo perfetti e di razza. Così però a rimetterci è la loro salute
Chi vive con un cane, prima o poi, si sente chiedere: “Che razza è?”. Spesso, nella risposta, un velo di imbarazzo, quasi fosse dispregiativo affermare di avere un meticcio. È meno prezioso di un cane di razza? Ma cosa sono le razze? Che senso ha commercializzare un essere vivente? E che meccanismi regolano la selezione degli esemplari venduti? Consapevolmente o meno, siamo disposti a sborsare tanto pur di avere l’ennesimo “accessorio”, l’oggetto transizionale che soddisfa il nostro bisogno narcisistico! Gli animali pagano un prezzo altissimo, ma non parlando, non possono difendersi. Lo ha fatto, allora, il veterinario Massimo Raviola, con un libro: Che razza di bastardo.
CHE RAZZA DI BASTARDO: Cani gatti e maltrattamento genetico
Acquista su Amazon“Negli anni, mi sono reso conto che gran parte del mio lavoro era legato a patologie considerate dai medici umani, malattie rare od occasionali che ricoprono nella medicina, percentuali spesso infinitesimali, mentre per noi veterinari sono pane quotidiano. Tra scomode riflessioni, sono arrivato alla stesura del libro”. Quali sofferenze vengono inflitte in nome della purezza della razza? Alcune malattie che riscontriamo nei cani non sono accidentali o infortuni imprevisti, ma il risultato dei metodi di selezione che l’uomo ha imposto ai cani per la creazione e il mantenimento della razza. “Con la selezione razziale stiamo ottenendo una diminuzione sempre maggiore della diversità genetica all’interno della specie, perché si procede via via creando linee di sangue con patrimonio genetico praticamente uguale, eliminando appunto quella variabilità che è fondamentale per la sopravvivenza in salute di una specie animale: la variabilità crea individui tutti diversi, le razze prevedono animali praticamente identici. Se l’eugenetica condotta con selezione artificiale e accoppiamenti tra individui molto vicini geneticamente, con il preciso scopo di selezionare determinate caratteristiche somatiche ed estetiche, è stata aborrita in campo umano, come mai è largamente e tranquillamente accettata sugli animali, e più specificatamente sui cani, specie per la quale vi sono oramai spinte quasi solo estetiche?.”
Abbiamo creato delle fabbriche delle razze che sfornano Ogm, seguendo una logica seriale e industriale, per soddisfare i clienti che scelgono il compagno non umano come fosse un oggetto da sfoggiare, una macchina, un vestito, perché ha il muso buffo. Nessuno però dice il prezzo che il cane paga in salute e noi in spese mediche per quel musetto buffo! “Il fatto stesso di produrre cuccioli con un sistema para-industriale nega alla base il concetto di dignità di essere vivente, relegando l’animale allo status di ‘merce’. Il proprietario vede un ‘prodotto finito’, infiocchettato e reso desiderabile, ma non gli si rende noto come si è giunti a quel ‘prodotto’ e, soprattutto, non lo si aiuta a comprendere che avrà esigenze e diritti”. Quante persone davvero sanno chi è il proprio cane/gatto?
Non è rilevante sapere che fine fanno i cani invenduti, se arrivano da traffici illegali, se morti prematuramente o precocemente eliminati perché “fallati“. Poco importa se, per essere classificati come cani di razza, “l’unica reale possibilità è la stretta e feroce consanguineità definita scientificamente inbreeding, che puntualmente e tragicamente si porta appresso in altissime percentuali l’omozigosi, ovvero esalta nei futuri nati la presenza di geni portatori di difetti non di rado assai gravi (e in alcuni casi, il difetto è proprio la caratteristica ricercata!)”.
Le patologie ad oggi direttamente ricollegabili a difetti congeniti delle razze sono circa quattrocento. Organizzazioni scientifiche e universitarie hanno creato dei database in cui sono catalogate minuziosamente razza per razza tutte le patologie genetiche. “I medici veterinari quando si apprestano a visitare un animale di una determinata razza sanno a priori, di avere un’altissima probabilità di riscontrate una serie di patologie congenite ed ereditarie severe. La fabbrica delle razze ha standardizzato dei ‘difetti‘, che non vengono visti come tali, anomalie che riguardano tutti gli esemplari di quel tipo, perversamente trasformate in ‘caratteristiche’ di razza”.
Ho posto allora al dottore Raviola i miei dubbi: “Cosa fa per combattere questa realtà che denuncia, dal momento che è ancora a tutti gli effetti dentro il sistema, svolgendo la sua professione? Quale aspettative? Potrebbe essere accusato di farsi pubblicità o di non coerenza”.
“Per cambiare le cose o almeno provarci, è necessario starci dentro. Io, negli anni, ho fatto drastici cambiamenti nella mia attività, proprio legati all’evoluzione di questo mio pensiero sfociato nel libro. Da almeno 15 anni ho interrotto qualsiasi tipo di collaborazione con allevatori e negozianti di cuccioli; i miei colleghi possono confermarle l’interessante introito garantito da tali collaborazioni, flussi continui di cuccioli e quindi nuovi clienti paganti. Anni prima che in Italia venissero vietate per legge le mutilazioni estetiche (taglio coda e orecchie), comunicai a tutti che, nella mia clinica, ci rifiutavamo categoricamente di eseguirle, con conseguente perdita economica, a favore di quei colleghi che hanno continuato a farle. Per ultimo, nonostante, io abbia preso le abilitazioni ad effettuare visite e indagini diagnostiche ufficiali, per le patologie ereditarie negli animali di razza (che sono peraltro un’interessante fonte di reddito), non le eseguo più, in quanto le considero assolutamente inutili a perseguire l’obiettivo che si sarebbero proposte, ovvero l’eradicazione di tali patologie. Mi aspetto che si cominci a problematizzare la questione della selezione di razza”.
“Oggi, per quasi tutti, veterinari e proprietari, il concetto di razze è accettato come un dato di fatto, come una realtà inoppugnabile. La storia ci insegna molto bene che di verità simili, smentite poi clamorosamente dai fatti e dall’evoluzione culturale, sono lastricati i secoli. Cento anni fa era una verità insindacabile che le donne non potessero avere diritto di voto. Riguardo all’aver scritto il libro per farmi pubblicità, non saprei cosa rispondere. Occuparmi di animali da compagnia è il mio lavoro da oltre 25 anni, su cosa altro avrei potuto scrivere un saggio, se non su un argomento di cui ho competenza? In quanto alla non coerenza, al fatto che ancora io curi animali di razza, direi che è un problema che non esiste. Perché dovrei rifiutare le mie cure a un cane/gatto? Per la mia etica di medico, non ci sono cani di razza e cani bastardi, ci sono solo cani, tutti con pari dignità e diritto al benessere. Il fatto che ad alcuni esseri umani piaccia definire un cane di razza e un altro meticcio è un problema loro, né mio, né del cane. Io non sono contro i cani di razza, ma contro il razzismo… la differenza è fondamentale”.
Tutti hanno un tornaconto economico: allevatori, trafficanti, negozianti e veterinari! A pagare sono sempre i protagonisti di questa storia, gli animali, ma anche l’anello finale della catena produttiva, l’acquirente, in termini economici e affettivi. Cosa possiamo fare per eludere il sistema? Adottare cani e gatti! Guardiamoli negli occhi e facciamoci scegliere!
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Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Con il 'ritocco' al rialzo annunciato dal Mef diventa più appetibile il Btp Più, il nuovo titolo di Stato a 8 anni, il cui collocamento si è chiuso alle 13 con quasi 15 miliardi raccolti. Rispetto ai rendimenti originari (2,80% i primi 4 anni e 3,60% i successivi 4) l'aumento annunciato - rispettivamente a 2,85% e 3,70% - rappresenta un incremento complessivo di oltre l'8% sul fronte interessi. Infatti, investendo 10 mila euro, e considerando la trattenuta del 12,5% (inferiore a quella del 26% applicata sui dividendi azionari) in 8 anni il risparmiatore può incassare 2422 euro netti, a fronte dei 2240 euro previsti con i rendimenti 'iniziali'. Un dato che rappresenta un rendimento netto del 3,03% annuo: è questo il dato di riferimento per giudicare la redditività del titolo a fronte dell'inflazione (che inevitabilmente erode il valore delle somme investite). Se la Bce dovesse riuscire nell'intento di mantenere stabilmente la crescita dei prezzi sotto il 2%, allora chi ha investito nel Btp Più potrà dire di aver fatto un buon affare. Ma sull'inflazione, come insegna la storia recente, è difficile fare previsioni.
(Adnkronos) - La letteratura fantastica in Italia si prende sempre più spazio. Questo fine settimana si tiene a Roma la prima edizione di ‘Oblivion, fiera del libro, del fumetto e dell’irrazionale', dedicata alla letteratura di genere horror, fantasy, fantascienza e weird.
"È nato tutto da una pizza a San Lorenzo insieme a Claudio Kulesko, Paolo di Orazio ed Edoardo M. Rizzoli", spiega all’Adnkronos Emmanuele Pilia, alla direzione editoriale dell’evento. "Volevamo ribadire il valore artistico letterario del mondo della letteratura fantastica, che in Italia ha poche piattaforme in cui fare rete e in cui avere dignità, e così ci siamo ispirati a eventi come ‘Stranimondi’ e ‘Marginalia’ che si svolgono a Milano, per creare qualcosa di simile", dice.
Alla Città dell’Altra Economia, nel quartiere Testaccio di Roma, il 22 e il 23 febbraio, 45 case editrici indipendenti italiane propongono i propri libri e un programma ricco di incontri, che si terranno tra le 10 e le 20 di sabato e domenica. "Niente presentazioni classiche, ma piccole conferenze sui temi in cui siamo riusciti a coinvolgere tutti gli editori", spiega Pilia. E così dalla crisi climatica al femminismo, dall’intelligenza artificiale alle relazioni affettive sono tantissimi gli argomenti che verranno affrontati da autori ed editori attraverso la lente della letteratura di genere.
Nell'anno che si è appena concluso si è registrato un calo del numero generale di lettori, eppure il fantasy è in controtendenza: le vendite nel 2024 sono cresciute del 27,1% da gennaio a ottobre, superando il milione di libri venduti. Gli italiani hanno riscoperto un genere considerato a lungo di ‘serie b’? “I lettori e le lettrici italiani – spiega Pilia – hanno sempre letto tanta letteratura fantastica, ma prima era meno monitorata. Pensiamo alla collana di successo ‘Urania’, che esce in edicola e non è tracciata. Però negli ultimi anni c’è stata sicuramente una crescita dell’ecosistema editoriale: ci sono più editor, più traduttori, sono nate molte case editrici di genere che hanno portato un ‘know how’ che prima era appannaggio di accademici. È aumentata la qualità, ma anche il discorso attorno al genere, con un grande lavoro di riscoperta del fantasy italiano".
Non c’è una motivazione unica dietro alla cresciuta di interesse registrata negli ultimi anni: da un lato ci sono il successo di saghe letterarie e cinematografiche/televisive come ‘Harry Potter’, ‘Hunger Games’ o ‘Il trono di spade’, dall’altro c’è chi ritiene che il fantasy, con le sue metafore, sia uno strumento utile a interpretare il tempo presente. Emmanuele Pilia ci tiene a sottolineare l’aspetto più importante quando si devono avvicinare nuovi lettori: "Credo che l’idea moralistica che leggere sia utile e necessario abbia danneggiato la letteratura. Leggere è divertente, è bello, è fico. Si può paragonare a una partita di calcio o una cena fuori. Bisogna desacralizzare la lettura per darle valore e noi, con il nostro evento, abbiamo puntato tutto su questo concetto anche per avvicinare chi non ha ancora scoperto il fantastico".
La manifestazione, che beneficia del patrocinio del Comune di Roma, dell’Assessorato alla Cultura e del I Municipio, è completamente gratuito e non sarà solo un'occasione per i lettori, ma anche per chi sogna di lavorare nel campo. Nel corso della fiera infatti verrà assegnato il Premio di Racconti Brevi, "dedicato agli autori e alle autrici che vogliono esplorare i temi dell’horror, del fantasy, della fantascienza e del weird", si legge sul sito ufficiale, e che avranno così l'opportunità di sottoporre il proprio scritto a una giuria di editori esperti, presenti alla fiera. Sono previste anche diverse menzioni speciali, con relativi premi e targhe, per le opere che si distingueranno per originalità e stile. (di Corinna Spirito)
Roma, 21 feb. (Adnkronos Salute) - "La prima richiesta che facciamo al ministro della Salute Schillaci è quella di valutare e concludere la questione medico-legale istituendo una commissione super partes, che valuti prima di ogni iter, di ogni pratica, la questione, in modo tale che il numero delle denunce venga ridotto. Questo accade negli Stati Uniti, accade anche in Francia, quindi crediamo che debba essere applicato anche in Italia. Seconda cosa", serve "intervenire sulla questione delle nuove tecnologie, che ha un peso rilevantissimo anche sul fronte economico, quindi legiferare a livello centrale sulla congruità e sul numero, per esempio, dei robot e delle nuove tecnologie importanti e costose che vengono, diciamo, proposte. L'altra cosa è incentivare l'intelligenza artificiale. Tuttavia sappiamo che soltanto il 26% delle Asl in Italia ha investito in intelligenza artificiale". Così all'Adnkronos Salute il presidente del Collegio italiano dei chirurghi, Maurizio Brausi, in occasione del secondo congresso Cic, momento di confronto sul presente e il futuro della chirurgia, promosso oggi a Roma.
"La formazione per i giovani chirurghi è importantissima - continua Brausi - A questo proposito abbiamo ideato un questionario che è stato spedito a tutte le scuole di specialità. Abbiamo già raccolto più di 600 risposte sulla soddisfazione o meno che i nostri specializzandi hanno nelle varie scuole". Per far fronte alla carenza di professionisti, poi, "dobbiamo fare una programmazione diversa. Sappiamo che 3mila medici all'anno vanno in pensione e non vengono sostituiti - ricorda - e abbiamo anche un problema contingente degli specializzanti stessi: per diventare un chirurgo occorrono 11 anni, cosa che non aiuta". A questo si aggiunge "il problema dello stipendio che in Italia non è equiparato a quello europeo", e quello "delle denunce: ne arrivano circa 35mila-40mila all'anno per i chirurghi. Questo ovviamente è un fattore un po' negativo", che rende "più difficile la scelta della specialità". La prova lampante è sui "concorsi, soprattutto per l'ortopedia e anche per chirurgia generale: vanno deserti".
Altra cosa che interessa molto il Collegio, che rappresenta circa 47 società chirurgiche e 45 mila chirurghi italiani, è "l'uso delle nuove tecnologie e la loro sostenibilità per il sistema sanitario nazionale - conclude Brausi - Possiamo fare qualcosa per ridurre i costi, però occorre essere molto determinati e prendere decisioni sia a livello centrale che a livello regionale per razionalizzare, ad esempio, il numero di robot in Italia o il numero delle nuove tecnologie. L'intelligenza artificiale può ridurre nettamente il lavoro e dovrebbe essere applicata nelle varie Asl, vista l'applicazione incredibile che c'è nell'imaging, della radiologia, con la velocizzazione degli esami radiologici e diagnosi molto più sicure in accordo con le linee guida".
Roma, 21 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Mary Modaffari, presidente nazionale della Confederazione nazionale esercenti (Cne), associazione sindacale datoriale italiana, iscritta al registro dei lobbisti del Parlamento Europeo, è stata l' unica italiana entrata a far parte del direttivo del Seri ( sindacato europeo dei rappresentanti di interessi ) e contestualmente nominata a responsabile della gestione dei rapporti istituzionali esteri del Seri.
"Il Seri, acronimo di Sindacato europeo rappresentanti interessi presso il Parlamento Europeo è un’organizzazione sindacale europea composta da presidenti di varie sigle sindacali datoriali di tutta Europa. Il Seri è stato istituito per rappresentare e tutelare i diritti e gli interessi dei professionisti che operano al Parlamento Europeo come rappresentanti di interessi e dunque portavoce delle esigenze delle imprese associate presso le rispettive associazioni datoriali dei vari Paesi Europei. L' obiettivo è quello di fornire un supporto qualificato a livello istituzionale, promuovendo la valorizzazione delle competenze e delle specificità del lavoro che ogni rappresentante svolge al Parlamento Europeo. Le finalità principali includono la difesa dei diritti delle imprese, pmi e start-up in ambito parlamentare, la promozione di politiche di equità e sostenibilità nel mondo del lavoro e il rafforzamento delle relazioni tra il settore istituzionale europeo e partner internazionali presso Paesi extra Ue", afferma Modaffari.
"La mia priorità -continua- è consolidare e ampliare le relazioni internazionali del Seri coinvolgendo in primo luogo soprattutto l' Italia , dando dunque voce alle varie associazioni sindacali datoriali italiane aderenti al Seri creando nuove opportunità di collaborazione istituzionale e professionale. L’obiettivo è rendere il Seri un associazione sindacale europea dei rappresentanti di interessi autorevole e riconosciuta non solo a livello europeo ma globale. La prima tappa del mio programma è organizzare con lo staff del dipartimento del Seri che mi è stato assegnato, incontri con rappresentanti di istituzioni straniere, anche tramite tavoli tematici, su argomenti che hanno come obiettivo la crescita delle imprese e pmi tenendo conto dei punti di vista dei colleghi rappresentanti di interessi degli altri stati europei", spiega ancora.
"I punti centrali da trattare sono: commercio internazionale (limiti e prospettive future), sostenibilità, crescita economica, innovazione e tutela dei diritti umani, transizione digitale e particolare attenzione sull' utilizzo dell'Ia. In sostanza, il nostro obiettivo è quella di fungere da ponte tra le istituzioni europee e le imprese degli stati membri , promuovendo uno scambio continuo e costruttivo su temi di particolare rilevanza sociale, economica e culturale. Altresì attraverso l’internazionalizzazione sarà possibile consolidare nuove partnership, rendendo il Sindacato europeo dei rappresentanti di interessi un organo "influente" nei processi decisionali che riguardano il mondo del lavoro e delle imprese", spiega ancora.
"Sono davvero onorata ed orgogliosa di questo importante incarico che mi è stato conferito e ringrazio la presidenza nazionale per la fiducia accordatami. Da anni lavoro nel mondo sindacale, ho svolto l' attività di politica sindacale con grande responsabilità ed impegno, e pertanto metterò a disposizione il mio bagaglio di esperienze. Sono certa che riusciremo a portare benefici concreti ai nostri iscritti nonché il nostro obiettivo finale è poter dare supporto con le nostre proposte alle istituzioni europee ed alle rispettive commissioni", conclude Mary Modaffari.
Roma, 21 feb. - (Adnkronos) - Si è chiuso alle 13, come annunciato, il collocamento del nuovo Btp Più che ha registrato nel quarto e ultimo giorno di raccolta 39.759 contratti per un controvalore di 1.096.376.000 euro. Il dato porta il totale del collocamento a oltre 14,9 milioni di euro. L'attenzione adesso è per il dato definitivo sul rendimento che, nelle speranze dei sottoscrittori, potrebbe portare a qualche ritocco al rialzo.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sul portale Eurofocus.
Roma, 21 feb. (Adnkronos) - Le elezioni federali del 23 febbraio 2025 sono un momento cruciale non solo per la Germania ma per l’intero panorama politico europeo e internazionale. Per approfondire l'impatto di questo appuntamento elettorale, Adnkronos organizza una diretta speciale targata Eurofocus, direttamente dalla residenza di Hans-Dieter Lucas, l’ambasciatore tedesco a Roma.
Condotto dal direttore Davide Desario e dai vicedirettori Fabio Insenga e Giorgio Rutelli, con la partecipazione dei giornalisti Adnkronos Mara Montanari e Otto Lanzavecchia, lo speciale di domenica comincerà alle 17 e vedrà la partecipazione di molti ospiti italiani e tedeschi, con continui collegamenti anche da Berlino, Francoforte e Bruxelles.
Alle 18, con la chiusura dei seggi e la diffusione degli exit poll, è prevista l’analisi dei primi risultati. Alle 19 un panel di esperti si confronterà sugli scenari del post-voto: quali le coalizioni possibili, e quali i rapporti di forza tra i partiti. Tra le 20 e le 21, infine, il commento della Elefantenrunde, la “tavola rotonda degli elefanti”, confronto tra i leader politici in onda sulle tv tedesche. Un'occasione unica per leggere i risultati, le prospettive e le possibili conseguenze di queste elezioni sul futuro dell'Unione Europea, delle relazioni transatlantiche e degli equilibri globali.
Lo speciale sarà trasmesso sulla homepage e sul canale Youtube di Adnkronos, con 400 siti collegati tra testate nazionali e network locali online. Le notizie sulle elezioni saranno lanciate in tempo reale dall’agenzia, analisi e interviste pubblicate sul portale Eurofocus.