L’ex conduttore tv Alessandro Cozzi è stato condannato in appello a 24 anni per l’omicidio dell’imprenditore Alfredo Cappelletti, ucciso in via Malpighi a Milano nel 1998. La Corte d’assise d’appello ha ridotto la pena all’uomo, al quale in primo grado era stato inflitto l’ergastolo, escludendo l’aggravante della premeditazione.
“Così è meglio di una assoluzione. Almeno farà qualche anno in galera”, sono le parole a caldo della moglie della vittima. Il sostituto pg Maria Grazia Omboni, durante la requisitoria, aveva chiesto di confermare la condanna nei confronti del volto di Rai educational.
Cozzi sta già scontando una condanna a 14 anni di carcere con rito abbreviato per un altro omicidio, quello del titolare di un’agenzia di lavoro nel Milanese, Ettore Vitiello, assassinato nel 2010. Ma mentre in quel caso l’ex conduttore tv aveva confessato l’assassinio, durante il processo per il caso Cappelletti si è sempre dichiarato innocente.
L’imprenditore venne ritrovato senza vita nel suo ufficio di via Malpighi, a Milano, nel 1998, con un coltello conficcato nel petto. La sua morte, in un primo momento, era stata archiviata come suicidio. Ma, dopo la confessione per l’omicidio di Vitiello, ucciso con 50 coltellate per un debito di 17mila euro, la procura aveva riaperto il caso sulla morte di Cappelletti, all’epoca socio di Cozzi.
Stando alle motivazioni della sentenza di primo grado, l’ex conduttore tv “non poteva essere stato compiuto da altri” e i giudici sottolineavano come nei giorni precedenti il delitto, “aveva cercato di accreditare segnali di particolare malessere della vittima” orientando così le indagini verso il suicidio.