Mentre prosegue il tavolo al ministero del Lavoro tra l’Inps e le organizzazioni rappresentative dei Caf per definire la convenzione sulla ricezione delle domande del reddito di cittadinanza, è arrivata la prima data fissata dal Decretone. A partire dall’1 marzo, l’Istituto di previdenza avrebbero dovuto predisporre il modulo per la richiesta, mostrato in anteprima al Tg1 e già disponibile sul sito dell’Istituto nazionale di previdenza. E non è l’unico atto – tra decreti attuativi, intese con le Regioni, navigator, struttura dei controlli – che nelle prossime settimane dovrà essere predisposto per mettere pienamente in marcia la macchina per l’erogazione del reddito.
Il modulo disponibile sul sito Inps – Al di là della scadenza non vincolante sulla predisposizione del modulo (“entro 30 giorni dall’approvazione del Decretone”) centrata nel pomeriggio con la pubblicazione sul sito (qui il modulo), si lavora a tappe forzate per firmare la convenzione tra i centri di assistenza fiscale e l’Inps così da permettere ai Caf di ricevere le domande di reddito di cittadinanza. Oggi le organizzazioni rappresentative e i rappresentanti dell’Istituto di previdenza si sono riuniti al ministero del Lavoro per un incontro che “si è concluso con la volontà comune delle parti” di trovare “al più presto ad un accordo che consenta ai Caf di ricevere le domande dal 6 marzo”.
Venerdì il nuovo faccia a faccia – Il governo, si legge in una nota, “ha incrementato di 15 milioni le risorse disponibili per la gestione del reddito da parte dei Caf, ai quali si aggiungeranno altre risorse che metterà a disposizione l’Istituto”. Le parti si aggiorneranno venerdì prossimo per provare a definire in extremis l’intesa per la stipula della convenzione. Ma per strutturare in toto la macchina del reddito di cittadinanza saranno necessari almeno altri 15 atti, tra decreti attuativi, a partire da quelli su piattaforme web e monitoraggio delle spese, e intese con le Regioni, dai navigator ai Patti per il lavoro. E resta tutte da costruire anche la struttura dei controlli, per la quale servirà coinvolgere il Garante della Privacy e, con apposita convenzione, la Guardia di finanza.
La prima scadenza vincolante: 31 marzo – Il 31 marzo è la prima delle scadenze vincolanti: entro quella data vanno infatti definiti con decreto attuativo del ministero del Lavoro, insieme ad Anpal e Garante, le modalità di accesso e condivisione dei dati tra le varie amministrazioni sul Sistema informativo del reddito di cittadinanza, che sarà strutturato in due piattaforme. Per mettere in piedi il sistema, peraltro, il ministero può avvalersi anche di società esterne, anche in house, con cui però vanno stipulate apposite convenzioni. Entro la fine di marzo vanno anche individuate le modalità per consentire alle imprese che assumono al Sud di ottenere il doppio bonus sotto forma di credito d’imposta.
Le scadenze di aprile – La macchina dei controlli non sarà invece pienamente operativa prima di fine aprile, termine entro cui adottare un decreto di concerto con il Mef e sempre sentito il Garante, per il monitoraggio delle spese. Va inoltre stipulata una convenzione con la Guardia di finanza, mentre l’Inps dovrà adottare un provvedimento ad hoc, sentito il Garante, per l’acquisizione delle informazioni necessarie a verificare i requisiti di accesso al beneficio. Il ministero guidato da Luigi Di Maio dovrà invece stilare la lista dei Paesi extra Unione europea dai quali non è possibile ricevere documentazione su patrimonio e composizione del nucleo familiare, uno dei ‘paletti’ aggiunti al Senato.
Entro luglio le procedure comunali – Entro luglio poi andrà adottato il decreto per la suddivisione del beneficio ai vari componenti del nucleo familiare, che riceveranno la loro parte ciascuno con una card. Nello stesso mese i Comuni dovrnano attivare “le procedure amministrative per l’istituzione” dei lavori socialmente utili, fino a 16 ore, per i percettori del reddito. C’è poi la partita con le Regioni, senza scadenza specifica ma con l’urgenza di essere chiusa per fare partire la riforma dei centri per l’impiego. I governatori andranno sentiti sia per l’assunzione dei navigator da parte dell’Anpal, sia per predisporre un modello il Patto per il Lavoro, e un accordo servirà anche per stabilire i casi di esonero dagli obblighi.