La scelta del nuovo presidente dell’Agenzia spaziale italiana è ufficialmente nelle mani del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Il titolare del Miur nelle scorse ore ha ricevuto la cinquina dei nomi proposta dal comitato di esperti scelti dal governo gialloverde. Di fatto, si tratta di un’accelerazione. Da quanto risulta a ilfatoquotidiano.it, infatti, il lavoro della commissione si è concluso tra il 18 e il 19 febbraio scorsi, senza che però la cinquina sia arrivata sul tavolo di Bussetti. Il motivo? A quanto pare, l’operato del comitato non ha soddisfatto nessuno, né gli esperti (tra i cinque non sono mancate tensioni) né tanto meno chi li ha nominati. Si tratta di un retroscena confermato da varie fonti e che, di fatto, ha provocato una sorta di melina che ha ritardato il passaggio successivo, ovvero la trasmissione al ministro dei cinque papabili presidenti Asi. Ieri, però, c’è stata la svolta. “Il comitato di esperti (composto dalla coordinatrice Amalia Ercoli Finzi, da Alessandra Rotundi, Ezio Bussoletti, Andrea Maltoni e Mauro Ferrari, ndr) incaricato di raccogliere le candidature ha già formato una lista di cinque nomi, dalla quale in tempi brevi il ministro effettuerà la sua scelta per il conferimento dell’incarico di presidente”. Le parole sono del viceministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, sono state pronunciate la mattina del 27 febbraio alla Camera durante la discussione su una risoluzione a firma Pd e, soprattutto, hanno svelato quello che per tutti era diventato il classico segreto di Pulcinella, ovvero l’esistenza della lista. A questo punto, chi di dovere non poteva più temporeggiare. Ed ecco arrivare l’ufficialità del passo in avanti.
La cinquina proposta dal comitato di esperti – e che il fatto.it è in grado di anticipare – è la stessa che da almeno una settimana circola tra i corridoi dell’Agenzia spaziale italiana. All’interno nomi di primo livello del panorama scientifico italiano: c’è Patrizia Caraveo, astrofisica nonché vedova dell’ex presidente Asi Giovanni Bignami; ci sono l’ex direttore del Cira Mario Cosmo e l’astronomo Marco Tavani (ex cda dell’Inaf); a completare la cinquina l’ingegnere Giorgio Saccoccia (capo del settore propulsione spaziale dell’Estec) e il professor Pietro Ferraro, direttore dell’istituto Eduardo Caianiello del Cnr e considerato un’autentica eminenza in tema di intelligenza artificiale. Ovviamente, il comitato di esperti ha fornito anche un ordine di classifica dei cinque nomi proposti. Ai primi due posti (non è dato sapere in quale ordine), ci sarebbero proprio Patrizia Caraveo e Marco Tavani, entrambi peraltro già presenti nella rosa di nomi da cui uscì vincitore Roberto Battiston a maggio 2018. Segno di continuità? Chissà. Di certo nel comitato di esperti che ha individuato la nuova cinquina inviata a Bussetti c’è anche Mauro Ferrari, unico superstite del vecchio comitato dimessosi a dicembre dopo aver denunciato pressioni del governo sui criteri di scelta del nuovo presidente dell’agenzia.
Nella fattispecie, il vecchio comitato voleva continuare sulla strada di uno scienziato puro, mentre il governo Lega-M5s ha preferito inserire nel bando un altro requisito: il nuovo numero uno dell’Asi dovrà sì avere spiccate competenze scientifiche, ma sarà necessario coniugarle con capacità manageriali. Ecco. Se la scelta di Bussetti (che può individuare uno dei cinque nomi, non per forza i primi della graduatoria) dovesse cadere su uno scienziato puro, allora le novità del nuovo bando saranno state in un certo senso disinnescate. La soluzione del quesito arriverà a breve, ma non a brevissimo: all’inizio della prossima settimana il ministro dell’Istruzione sarà impegnato in un viaggio istituzionale in Argentina, mentre il sottosegretario Giancarlo Giorgetti (presidente del Comitato interministeriale per lo Spazio) non tornerà prima del 4 marzo dal suo viaggio di lavoro negli Usa. Difficile immaginare che il nome del nuovo presidente Asi arriverà prima di quella data. Successivamente i vari ministeri dovranno indicare i loro nomi per la composizione del consiglio di amministrazione. E questi, c’è da scommetterci, saranno certamente personalità con alte capacità manageriali. In tal senso, va ricordato che l’Asi gestisce ogni anno oltre 880 milioni di euro di fondi pubblici.