Paola Iezzi, la bionda del duo canoro Paola e Chiara, molto popolare tra gli anni Novanta e i primi Duemila, ha spento 46 candeline e ha deciso di raccontarsi in un’intervista al settimanale Oggi. In questi anni non solo ha detto basta alla musica ma ha deciso anche di tornare castana, suo colore naturale. “Da piccola ero una bambina timidissima, a scuola ho imparato ad aprirmi. La crisi è arrivata dopo, sui 30 anni: non mi sentivo bella”, ha svelato.
“Cantare nelle band a 20 anni non c’entra col superamento della timidezza, nella realtà magari non riesci a esprimerti ma l’arte ti dà un ruolo. E nella recitazione mi ritrovo ancora di più. Nei laboratori teatrali o nei film posso esprimere il mio lato oscuro, o il contrario”. E, tornando ai tempi della musica, ha voluto rispondere alla sorella Paola che aveva dichiarato di aver attraversato un periodo difficile proprio a causa della fine del loro sodalizio artistico: “Ognuno ha la propria versione dei fatti. Io posso parlare solo per me. Sono adulta sulla vita dell’altro sento di non avere potere né responsabilità. Ho capito che la vita è breve, non potevo restare quella che ero vent’anni fa, non posso essere l’eterna sorella maggiore che deve dare l’esempio. Cerco di tenere le redini della mia, di vita. Navigo a vista, con umiltà e costanza”.
“Non è stato facile. Quel mondo mi ha dato tanto, mi sentivo in colpa. Ma non volevo ripetere un copione già visto. La musica ti assorbe troppo: prima devi isolarti per comporre, poi lanci il disco, poi parti in tour. Praticamente non ero più io, non avevo tempo nemmeno per pensare. Ho sempre saputo che non sarei invecchiata cantando”, ha spiegato poi. “Per anni ho pensato che avere una vena malinconica fosse terribile. Se sei sotto i riflettori, la gente ti vuole allegra, spiritosa, pimpante. Ora mi amo così”.