Cronaca

Intelligence: “Isis resta minaccia con 138 foreign fighter ‘italiani’. Squadrismo e razzismo cresciuti, rischi per europee”

La relazione annuale degli 007 italiani al Parlamento: da una parte la minaccia jihadista che "non ha conosciuto flessioni", dall'altra le criticità interne al nostro Paese che vanno dal rischio di un aumento degli episodi di razzismo all'intensificarsi della "conflittualità" tra antifascisti ed estremisti di destra. Capitolo mafie straniere: "Quella nigeriana è la più dinamica e strutturata". Poi la cyber-sicurezza, con attacchi quintuplicati e i rischi a cui sono esposte le nostre imprese

Da una parte la minaccia jihadista che “non ha conosciuto flessioni”, come dimostrano gli allarmi per i progetti di attenti terroristici in Europa e i 138 foreign fighter collegati all’Italia, dall’altra le criticità interne al nostro Paese che vanno dal rischio di un aumento degli episodi di razzismo in vista delle elezioni Europee all’intensificarsi della “conflittualità” tra antifascisti ed estremisti di destra. È quanto rivela l’intelligence italiana nella Relazione annuale del Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) presentata giovedì al Parlamento. Per quanto riguarda le mafie straniere in attività sul territorio nazionale, “le più dinamiche e strutturate si confermano le formazioni nigeriane, attive in un’ampia gamma di settori dell’illecito quali il narcotraffico, lo sfruttamento della prostituzione e il traffico di esseri umani, che vale anche ad assicurare presa ed influenza sulla diaspora“, sottolineano i Servizi segreti.

Gli 007 si sono concentrati sul fenomeno di quelli che vengono definiti “episodi di stampo squadrista” e si teme possano aumentare man mano che si avvicina l’appuntamento elettorale di maggio. La destra radicale, si legge nella relazione, ha vissuto una “pronunciata vitalità” unita a un “attivismo di impronta marcatamente razzista e xenofoba“. I Servizi segreti hanno anche analizzato quali siano gli attuali pericolo in ambito terroristico e di cyber-sicurezza. Nel primo caso la relazione ammonisce riguardo al fenomeno degli ‘sbarchi occulti‘, utilizzati per arrivare in Europa senza essere intercettati in mare e subire controlli. Ma gli 007 avvertono anche dei pericoli che arrivano dal cyberspionaggio: un fenomeno che colpisce anche le imprese italiane e che è addirittura quintuplicato nel 2018 rispetto all’anno precedente.

Quella jihadista è una minaccia che “non può considerarsi esaurita”, ha commentato il premier Giuseppe Conte nel corso della presentazione della relazione, ribadendo che “il rischio zero realisticamente non esiste”. Ma, ha aggiunto, “se abbiamo motivi per tenere molto alta la guardia, abbiamo anche valide ragioni per sentirci sereni del cammino intrapreso” da intelligence e forze di polizia nel contrasto al terrorismo.

LA MINACCIA JIHADISTA
L’Isis, per gli 007, “si è mostrato ancora in grado di ispirare attacchi in Europa, suggerendone autori e modi”. La propaganda jihadista invita a colpire con armi non tradizionali, come droni carichi di esplosivo da lanciare verso “eventi di massa o centri commerciali”. Il fenomeno dei ‘radicalizzati in casa‘ è poi uno degli ambiti che sta più impegnando i Servizi segreti italiani. Si tratta di un bacino “sempre più ampio e sfuggente” che richiede un attento monitoraggio per cogliere segnali del possibile passaggio “dalla radicalizzazione all’attivazione violenta”. E attenzione è dedicata ai foreign fighter partiti per la Siria o l’Iraq, a vario titolo collegati con l’Italia: sono 138.

Seppur in modo “sporadico e non strutturale”, le indagini e le attività d’intelligence hanno inoltre “confermato l’utilizzo dei canali dell’immigrazione clandestina per il trasferimento in Europa di estremisti sub-sahariani”. Gli ‘sbarchi occulti‘, vale a dire le traversate effettuate con mezzi veloci per evitare di essere intercettati in mare e per evitare i controlli al momento dello sbarco, sono un fenomeno che va tenuto nella massima considerazione in un’ottica di prevenzione, per evitare l’arrivo in Italia di personaggi che potrebbero avere collegamenti con il terrorismo, avvertono gli 007 nella relazione, sottolineando che il fenomeno riguarda in primo luogo la Tunisia ma anche la rotta che dall’Algeria porta alla Sardegna, la stessa Libia e le traversate nel Mar Adriatico.

Il monitoraggio dell’intelligence nel settore dell’immigrazione irregolare ha permesso individuare “puntiformi tentativi di ingerenza nel sistema di accoglienza da parte di soggetti vicini ad organizzazioni criminali autoctone, anche in relazione alla possibilità di intercettare cospicui finanziamenti pubblici“, sottolineano i Servizi segreti. È stata poi “evidenziata, principalmente in area campana, la disponibilità di alcuni clan a fornire supporto logistico ai migranti, essenzialmente nel procacciamento di documenti contraffatti“. La falsificazione dei documenti “ha svolto, anche nel 2018, un ruolo essenziale nelle dinamiche di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, rappresentando uno dei principali fattori di vulnerabilità in ambito europeo”. Il problema, chiarisce la relazione, “ha costituito oggetto di dedicata attività intelligence, sul fronte esterno, con riguardo soprattutto alle reti basate nei Balcani. Sul territorio nazionale, con specifico riferimento alla piazza campana, tradizionale bacino di approvvigionamento per soggetti e gruppi della più disparata matrice, inclusa quella jihadista“.

La relazione segnala dunque il persistere di “warning, raccolti soprattutto nell’ambito della collaborazione internazionale, concernenti progettualità terroristiche riferibili sia a cellule dormienti sia a nuclei di operativi appositamente instradati verso il Vecchio Continente”. Seppure in Europa il numero di attentati nel 2018 è calato, si è assistito a varie azioni emulative compiute da “soggetti con profilo radicale assente o sfumato, caratterizzati da condizioni di disagio personale non di rado collegate a disturbi psichici“. Di questi gesti Daesh “si è attribuito sovente la paternità, con l’evidente intento di ribadire la sua forza offensiva in Occidente e realizzare un profitto propagandistico a ‘costo zero‘”. Oltre ai droni, la propaganda jihadista esorta anche all’utilizzo di aggressivi chimici e biologici per colpire l’Occidente. C’è addirittura un filone editoriale ad hoc di un canale pro-Daesh (“Silent terror. Kill them silently“), che descrive dettagliatamente i passaggi necessari per il reperimento, la produzione e l’impiego di agenti biologici e chimici.

RAZZISMO ED ESTREMA DESTRA
C’è il rischio concreto, secondo gli 007 italiani, che in vista delle elezioni Europee in programma a maggio possano aumentare gli episodi di intolleranza nei confronti degli stranieri. I Servizi segreti ricordano che già si sono registrati comportamenti “marcatamente razzisti e xenofobi” da parte di formazioni di estrema destra e “episodi di stampo squadrista”. Nell’analizzare il “dinamismo” della destra radicale in particolare, gli 007 parlano di una “pronunciata vitalità” di queste formazioni che per inserirsi nel tessuto sociale hanno fatto leva su una serie di iniziative propagandistiche e di protesta in particolare nelle periferie urbane, tutte incentrate “sull’opposizione alle politiche migratorie” nell’ambito di una mobilitazione più ampia che ha riguardato i temi della sicurezza, del lavoro, della casa.

Ed è proprio in questa azione che l’intelligence italiana intravede dei rischi. “Tale attivismo, di impronta marcatamente razzista e xenofoba – scrivono infatti – si è accompagnato ad una narrazione dagli accenti di forte intolleranza nei confronti degli stranieri che….potrebbe aver concorso ad ispirare taluni episodi di stampo squadrista, oltre che gesti di natura emulativa, e potrebbe conoscere un inasprimento con l’approssimarsi dell’appuntamento elettorale europeo“.

Ma, ammoniscono gli 007, rischia di intensificarsi anche la “conflittualità” tra antifascisti ed estremisti di destra: uno scontro che potrebbe portare a “criticità” per l’ordine pubblico. La “mai sopita ostilità tra estremismi di opposta matrice” può deflagrare in qualcosa di più pericoloso. La propaganda e le pratiche del movimento ‘antifa’, dicono infatti i Servizi segreti, hanno subito nel 2018 una “radicalizzazione” dovuta ad una “percepita crescita di visibilità e protagonismo” dei militanti di estrema destra su questioni riguardanti sicurezza, migranti, disagio sociale. E questa “accentuata propensione allo scontro – è la conclusione dell’intelligence – rischia di aggravare la conflittualità tra i due fronti, con una possibile intensificazione di provocazioni, aggressioni e reazioni in grado di generare criticità sul piano dell’ordine pubblico“.

CYBER-SICUREZZA
Gli attacchi informatici ad istituzioni o aziende italiane nel 2018 sono più che quintuplicati rispetto al 2017, rileva l’intelligence. Le azioni ostili hanno riguardato prevalentemente i sistemi informatici di pubbliche amministrazioni centrali e locali (72%). È stato rilevato, in particolare, un sensibile aumento di attacchi contro reti ministeriali (24% delle azioni ostili, in aumento di 306 punti percentuali) e di enti locali (39%).Gli autori di queste attività sono in larga parte (61%) attribuibili alla galassia ‘hacktivista’ (gli hacker attivisti), tra cui la campagna “#OpBlack Week“, volta a screditare le Istituzioni nazionali, ad opera delle principali ‘crew’ attive nel panorama italiano: Anonymous Italia, LtùzSec ITA ed AntiSec ITA. Si sono mantenuti pressoché invariati gli attacchi di matrice statuale (20%), nonché i tentativi di intrusione informatica riferibili a gruppi terroristici (5%).

Da parte di operatori esteri sono state registrate “iniziative tese ad esfiltrare tecnologia e know-how” italiani o a “conquistare nicchie di mercato pregiate, come pure una persistente esposizione delle imprese italiane ad iniziative di spionaggio industriale”. Sono inoltre emersi “tentativi di operatori esteri di alterare il quadro competitivo attraverso il sistematico storno di capitale umano ad alta specializzazione in forza a imprese nazionali, la studiata marginalizzazione del management italiano (anche nell’ambito di partnership e joint venture) e il ricorso ad azioni di influenza esercitate attraverso consulenti e manager ‘fidelizzati’“.

Il Comparto, al pari di quanto fatto dalle comunità intelligence dei principali partner internazionali, ha istituito agli inizi del 2018 un esercizio ad hoc teso a cogliere – all’interno del perimetro definito dal quadro normativa vigente – eventuali indizi di influenza, interferenza o condizionamento del processo elettorale del 4 marzo. Tale esercizio è stato riattivato nel mese di novembre in vista dell’appuntamento per il rinnovo del Parlamento europeo.

RUSSIA
La Russia “coltiva con determinazione la propria ambizione geostrategica, pur dovendo affrontare una fase economica di sostanziale stagnazione. In tale quadro, il 2018 ha confermato come l’attenzione e l’attivismo di Mosca non si limitino più al solo spazio post-sovietico e siano di ‘lunga gittata‘, estendendosi ai Balcani, al Continente africano, al quadrante afghano-pakistano e al Sud-Est asiatico, senza dimenticare l’articolato rapporto di partenariato sviluppato negli ultimi anni con il vicino cinese“, sottolineano i Servizi nella loro relazione annuale.

LIBIA
In Libia “strapotere delle milizie e affermazione dell’uso della forza per fini politici, competizione per le risorse petrolifere e per il controllo delle istituzioni finanziarie centrali, concorrenza intorno agli introiti dei traffici illeciti hanno fatto da sfondo ad uno scontro che non si è esaurito nella contrapposizione Tripoli/Tobruk, ma è andato articolandosi, trasversalmente, anche tra altri schieramenti“, si legge nella relazione degli 007. Dal punto di vista delle “concrete dinamiche sul terreno, è stata particolarmente monitorata l’azione dei gruppi armati operanti nel Paese. All’attenzione, soprattutto, i fragili equilibri nell’area della Capitale (teatro di scontri imperniati anche sulla gestione del potere politico), la situazione nelle zone costiere, ove insistono hub del traffico di clandestini, l’attivismo delle milizie a Bengasi e a Misurata e la postura delle componenti tribali nel Fezzan“. Anche nell’ottica di tutela degli interessi energetici nazionali, “oggetto di monitoraggio sono state le dinamiche nell’area dell’Oil Crescent, teatro di ciclici scontri che hanno riproposto la rilevanza del critico dossier degli introiti petroliferi”.