"Ampiamente previsto, ci difenderemo al dibattimento" è stato il commento di Federico Bagattini, legale dei genitori di Matteo Renzi. Con la Bovoli a processo altri due imputati. Il processo è fissato per il prossimo 19 giugno
La madre di Matteo Renzi, Laura Bovoli, è stata rinviata a giudizio dal Tribunale di Cuneo con l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta per i contatti con una società cuneese, la Direkta srl, fallita nel maggio 2014 e coinvolta in una vicenda di fatture false. L’amministratore della società, Mirko Provenzano, è già stato condannato per reati fiscali e ha patteggiato per la bancarotta. “Ampiamente previsto, ci difenderemo al dibattimento” è stato il commento di Federico Bagattini, legale dei genitori di Matteo Renzi. Con Laura Bovoli sono stati rinviati a giudizio altri due imputati. Il processo è fissato per il prossimo 19 giugno. La Direkta è una società cuneese specializzata nella comunicazione pubblicitaria. L’inchiesta della Guardia di Finanza aveva messo in luce una serie di fatture false emesse dalla Eventi6, società di Rignano sull’Arno fra i cui amministratori figura la madre dell’ex premier Renzi, a favore proprio della Direkta per il riordino dei conti. Con Laura Bovoli sono state rinviate a giudizio altre due persone, rispettivamente di San Secondo di Pinerolo e di Rivalta Bormida.
La notizia della richiesta di rinvio a giudizio per la madre dell’ex premier in merito alla vicenda Direkta è stata data a ottobre scorso dal quotidiano La Verità, che a maggio aveva raccontato anche l’iscrizione nel registro degli indagati. Nel mirino dei pm di Cuneo anche questa volta (come già accaduto con le inchieste della Procura di Firenze che ha portato ai domiciliari i genitori dell’ex segretario del Pd) sono finiti i rapporti tra la Eventi 6, società della famiglia Renzi e la Direkta, di Mirko Provenzano che prima di fallire nel 2014 avrebbe operato come subappaltante di Rignano restituendo una percentuale al committente. Secondo l’accusa, la Direkta chiedeva pezze d’appoggio retrodatate e Laura Bovoli provvedeva.
“In pratica – spiegava La Verità a maggio – Rignano pagava e Cuneo restituiva con giustificazioni considerate poco credibili dagli investigatori“. Si tratta di fatture per svariate decine di migliaia di euro, emesse da Direkta nel biennio 2011-12. Tra queste rientrano i quasi 80mila euro di note di credito emesse dalla società di Cuneo a storno parziale di fatture che “di fatto risultano, almeno in parte, rappresentare il rimborso dei costi sostenuti da Eventi 6 per il pagamento di interessi passivi (…), per spese legali o per errate fatturazioni, chiamato dalle parti cosiddetto rischio d’impresa”, scrivono gli inquirenti nelle carte citate dalla Verità. Che ha riportato anche una mail di Provenzano che il 13 aprile 2013 chiede a Rignano “di avere delle richieste su carta intestata Eventi 6 di note di credito per penali e disservizi con data antecedente di un giorno o due alla data delle emissioni delle note”. Secondo gli inquirenti, Laura Bovoli prepara e firma “documentazione da ritenersi falsa”.