“Cancellazione del doppio mandato nel M5s? Il mio giudizio è negativo. Anche se la regola fosse stata eliminata tempo fa, non sarei comunque rimasto Movimento, perché del M5s del 2009 in quello odierno di Di Maio non è rimasto praticamente niente“. E’ il giudizio del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, ospite di Omnibus (La7).
E aggiunge: “Solamente a fine dicembre del 2018, quindi neppure ere geologiche fa, su Facebook Di Maio scriveva in modo lapidario che il vincolo del doppio mandato non sarebbe stato messo in discussione, oltre a una serie di cose che oggi sono completamente smentite. Riguardo alle elezioni regionali in Sardegna, alcuni hanno detto che l’11% è un buon risultato perché alle scorse elezioni il M5s non c’era. Nessuno, però, ha scritto che i 5 Stelle alle scorse regionali sarde non c’erano perché hanno litigato, si sono spaccati prima ancora di candidarsi e hanno preferito non entrare in competizione”.
L’ex M5s continua: “Ci sono dei problemi storici, che l’indubbia crescita a livello nazionale ha sopito. Ma oggi arrivano al pettine. Ora che sono al governo, quando saranno costretti ad aumentare l’Iva o a fare delle scelte fortemente impopolari, che magari faranno cadere questo esecutivo, non so come il M5s riuscirà ad alzarsi. E’ evidente che oggi Di Maio è in affanno. In una intervista ha detto che loro non faranno mai un partito, come se il M5s non lo fosse già da anni, perché non vogliono una struttura iper-verticistica che decide. La frase fa ridere in sé, visto che, come si è dimostrato sul quesito relativo al caso Diciotti sulla piattaforma Rousseau, c’è comunque un capo politico che, di fatto, decide tutto”.
Pizzarotti conclude: “Nei suoi valori, il M5s in quanto tale è morto. Questo non vuol dire che Di Maio non proverà a fare qualcosa da solo un domani. Le percentuali del consenso nazionale si sgonfieranno, come hanno dimostrato le elezioni regionali in Sardegna. Gran parte dell’elettorato del M5s delle origini non c’è più e si è ritirato nel non voto. Gli elettori di oggi, tante volte, prendono per buono a prescindere quello che avviene e tendono più a porsi in antagonismo rispetto agli altri partiti che a portare avanti obiettivi e valori comuni”.