Il faccia a faccia su SkyTg24 tra i tre aspiranti segretari del Partito democratico: “Puntiamo a un milione di voti nei gazebo". Chiusura unanime su un eventuale provvedimento che tassi i ricchi. Giachetti sulla giustizia: “Malata”. Scintille del deputato dem con il governatore della Regione Lazio: "Mi rincresce che 8 deputati al Parlamento europeo abbiano votato al insieme a M5s e Lega e tra quelli c'era un suo grande sostenitore"
Tutti i possibili segretari del Pd sono d’accordo: il principale partito di centrosinistra non farà la patrimoniale una volta tornato al governo del Paese. Evitare la tassa sui cittadini più facoltosi mette d’accordo Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti che, nel corso del confronto su SkyTg24, rispondono con un secco “no” all’ipotesi di introdurre una imposta patrimoniale nel caso andassero alla guida del Paese.
Giachetti: “Giustizia malata” – Diversa l’opinione sulla giustizia, quando il conduttore ha chiesto ai tre un’opinione sull’arresto dei genitori di Matteo Renzi. “Qualcuno ha parlato di giustizia a orologeria”, ha fatto notare. “La giustizia italiana é malata, l’ho pensato per certe cose capitate a Berlusconi, a Mastella, perfino per certe intercettazioni della Raggi. Colpisce nomi illustri e se ne parla, ma tanta gente subisce ingiustizie. Va riformata a prescindere di chi é colpito”, ha detto Giachetti. “Rispetto per i magistrati”, ribatte Maurizio Martina, mentre Zingaretti: “Non credo alla giustizia a orologeria”.
Le alleanze: “Mai con M5s e destra” – Più simili le opinioni su altri temi, a partire dalle alleanze. “Mai con il M5s“, è il tema che ha trovato concordi i tre aspiranti segretari. “Mai con il M5s, la destra e Lega” ma una “alleanza con le persone”, ha detto il governatore della Regione Lazio. “Qualcuno ci vuole riportare all’Unione, che una volta al governo vedeva i partiti litigare tutti i giorni . Voglio andare avanti, mantenendo l’aspirazione alla vocazione maggioritaria, offrire una proposta univoca al Paese”, la linea dell’ex candidato sindaco di Roma. “Mai con M5s e Forza Italia. Pensarci maggioritari anche in questo tempo, è decisivo”, ha detto l’ex ministro dell’Agricoltura. Giachetti ha anche minacciato di uscire dal Pd in caso di avvicinamento dei dem ai 5 stelle. “Io sono stato in minoranza nel Pd per anni e sono sempre stato in una cornice condivisa, e diversamente dagli altri mi sono adeguato anche quando non condividevo certe scelte. Dipende dove si vuole andare. Il partito è una comunità e non una caserma: non voglio posti, vado in minoranza. Se però si vuole andare con M5s o far rientrare i fuoriusciti allora non è più il mio partito”, ha detto il deputato. Zingaretti ha ribattuto: “Allora resti perchè nessuno vuole andare con M5S“.
“Ai gazebo almeno un milione” – Anche sui numeri delle primare i tre condividiono ottimismo: Zingaretti ha indicato la cifra di un milione, mentre Martina ha parlato di 2 milioni. Giachetti non si è sbilanciato ma ha insistito su un successo in termini numerici. “Imboscate non ne temo in Assemblea, ci sarà un confronto sui contenuti se nessun candidato supera il 50% alle primarie”, ha detto il governatore della Regione Lazio. “Noi siamo gli unici che portiamo le persone fisicamente a votare per scegliere la propria classe dirigente. Per le primarie farlocche di Salvini hanno votato 5mila persone, Di Maio è stato scelto con 37mila click. Mi auguro che vengano tante persone, lavoro per un numero alto”, è l’opinione di Giachetti. Anche sul reddito di cittadinanza le opinioni sono molto simili. “È una polpetta avvelenata, va cambiato e bisogna usare i soldi per chi crea lavoro”, dice Giachetti. Per Zingaretti “il Reddito di cittadinanza non va abolito ma cambiato in maniera radicale, facendo investimenti per creare posti di lavoro. Era molto meglio il reddito di inclusione fatta dal Pd”. Anche Martina rafforzerebbe “il reddito di inclusione introdotto da noi, poi bisogna abbattere il cuneo fiscale e abolire il decreto dignità di Di Maio. Infine serve il salario minimo legale per chi é non coperto da contratto nazionale”. L’ex ministro dell’agricoltura abolirebbe anche “la legge Bossi-Fini e il decreto Salvini”.
Scintille Giachetti-Zingaretti – L’ex renziano e il governatore del Lazio sono entrati in contrasto quando il primo ha ricordato al secondo l’astensione in Europa di 8 eurodeputati Pd sul voto sul Venezuela. Tra questi, Goffredo Bettini, l’uomo che ha creato la carriera politica di Zingaretti. “Mi rincresce -ha detto Giachetti- che 8 deputati al Parlamento europeo abbiano votato al insieme a M5s e Lega e tra quelli c’era un grande sostenitore di Zingaretti, Goffredo Bettini, che non ha dato lustro alla proposta Pd”. Ha ribattuto Zingaretti: “È stata una scelta parlamentare legata alla volontà di spingere per una maggiore adesione allo sforzo del commissario Mogherini come ha spiegato poi lo stesso commissario”. Controreplica di Giachetti: “Questo è il racconto che fa Nicola…“. Poi ha incalzato sulle contraddizioni dentro la mozione Zingaretti: “Lui ha il sostegno del ministro Marco Minniti e contemporaneamente una senatrice che ha definito le politiche migratorie di Marco Minniti da schiavista. Ha l’ex-ministro del Lavoro Giuliano Poletti e chi vuole cancellare il Jobs Act”.
“Renzi s’impegni di più” – Condivisa anche l’opinione sul futuro nel partito di Matteo Renzi. “Se io sarò segretario e Renzi vorrà impegnarsi io sarò l’uomo più felice del mondo. Di fronte a noi abbiamo Salvini, dobbiamo combattere insieme”, ha detto Zingaretti sèiegando di avere “un ottimo rapporto” con l’ex premier e di averne condiviso le battaglie. “Matteo – ha detto Giachetti – è un arma di punta del Pd, basta vedere il suo intervento ieri in Senato”. “Quanto manchiamo noi a Renzi? Io credo – ha detto Martina – che anche lui vive la sfida di costruire una alternativa, non possiamo costruire il dibattito sull’ ossessione renziani e antirenziani, basta, voglio i democratici. Chiedo a tutti una mano, la sfida è fuori di noi”.
In erasmus con Calenda – Spazio anche a domande più leggere. “Con chi fareste l’Erasmus?”, ha chiesto il conduttore. “L’Erasmus lo farei con Carlo Calenda, è una persona che mi incuriosisce molto mentre Matteo lo conosco di più“, dice Zingaretti. Giachetti ovviamente non ha dubbi: “Scelgo tutta la vita Matteo Renzi“. Ma l’ex-ministro dello Sviluppo viene scelto anche da Maurizio Martina: “Lo scelgo anche perchè abbiamo da lavorare insieme. E poi non potrei mai chiederlo a Matteo dopo il 3 a 3 di ieri nella partita Atalanta-Fiorentina…”.