A dare notizia della sentenza è stata l'Anpi, informata in quanto persona offesa. L'atto, si legge sulla pagina Facebook dell'associazione partigiani "dà ragione a noi e a tutti coloro che hanno denunciato il reato, una sentenza che rispetta le leggi vigenti, a cominciare dalla legge Mancino, e rispetta la XII disposizione finale della Costituzione che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista"
Quattro mesi di reclusione commutati in 9mila euro e 50 di multa. E’ quanto stabilito dal tribunale di Forlì nel decreto penale di condanna per la militante Selene Ticchi D’Urso che il 28 ottobre 2018 a Predappio, durante la manifestazione dei nostalgici della marcia su Roma, indossò una maglietta con la scritta Auschwitzland. A confermare la notizia è stata l’Anpi, a cui l’atto è stato notificato, in quanto persona offesa.
“Si tratta dunque”, si legge sempre sul profilo Facebook dell’Anpi, “di una sentenza che dà ragione all’Anpi nazionale e a tutti coloro che hanno denunciato il reato, una sentenza che rispetta le leggi vigenti, a cominciare dalla legge Mancino, e rispetta la XII disposizione finale della Costituzione che vieta la ricostituzione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”.
Intervistata da ilfattoquotidiano.it, poco dopo che erano circolare le immagini della sua maglietta, si era giustificata dicendo che era “solo humor nero”. Il giorno dopo la militante era stata sospesa da Forza Nuova.