Il summit di Hanoi in Vietnam si conclude senza una 'Cerimonia di firma congiunta', con il leader nordcoreano che già lasciava l'hotel Metropole mentre il numero uno della Casa Bianca apriva la sua conferenza stampa: "Abbiamo avuto un incontro molto produttivo, le differenze sono state ridotte", ma Kim "ha una certa visione che non coincide con la nostra"
Il summit di Hanoi tra il presidente Usa Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong-un si è concluso senza un accordo. Lo fa sapere la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, spiegando che “i rispettivi staff non vedono l’ora di incontrarsi in futuro” e precisando che i meeting tra i due leader sono stati “molto buoni e costruttivi“. “Hanno discusso di vari modi per far progredire la denuclearizzazione e di idee riguardanti l’economia”, recita la comunicazione della Casa Bianca. Il vertice però è terminato in anticipo, segno più tangibile del flop: nel programma originale era prevista una ‘Cerimonia di firma congiunta‘ e un pranzo di lavoro, ma alla fine i due leader hanno lasciato il summit senza cerimonia e Trump ha anticipato la conferenza stampa di due ore, mentre Kim lasciava l’hotel Metropole di Hanoi al termine dell’ultimo colloquio.
“Abbiamo avuto un incontro molto produttivo, c’erano diverse opzioni ma questa volta abbiamo deciso che non era una buona cosa firmare una dichiarazione congiunta al summit”, ha spiegato proprio il presidente americano parlando ai giornalisti ad Hanoi. Per Trump alla base del mancato accordo c’è il rifiuto Usa alla richiesta “di togliere le sanzioni” avanzata da Pyongyang. “Le differenze sono state ridotte”, ma Kim “ha una certa visione che non coincide con la nostra”, ha aggiunto.
“Non potevamo togliere tutte le sanzioni per quel settore che loro volevano”, quindi tutte le sanzioni rimangono, ha detto Trump. “Non abbiamo ceduto su nulla, noi siamo buoni amici del presidente Kim e della Corea del Nord, hanno un potenziale enorme, è incredibile, ma per quanto riguarda le sanzioni si trattava di un settore che noi non volevamo”, ha proseguito Trump. In particolare, gli Usa chiedevano che la Corea del Nord smantellasse il suo complesso nucleare di Yongbyon, ma Kim ha detto che non avrebbe acconsentito a meno che Washington non avesse tolto le sanzioni. “Dovevamo avere più di questo”, ha detto il presidente Usa ribadendo che le sanzioni saranno tolte “solo a denuclearizzazione completata”. In questo senso, il presidente Usa ha riferito che il leader nordcoreano “ha assicurato che non farà test su missili e niente che riguardi il nucleare”. Al di là delle dichiarazioni di circostanza, Trump ha poi ammesso che prima del prossimo summit con Kim Jong-un “potrebbe passare molto tempo“.
In conferenza stampa, dopo il fallimento del negoziato, il presidente Usa si è dovuto difendere anche dalle accuse lanciate mercoledì dal suo ex legale Michael Cohen dinanzi al Congresso: “Nessuna collusione con i russi”, ha replicato. Versione diversa quella fornita da Cohen, secondo cui “Trump mentì agli americani sui negoziati con Mosca per la sua Tower”.