Toccherà alla conferenza Stato-Regioni trovare una soluzione sulla vicenda degli assegni. Come previsto dalla legge di bilancio, infatti, alle regioni che non tagliano il privilegio agli ex consiglieri verranno tagliati i trasferimenti. Tradotto: meno soldi dallo Stato centrale a chi non si adegua secondo il metodo di calcolo contributivo. C'è tempo fino al 31 marzo
Toccherà alla conferenza Stato-Regioni trovare una soluzione sulla vicenda dei vitalizi. Come previsto dalla legge di bilancio, infatti, alle regioni che non tagliano l’assegno agli ex consiglieri verranno tagliati i trasferimenti. Tradotto: meno soldi dallo Stato centrale alle Regioni che non adeguano i vitalizi secondo il metodo di calcolo contributivo. Le legge dà tempo ai Consigli regionali fino al 31 marzo per applicare il “taglio“. In alcune Regioni è stato introdotto un contributo di solidarietà a carico degli ex consiglieri che percepiscono il vitalizio, in altre invece tutto è rimasto fermo per timore di ricorsi e contenziosi.
Il taglio del privilegio ha fatto esplodere un vero e proprio caso in Sicilia. Il governo di centrodestra di Nello Musumeci, infatti, ha deciso di non impugnare la norma dello Stato, come era stato paventato nei giorni precedenti. La palla è passata così all’Assemblea regionale, cui spetta l’eventuale delibera sui tagli dei vitalizi, che gravano sul bilancio per circa 18 milioni di euro all’anno.”Prima deliberiamo e poi ne parliamo. Bisogna formalizzare l’atto, poi la palla passerà al Consiglio di presidenza. Se impugniamo noi la legge diventiamo i difensori del privilegio davanti all’opinione pubblica”, ha detto ieri Musumeci. Anche perché, aggiunge il governatore “per la Regione significherebbe un taglio di 20 milioni di euro, che non possiamo permetterci” .
Adesso dunque spetta al consiglio regionale muoversi. In Consiglio di presidenza dell’Ars giace una proposta del M5s che si è arenata visti i possibili contenziosi da parte degli ex parlamentari, espressi dall’ufficio legale. Anche perché il presidente del parlamento siciliano, Gianfranco Micciché, è contrario al taglio. “Non ho nessun appuntamento in programma con Musumeci. Vogliono ridurre i soldi all’Ars? Facciano pure, mica sono soldi miei. Se tagliano risorse, non pagheremo stipendi di deputati e dipendenti, qui ci sono solo spese obbligatorie. Su questo argomento avevo chiesto invece un’indicazione proprio al governo regionale, dopo che gli uffici dell’Assemblea avevano sollevato molti dubbi di legittimità sul taglio ai vitalizi. Ma da Musumeci non mi è arrivata mai alcuna indicazione”, ha detto Micciché all’edizione locale di Repubblica. Il leader di Forza Italia è spalleggiato anche da Pd, con Antonello Cracolici che definisce “assurda” la pretesa di “ricalcolare i vitalizi, pretesa che oltretutto è stata già respinta dall’ufficio legale dell’Ars. È una decisione vergognosa che crea precedenti pericolosi, tutto mi sarei immaginato tranne che vedere Musumeci prostrarsi ai grillini per salvare la sua poltrona”.
“Miccichè e Musumeci la finiscano con questo inaccettabile scaricabarile, con questo ping-pong istituzionale tra Regione ed Ars, alla ricerca della responsabilità di chi debba pronunciarsi sui tagli dei vitalizi degli ex deputati, i siciliani rischiano di pagare un conto salatissimo e sarebbe una tragedia”, dice il leader del M5s in Sicilia Giancarlo Cancelleri. “Il tempo scorre – continua il pentastellato – e se entro fine aprile non si procederà alla rimodulazione dei vitalizi sulla base dei contributi effettivamente versati, pagheremo, come disposto dalla legge di stabilità nazionale, un prezzo salatissimo in termini di tagli dei trasferimenti dello Stato, che potrebbe arrivare fino a 70 milioni di euro. Cosa che in un momento come questo per la Sicilia sarebbe veramente tragico”.