"Nessuno merita un tumore incurabile a 33 anni. Meritavo la possibilità di crescere ed educare la mia piccola Giulia, portarla al primo giorno di scuola, prepararle il suo cibo preferito con amore, fare un viaggio da solo con lei. Mi meritavo almeno di lasciarle un ricordo reale di me"
È morto nella notte Andrea Bizzotto, il 33enne padovano malato di cancro che aveva scritto un libro-testamento per la figlia di appena due anni, commuovendo tutto il Paese. Come riporta il Corriere del Veneto, si è spento intorno alle 4 di venerdì. Cuoco e gelataio con in tasca una laurea in Ingegneria, viveva in Germania, a Witten, dove si era trasferito per lavorare. A dare la notizia è stata la moglie su Facebook. Negli ultimi giorni le sue condizioni si erano aggravate, giovedì Bizzotto aveva capito che ormai era questione di ore e aveva salutato tutti su Facebook con le parole: “È questione di tempo… Ci vediamo dalla mia stella”.
“Nessuno merita un tumore incurabile a 33 anni. Meritavo la possibilità di crescere ed educare la mia piccola Giulia, portarla al primo giorno di scuola, prepararle il suo cibo preferito con amore, fare un viaggio da solo con lei. Mi meritavo almeno di lasciarle un ricordo reale di me”. Così diceva, intervistato dal Corriere del Veneto. I ricavi del libro sono destinati a un fondo destinato alla bimba. Dieci giorni fa era uscita anche una canzone che aveva in testa da quando aveva 17 anni, come ha spiegato lui, From my star, dedicata alla figlia e messa in vendita online.
Malato dal 2016, quando gli era stato diagnosticato un sarcoma sinoviale, un tumore maligno aggressivo di dieci centimetri lungo una gamba, Bizzotto aveva voluto dedicare a sua figlia un regalo speciale, un libro contenente una lettera per ogni suo compleanno futuro. Che presentava così: «Lei non merita di perdere il suo papà e io, nonostante i miei errori, mi merito di poterla crescere. Sono diventato bravo con lei, mi reputo un buon papà, la amo, giochiamo e passiamo così tanto tempo assieme e lei è sempre più legata a me».
Atto di forza e di amore nei confronti della bimba, Un maldestro in bicicletta – questo il titolo – era stato concepito insieme ad altri malati di cancro conosciuti nel periodo di cura. Dopo la scoperta della malattia, infatti, l’uomo si era sottoposto a 30 radioterapie locali e a quattro cicli di chemio adiuvante, ma dopo meno di un anno il tumore, asportato chirurgicamente, aveva provocato più di una metastasi. La figlia, Giulia Grace, è nata nel marzo del 2017, quando il padre già faceva uno dei quattro cicli di chemio.