Diventa un caso il post-partita di Fiorentina-Atalanta, disputata mercoledì sera allo stadio Artemio Franchi di Firenze. Dopo la gara, valida per l’andata della semifinale di Coppa Italia e terminata 3-3, si sono verificati degli scontri tra ultrà bergamaschi e polizia, sui quali ora piovono accuse da entrambe le parti. Mentre i 23 pullman dei tifosi ospiti stavano lasciando la città scortati dalla polizia verso l’imbocco dell’autostrada A1, nella zona di Firenze Sud, all’altezza del viadotto del Varlungo, alcuni mezzi si sono fermati. Da quel momento si è scatenato un parapiglia con alcuni feriti anche tra gli agenti. La polizia ha identificato 130 sostenitori nerazzurri, ma a far discutere è la dinamica degli eventi. Con scambi di accuse tra sindacati di polizia e la curva atalantina. Da una parte le forze dell’ordine sostengono che siano stati i tifosi a fermare il pullman e aggredirli con aste e bastoni, mentre gli ultrà sostengono che gli agenti siano saliti sul bus dopo averlo bloccato e abbiano “colpito indistintamente” i presenti. Una versione confermata dal titolare della ditta di pullman che a Bergamonews ha riferito il racconto dell’autista: “Gli agenti hanno usato il manganello per picchiare quelli che gli capitavano a tiro“. Viste le ricostruzioni opposte, richieste di chiarimenti sono arrivate sia dal deputato leghista Daniele Belotti, sia dal sindaco dem di Bergamo Giorgio Gori che dalla società orobica.
La versione della polizia – Secondo la polizia, alcuni tifosi sarebbero scesi dai pullman in strada con i volti coperti da cappucci e sciarpe e, con aste e bastoni, si sarebbero scagliati contro i poliziotti, intervenuti per farli risalire sui mezzi. Un funzionario di polizia sarebbe stato colpito da un violento calcio al volto, mentre un altro, salito a bordo di uno dei pullman per capire cosa stesse accadendo, sarebbe stato circondato e picchiato. Bloccati e identificati i responsabili, che ora rischiano una denuncia per resistenza, violenza, lesioni a pubblico ufficiale e travisamento, gli agenti hanno fatto poi risalire a bordo tutti i supporter atalantini, che hanno proseguito il tragitto verso Bergamo. Inoltre durante la gara, fa sapere la questura, si erano resi necessari alcuni interventi da parte della polizia in tribuna, per dividere gruppi di tifosi delle due squadre. Uno dei poliziotti intervenuti ha riportato la frattura di un dito, episodio per il quale è stato denunciato un tifoso bergamasco.
La versione degli ultrà – Totalmente diversa la versione degli ultrà nerazzurri, che hanno stilato un comunicato firmato ‘Curva Nord Bergamo‘ dal titolo “Vogliamo la verità“. Precisando che “non c’è stato alcun contatto con la tifoseria viola, né prima né dopo la partita, e il clima era di assoluta tranquillità”, i tifosi della Dea respingono qualunque responsabilità, spiegando che non c’erano motivi per scatenare disordini. Secondo il loro racconto i poliziotti sono saliti a bordo “colpendo e ferendo indistintamente tutti gli occupanti e rompendo i finestrini dopo aver divelto la porta anteriore” dopo aver fatto “accostare il primo pullman”.
La versione del titolare del bus – Una ricostruzione peraltro confermata dal titolare dell’agenzia che aveva messo a disposizione uno dei pullman con cui i tifosi dell’Atalanta hanno raggiunto Firenze: “Gli agenti hanno usato il manganello per picchiare quelli che gli capitavano a tiro“, racconta. “Non sono stati i tifosi – afferma Massimiliano Dieni a Bergamonews – a far fermare il primo pullman del cordone. E’ stata la polizia”. Il titolare della Travel World di Pioltello è stato anche sentito dalla Digos. “Ho raccontato quello che ho visto – ha spiegato – che da quell’autobus non è sceso alcun tifoso dell’Atalanta e che, al contrario, il mezzo è stato fermato dalle forze dell’ordine che sono poi salite. Cosa sia successo sul pullman, dopo, me l’ha raccontato il collega che era alla guida: gli agenti hanno usato il manganello per picchiare quelli che gli capitavano a tiro”.
Il sindacato di Polizia – “Vergognoso e inaccettabile quanto accaduto”, è il commento del segretario generale del Siulp Firenze, Riccardo Ficozzi. “Un fatto di estrema gravità” anche per il segretario generale della Fsp (la federazione sindacale della polizia di Stato) Valter Mazzetti, per il quale l’episodio “è la prova ulteriore di come la violenza in queste occasioni sia preordinata, cieca, spudorata, praticata nell’arrogante convinzione di non subire conseguenze degne di preoccupazione”. “Non si è trattato di scontri che hanno richiesto l’intervento della polizia, ma di una vera e propria retata violenta nei confronti dei colleghi”, ha commentato Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, Sindacato autonomo di polizia. “Questa è pura delinquenza – continua – che nulla ha a che vedere con lo sport e con il tifo per la propria squadra. Per i delinquenti identificati chiediamo che sia applicato un daspo a vita oltre al carcere”.
Il comunicato della Curva bergamasca – “Sulla strada del ritorno – si legge invece nella nota diffusa via social dalla ‘Curva Nord Bergamo‘ – scortata in superstrada, la carovana dei quasi 20 bus viene separata e divisa dalle forze dell’ordine per, così riferiscono, ‘controllare un pullman che si stava staccando’. Ma come è possibile che in una superstrada dedicata in quel momento solo per il nostro passaggio (con centinaia di forze dell’ordine presenti) un bus si stacchi completamente dal resto della carovana a 500 metri di distanza dal casello autostradale senza alcuna possibilità di deviare il percorso? È qui che il reparto celere fa accostare il primo pullman, facendo aprire le porte e salendo a bordo (già in assetto antisommossa), colpendo e ferendo indistintamente tutti gli occupanti e rompendo i finestrini dopo aver divelto la porta anteriore”. Lamentando abusi immotivati e ferite subite dai manganelli dei poliziotti, gli ultrà hanno invitato chi ne fosse provvisto a mandare video o foto dei momenti di concitazione per documentare quella che, a loro dire, sarebbe stata un’aggressione da parte delle forze dell’ordine, con insulti e minacce, che ha coinvolto anche l’autista di uno dei pullman.
Le richieste di chiarimenti – Dopo la denuncia degli ultrà bergamaschi, il deputato leghista Daniele Belotti, tifoso atalantino (è anche autore di un libro sulla squadra), ha scritto una lettera al questore di Firenze, chiedendo “che vengano acquisiti i filmati del sistema di videosorveglianza del vicino McDonalds e delle videocamere del tratto stradale percorso dalla colonna di autobus dallo stadio al casello autostradale e che venga promossa un’indagine amministrativa interna sui fatti accaduti al fine di tutelare l’immagine della Polizia da eventuali abusi commessi da propri rappresentanti”.
Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori (Pd), inoltre, riportando il comunicato della curva atalantina, ha chiesto al ministro dell’Interno Matteo Salvini di chiarire cosa è successo: “Contiene una denuncia molto circostanziata di violenze ai loro danni, operate da parte di agenti della polizia di Stato al termine della partita, senza alcuna apparente motivazione”, scrive Gori. “Io non so se i fatti si sono svolti esattamente come sono descritti – continua il sindaco – Ho però ascoltato alcune testimonianze, che accreditano la ricostruzione. Le chiedo perciò di appurare e di chiarire con tempestività cos’è effettivamente accaduto. Se davvero gli agenti di polizia sono saliti su quel pullman e deliberatamente, senza una motivazione, hanno picchiato con i manganelli tutti coloro che si trovavano all’interno, se davvero i tifosi sono stati presi a calci e pugni mentre scendevano dal pullman, insultati e pesantemente minacciati, si tratterebbe di un episodio gravissimo”.
Anche l’Atalanta ha chiesto “verità” con un comunicato apparso sul proprio sito ufficiale. “Chiediamo che sia fatta luce su quanto accaduto mercoledì notte a Firenze. Abbiamo visto, con sgomento, le immagini che circolano sui media”, spiegano gli orobici. “Non amiamo i processi sommari ma crediamo fortemente nella giustizia e nella lealtà dei comportamenti e per questo riteniamo opportuno che quanto successo, e documentato con immagini e testimonianze, sia oggetto di approfondimenti”.