Il presidente di Bnl ufficialmente se ne va perché la poltrona non è più compatibile con quella nella banca. Secondo Lettera43 ha discusso con un consulente del gruppo che "aveva apertamente sostenuto la necessità di procedere" nei confronti dell’ex presidente Benito Benedini, dell’ex ad Donatella Treu e dell’ex direttore responsabile Roberto Napoletano, di cui è stato chiesto il rinvio a giudizio
Nuovo scossone ai vertici del gruppo Sole 24 Ore. Dopo la richiesta di multa della Consob e la richiesta di rinvio a giudizio degli ex vertici, il consigliere di amministrazione di lungo corso Luigi Abete lascia il board della società editoriale con effetto immediato, ufficialmente perché non sarebbe più compatibile con l’incarico di presidente di Bnl. Secondo Lettera43, Abete ha rimesso il mandato nelle mani del presidente Edoardo Garrone perché in disaccordo con l’ipotesi di una azione di responsabilità contro la precedente gestione, chiesta ieri anche dai rappresentanti sindacali delle redazioni giornalistiche di Sole 24 Ore, Radiocor Plus e Radio 24.
La nota ufficiale, diffusa nella tarda serata di ieri, spiega che Abete ha deciso di lasciare in “concomitanza di una pluralità di funzioni di amministrazione in varie aziende che non sono più valutate temporalmente compatibili con la funzione di presidente della Bnl”. Il quotidiano online diretto da Paolo Madron parla al contrario di una discussione tra Abete e un consulente del gruppo che “aveva apertamente sostenuto la necessità di procedere”. Ieri i giornalisti avevano scritto che un’azione di responsabilità è “quanto mai urgente” perché “per la società, il rischio è quello di dovere pagare una sanzione pecuniaria a causa della disciplina sulla responsabilità amministrativa degli enti”. L’azione di responsabilità potrebbe essere deliberata al cda del 7 marzo.
Nei giorni scorsi, la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente Benito Benedini, l’ex amministratore delegato Donatella Treu e l’ex direttore responsabile, Roberto Napoletano. I reati contestati sono false comunicazioni sociali e aggiotaggio informativo. In precedenza, una richiesta di sanzioni amministrative era stata formulata a Consob da parte dell’Ufficio competente della stessa Commissione, con multa per l’azienda di 140mila euro, oltre all’obbligo di rispondere in solido per le sanzioni chieste per i suoi ex vertici in caso di incapienza. Secondo LaPresse, nei giorni scorsi sono stati auditi in Consob anche i sindaci del gruppo Sole 24 Ore. Dalla Commissione arriva solo un “no comment”, mentre una portavoce dell’azienda precisa che il regolatore non è tenuto a comunicare alla società un’azione di questo tipo.