“Fortunatamente trovo pochi dissensi. Il fatto di essere stato 'il marito di Belen' oppure aver lavorato per tanti anni sotto l'ala protettiva di Maria può aver condizionato l'opinione delle persone. Di critiche oggi ne leggo sempre di meno. Ma quelli che rimangono me li tengo stretti perché sono le persone a cui penso quando lavoro...", ha raccontato l'ex ballerino
Stefano De Martino sta per debuttare alla conduzione di Made in Sud: un’importante scommessa per la Rai2 di Carlo Freccero, un bel traguardo per il 29enne di Torre Annunziata. “Cosa porto? Gli addominali”, scherza nel promo che annuncia la messa in onda della prima puntata del programma comico, prevista per lunedì 4 marzo. Ma in realtà l’ex ballerino di Amici porterà molto altro: la sua verve comica e la sua freschezza anzitutto, oltre a quel sorriso da bravo ragazzo.
Fatima Trotta, l’altra conduttrice, ha detto che “spaccherai il culo a tutti”. Punti a stupire?
“(ride, ndr) Io, per non pensare troppo, mi sto dedicando alla preparazione. Voglio lasciare le ansie alla larga e non voglio neppure focalizzarmi sulla reale responsabilità che ha chi conduce un programma così importante. Una cosa è certa: se il programma dovesse andare bene mi prenderei anche i meriti, così come se dovesse andare meno bene – facendo le corna – mi prenderei tutte le responsabilità. Ma credo ci siano molte persone già pronte a scrivere “De Martino fa flop in Rai” (ride, ndr)”.
Durante la conferenza, a mo’ di battuta, hai detto: “Io non so condurre e i comici non fanno ridere”. Temi il giudizio?
“Era un modo per dissacrare. Al momento, perlomeno sulla carta, ci sono tutti gli ingredienti per fare bene. Chi ha assistito alle prove e ha visto il nuovo assetto del programma è molto positivo e ne parla bene. C’è un buon percepito. Così, durante la conferenza, ho voluto ammazzare queste aspettative: preferisco sorprendere che deludere”.
E’ senz’altro particolare vederti alla conduzione di un programma comico senza aver avuto un background in quel settore.
“In realtà trovo più difficoltà nei programmi seri che in quelli più ironici. Finora ho sempre avuto ruoli istituzionali, come lo scorso anno a L’Isola o altrove. In quelle vesti mi ci ritrovo un po’ meno rispetto a queste, dove anche l’errore può diventare un pretesto per farsi una risata”.
Sarai il trascinatore o la vittima di turno?
“La vittima, senza dubbio: l’ultimo arrivato, il ragazzo troppo emozionato e impacciato, quello preso di mira da tutti”.
Ti senti comico?
“Fa parte della mia cultura napoletana, cerchiamo sempre di sdrammatizzare e di trasformare in ironica anche la situazione più tragica”.
E’ vero che Freccero ti ha notato su Instagram?
“Ho sentito anche io questa cosa, credo che Freccero l’abbia detta in qualche intervista. Qualche tempo fa avevo pubblicato sui social un siparietto divertente di lezioni di napoletano con mio figlio che forse gli era piaciuto. Ma quando ci siamo incontrati, con Freccero, ho scoperto che lui mi osservava già da tempo. Avevo visto tutte le mie interviste in Rai e altre cose che avevo fatto in Mediaset. Era molto informato su di me, mi ha lusingato”.
La concorrenza è tosta: andrete in onda contro Il nome della Rosa e L’Isola dei Famosi.
“Non penso ai punti di share. Non tanto perché non mi convenga pensarci, quanto perché spero che si parli bene del programma. Spero che i telespettatori siano soddisfatti del prodotto e io spero di risultare all’altezza del ruolo. Poi, se il programma dovesse andare meno bene, sappiamo di aver avuto due colossi contro. Il Nome della Rosa è una certezza per la Rai e anche L’Isola storicamente va forte, anche se quest’anno non splende per ascolti record. Forse da parte delle altre reti c’è una sorta di… non dico timore, ma di buona considerazione”.
A proposito de L’Isola, ti è spiaciuto non essere stato richiamato per fare l’inviato?
“Già lo scorso anno, al mio ritorno dall’Honduras, avevo detto che non avrei ripetuto quell’esperienza. Per me è stato un esperimento ma non l’avrei rifatto, perché non è quella la mia direzione. Mi sento più dirottato verso il varietà”.
Eppure balli sempre di meno, come mai?
“Il ballerino di per sé ha una vita artistica breve. E’ stata l’evoluzione naturale di una persona che ha iniziato a lavorare nella danza a 18 anni e che a 30 sta iniziando a rivedere i ruoli. Comunque a Made in Sud ballerò!”.
In Rai ti hanno subito aperto le porte per una prima serata importante. Mediaset avrebbe dovuto credere di più in te?
“Non credo. Magari c’era l’intenzione di affidarmi qualcosa, ma non c’erano gli spazi o i contenuti giusti a disposizione. A volte ci sono gli artisti, ma non ci sono i programmi. Rai o Mediaset? Non sto troppo dietro a queste dinamiche campanilistiche. Ormai non esiste più quel tipo di divisione netta, basti vedere Mara Venier e Simona Ventura…”.
Hai un contratto di esclusiva con la Rai?
“No, ho un contratto a progetto per Made in Sud”.
Qualcuno ha scritto: “Stefano De Martino ha tradito Maria De Filippi”. Ma, di fatto, non esiste alcun tradimento.
“Affatto, Maria mi ha incoraggiato. Lei è la mia madre artistica, i figli prima o poi devono uscire di casa e farsi strada anche da soli. A un certo punto ho sentito la necessità di essere più indipendente. Credo che lei abbia sempre apprezzato questa mia indole, anche perché l’ho sempre tenuta aggiornata sul mio percorso e ci siamo sempre confrontati. La sua opinione è importante per me”.
Freccero ha detto: “De Martino? Rai 1 vuole già portarmelo via”. Cosa c’è in ballo?
“Non so nulla, magari sono chiacchiere da ufficio che sono arrivate alle sue orecchie, ma non alle mie. Non mi trovo al suo piano, quello degli uffici. Io lavoro negli studi, al piano terra”.
Oggi in tv sono rimasti solo due programmi comici: Made in Sud e Colorado. Tu condurrai il primo, Belen Rodriguez il secondo. Già questo fa ridere?
“Mi diverte parecchio. Tra l’altro, se non cambierà nulla, dovremmo andare in controprogrammazione per due puntate: saremmo realmente in competizione. Sono contento, anche perché Colorado è un programma che le sta particolarmente bene addosso”.
Nella tua carriera il gossip quanto ti ha aiutato e quanto penalizzato?
“50 e 50. Il gossip è come una raccomandazione: accendono una luce su di te, ti indicano e spingono le persone a notarti. Però, allo stesso tempo, quando sei un ‘raccomandato’ devi dimostrare il doppio rispetto a chi ha intrapreso un percorso normale, devi dimostrare di meritarti il posto che hai. Se c’è della sostanza quella luce può diventare un canale attraverso cui comunicare un talento, una passione o una professionalità. Se non riesci a fare di necessità virtù e a portare a tuo vantaggio questa cosa, finisci presto nel dimenticatoio”.
Anche tu hai dovuto faticare il doppio rispetto agli altri?
“Beh, l’aver iniziato con la danza mi ha dato un certo tipo di disciplina: sono uno stakanovista”.
Una volta, anni fa, hai detto: “Sono vittima di pregiudizi. Faccio i conti con il mio passato e pago pegno”.
“Adesso sono cresciuto: ho trent’anni e un altro tipo di consapevolezza. Mi piace quando le persone si aspettano poco o nulla da me perché so di poter partire da una posizione di vantaggio, potendo contare sull’effetto sorpresa. Quando ti danno poco credito è più facile sorprendere. Come a dire: ‘Magari non ve lo aspettate, ma io so fare anche questo e questo’”.
C’è qualcuno che si è ricreduto?
“Negli ultimi due o tre anni c’è stata una metamorfosi della percezione delle persone verso di me. Me rendo conto dal lavoro, che sta andando in una direzione diversa, ma anche da quello che mi dicono quando mi incontrano per strada. Ho avuto modo di farmi conoscere per quello che sono davvero. Dalle foto sulle riviste o dall’idea che le persone hanno di questo mondo in tanti si erano fatti un’idea distorta di me. Quando ho avuto la possibilità di parlare, di far capire quali sono i miei valori, ho potuto offrire al pubblico una visione diversa di me”.
Oggi cosa ti contestano gli hater?
“Fortunatamente trovo pochi dissensi. Il fatto di essere stato ‘il marito di Belen’ oppure aver lavorato per tanti anni sotto l’ala protettiva di Maria può aver condizionato l’opinione delle persone. Di critiche oggi ne leggo sempre di meno. Ma quelli che rimangono me li tengo stretti perché sono le persone a cui penso quando lavoro. Penso a loro per cercare di fare sempre meglio: voglio fargli cambiare idea”.
Cosa diresti, oggi, allo Stefano di dieci anni fa?
“Gli consiglierei di studiare tanto, tanto di più rispetto a quello che ha fatto. Gli consiglierei anche di ripetere tutti gli errori perché alla fine sono quelli che mi hanno fatto imparare qualcosa. Avrei talmente tanta paura di modificare il mio percorso, che gli chiederei di cambiare nulla. Preferirei lasciare tutto così com’è”.
Questa non è un’intervista di gossip, ma ultimamente si parla tanto di te sui giornali di cronaca rosa. Non possiamo far finta di niente: cosa c’è di vero e cosa di falso in quello che si legge?
“Di vero c’è poco o niente. Se ci fosse qualcosa di vero ci sarebbero delle mie dichiarazioni virgolettate. Ma non ce ne sono poiché preferisco parlare di lavoro e preferisco che l’attenzione si focalizzi su quella parte di me su cui sto investendo tante energie. Da parte mia non c’è nessun tipo di contributo. Laddove mi andasse di parlare ancora della mia vita privata, anche se l’insegnamento l’ho appreso bene e ora certe cose le tengo in serbo per me, non lascerei spazio a dubbi. Ma preferisco che ne parlino gli altri e ci ricamino sopra quello che può gli conviene”.