Era sparito in una notte del 2004, negli anni in cui la faida di Scampia insanguinava le strade di Napoli. Di lui non si era saputo più nulla fino a oggi, quando la latitanza di Marco Di Lauro è finita dopo 15 anni grazie a un’operazione congiunta di Polizia, Carabinieri e Finanza. Classe 1980, l’ex latitante figurava sui libri paga del clan come F4, che sta per “quarto figlio” del capofamiglia Paolo Di Lauro, soprannominato “Ciruzzo ò milionario“, fondatore della famiglia camorristica napoletana di Secondigliano: deve scontare 10 anni per associazione camorristica e droga. Su di lui pende, tra l’altro, una condanna all’ergastolo per omicidio perché ritenuto il mandante dell’assassinio del giovane innocente Attilio Romano, ucciso per errore nel gennaio del 2005 durante la cosiddetta prima faida di Scampia.
L’arrestato figura nella lista dei 30 ricercati più pericolosi e per gli inquirenti era considerato il secondo latitante più pericoloso d’Italia dopo Matteo Messina Denaro. Dal novembre 2006, inoltre, era ricercato anche a livello internazionale. Si era arrivati a ipotizzare che fosse scappato a Dubai, invece è stato catturato nella sua Napoli: era con la moglie in un’abitazione del quartiere Piscinola-Chiaiano in via Emilio Scaglione. Di Lauro, oggi 38enne, era solo un ragazzo quando fece perdere le sue tracce, 14 anni fa, nel corso della “notte delle manette” quando mille uomini dello Stato invasero i quartieri Scampia e Secondigliano coadiuvati dagli elicotteri ed eseguirono 53 ordinanze. Secondo gli inquirenti, Di Lauro avrebbe intrapreso la ricostruzione del clan guidato dal padre.
Il clan Di Lauro è stato protagonista tra il 2003 ed il 2005 di una delle più sanguinarie faide di camorra. Lo scenario sono stati i quartieri dell’area nord occidentale di Napoli e alcuni Comuni della zona a nord. A scatenare la faida che vedeva contrapposti i fedelissimi del clan e alcuni ex appartenenti che decisero di mettersi in proprio – da qui il nome di “girati” o scissionisti – fu il controllo del traffico degli stupefacenti nella zona di Scampia e di Secondigliano.
“Marco Di Lauro non era armato e non ha opposto resistenza” ha detto il questore di Napoli, Antonio De Jesu, che è sceso dai suoi uffici per accogliere i suoi uomini che, insieme all’Arma dei Carabinieri, hanno arrestato il latitante di camorra. Soddisfatto anche il comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, colonnello Ubaldo Del Monaco, che ha evidenziato che l’azione si è svolta sotto il coordinamento della Dda di Napoli guidata dal procuratore Melillo. “Siamo contenti”, ha aggiunto Del Monaco. Di Lauro è arrivato in questura a bordo di una auto civetta della Polizia di Stato mentre dall’alto un elicottero sorvegliava la zona. “Bravi, bravi” è l’incitamento dei presenti, un centinaio di persone, mentre alcuni degli agenti che hanno partecipato all’operazione si sono abbracciati.
La notizia della cattura è stata data dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha fatto i complimenti alle forze dell’ordine: “Dopo l’arresto di un terrorista algerino dell’Isis, mettono a segno un’altra operazione importantissima. Nessuna tregua ai criminali” ha detto il titolare del Viminale. Su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha commentato: “Complimenti alla Dda di Napoli, alla polizia, ai carabinieri e a tutti i servitori dello stato che hanno conseguito questo risultato. A tutti loro va un enorme grazie. Ancora una volta: nessuno può pensare di sfuggire alla giustizia italiana!”.
“È una vittoria dello Stato. Esprimo le mie più sincere congratulazioni alle forze dell’ordine e alla magistratura per questo arresto che riconsegna sempre più fiducia nella democrazia e nelle sue leggi per affermare il principio della legalità”, ha aggiunto il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra. Per i parlamentari del MoVimento 5 Stelle in commissione Antimafia “è un’altra vittoria dello Stato, un altro motivo in più per pensare che adesso le cose stanno cambiando veramente. Ringraziamo gli inquirenti per aver messo a segno un altro importante colpo contro la criminalità. Il cerchio attorno a questa mafia che ‘c’è ma non si vede’ si stringe. Presto sarà un’Italia più libera”. “La lotta alla camorra è al centro dell’azione dello Stato nella nostra città”, ha detto il sindaco del capoluogo partenopeo Luigi De Magistris. Soddisfatto anche il sottosegretario all’Interno Luigi Gaetti, secondo cui “gli arresti di oggi non fanno altro che confermare come la presenza costante e la continua collaborazione delle Forze di Polizia siano la risposta più efficace contro ogni forma di criminalità organizzata“.