Sono oltre 300 gli abitanti del comune del Veneziano che hanno sottoscritto la petizione per confermare la propria stima nei confronti del primo cittadino (che nel frattempo si è dimesso) accusato di aver ricevuto gli 81 voti necessari per essere eletto nel 2016 grazie all'intervento della camorra. Nel frattempo la manifestazione contro le mafie si è rivelata un flop
Mentre la manifestazione antimafia si trasforma in un quasi flop, centinaia di cittadini sottoscrivono una petizione di solidarietà a favore del sindaco di Eraclea, l’avvocato Mirco Mestre, arrestato per voto di scambio. Un’accusa che si intreccia con il blitz anticamorra che ha portato in carcere una cinquantina di persone, nell’inchiesta più vasta condotta a Nord Est sulle infiltrazioni nel tessuto economico, sociale e politico del Veneto. L’avvocato è, infatti, accusato di aver ricevuto gli 81 voti necessari per essere eletto nel 2016 grazie all’intervento dell’organizzazione criminale, che aveva entrature anche con la precedente amministrazione, diretta da Graziano Teso, che è a sua volta indagato e che aveva fatto da sponsor di Mestre, di cui è diventato vicesindaco.
Accade che a Eraclea, una settimana dopo gli arresti, alcuni amici del sindaco abbiano iniziato una raccolta di firme di solidarietà, riuscendo a trovare parecchi consensi. Basti pensare che tra chi ha aderito c’è anche un parroco. Ma non mancano imprenditori, ex politici e professionisti, nonché cittadini residenti nella zona di San Donà di Piave, a ridosso delle spiagge jesolane. Sul fronte della legalità i sindacati hanno organizzato un corteo che ha però avuto pochi consensi tra i residenti di Eraclea, visto che la maggioranza dei partecipanti proveniva da altre località. Poi la conferenza dei sindaci del litorale veneziano che, si è riunita a Jesolo, ha promosso un manifesto contro tutte le mafie: “Non ci riferiamo solo ad Eraclea, ma a tutti i fatti avvenuti nel Veneto orientale – hanno spiegato – Ci impegniamo a contrastare i metodi mafiosi e proteggere i nostri territori e l’economia”.
Mentre il sindaco Mestre si è dimesso, e quindi Eraclea sarà retta da un commissario, a suo favore hanno cominciato a registrarsi le prese di posizione dei cittadini che non credono alla sua collusione con la Camorra. Un fatto sicuramente sconcertante, visto il tenore delle accuse e la vastità del fenomeno. Attraverso l’hashtag #iostoconmircomestre è stata lanciata una raccolta di firme. Intervistato dal quotidiano Il Gazzettino, il commercialista Gianni Corradini, di San Donà di Piave, docente universitario, ha dichiarato: “È nato tutto spontaneamente. La petizione è stata firmata da persone che hanno conosciuto il sindaco per vari motivi e che sono convinte della sua innocenza. L’iniziativa vuole essere un modo per dimostrare a lui e alla sua famiglia la vicinanza per questa brutta storia. Ci sono persone che stanno soffrendo in silenzio: noi attraverso uno strumento semplice come quello della petizione vogliamo ribadire che non sono sole. E che, nonostante l’ondata di fango che sta travolgendo Eraclea, continua ad esserci chi ha stima in Mirco Mestre. Per noi rimane un professionista serio e un bravo amministratore”.
Questo il testo della petizione: “I sottoscritti, contrari a qualsivoglia tipo o forma di associazione criminale credono fermamente che l’Avvocato Mirco Mestre sia estraneo ad ogni collusione con ambienti e/o persone legate alla Mafia. Mirco Mestre è persona degna di stima, impegnata socialmente nell’interesse della città di Eraclea e dei suoi abitanti”. L’imprenditore Luca Cerchier, amico del sindaco, tiene il conto: “Il primo giorno abbiamo raccolto duecento firme, ma adesso l’elenco è in crescita, dovremmo già essere a trecento adesioni”.