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Nanga Parbat, il maltempo rimanda ancora le ricerche di Nardi e Ballard. Messner: “Speranze quasi finite”

I due sono dispersi da domenica a circa 6mila metri di altitudine sul monte pachistano. Dopo il forfait dei russi, dei droni baschi e degli alpinisti locali, operazioni di soccorso nuovamente interrotte. Ma domenica si tenterà ancora. Nel frattempo è partita una raccolta fondi per le ricerche

Si fanno sempre più flebili le speranze di salvare gli scalatori Daniele Nardi e Tom Ballard, dispersi da sei giorni a 6mila metri di altitudine sul Nanga Parbat, in Pakistan, la nona montagna più alta del mondo, anche tristemente conosciuta come “assassina”. Il maltempo di queste ore sta complicando ulteriormente le operazioni di soccorso. “Al momento non è possibile alcuna operazione a causa delle intense nevicate e della scarsa visibilità”, ha fatto sapere il capo del club alpinismo del Pakistan, Karrar Haidri. “È previsto maltempo, sarà difficile per gli elicotteri decollare”. Le avverse condizioni meteo dovrebbero protrarsi per i prossimi due giorni, come conferma anche l’ambasciatore italiano Stefano Pontecorvo, che su Twitter però precisa: “Domani mattina le condizioni potrebbero essere migliori e si proverà nuovamente“, tenendo aperto qualche spiraglio. “Rimaniamo fiduciosi che le operazioni possano riprendere al più presto”, fanno sapere dallo staff di Nardi.

Neve e nuvole a bassa quota, con venti sostenuti, continueranno a imperversare per tutta la giornata. “Siamo in contatto sia con gli alpinisti al campo base che con il governo pachistano per decidere come procedere con le ricerche di Daniele e Tom”, spiegano i collaboratori di Nardi, 42enne di Sezze, in provincia di Latina.

Nardi e l’inglese Ballard, figlio di Alison Hargreaves, celebre scalatrice britannica morta nel 1995 sul K2, sono dispersi da domenica sullo sperone Mummery, tra i 5.100 e i 7.000 metri di quota. Venerdì è fallito anche il tentativo di Mohammad Ali Satpar e di altri esperti alpinisti locali di raggiungere l’ultimo campo dove si presume si trovino. Ed è fermo a questo punto anche il progetto di trasferire in elicottero dal campo base del K2 il team dell’alpinista basco Alex Txikon con i suoi super droni. Dopo il forfait del team russo, che ha rinunciato a causa delle condizioni meteorologiche, i droni del basco sono stati bloccati venerdì sull’elicottero che avrebbe dovuto trasportarli, perché l’agenzia privata Askari, che gestisce i voli dell’esercito pachistano, ha chiesto il pagamento anticipato per tentare il sorvolo.

Sulla vicenda è intervenuto anche Reinhold Messner, scettico sulle possibilità di trovare i due alpinisti vivi. “Secondo me sono stati presi da una valanga” di blocchi di ghiaccio. C’è quasi zero speranza”, queste le sue parole. Il problema è dato da tre seracchi, giganteschi blocchi di ghiaccio “che stanno sopra lo sperone Mummery, a sinistra e a destra”, ricorda Messner, che sul Nanga Parbat nel 1970 ha perso il fratello Gunther. “In base alle fotografie che ho visto oggi”, Nardi e Ballard, di casa in Val di Fassa, “sono saliti per un pezzo, poi ritornando giù per qualche motivo, forse nel punto più esposto, sono stati presi da blocchi di ghiaccio”. Nei giorni scorsi è stata avvistata la tenda, trovata invasa dalla neve, come hanno fatto sapere dallo staff di Nardi.

Al “99,9 per cento sono stati travolti da una valanga generata dal crollo regolare, costante, di uno dei grandi seracchi che sono posti in cima allo sperone”, gli fa eco Simone Moro, che nel 2016 era nella prima e unica spedizione ad aver raggiunto in inverno gli 8.126 metri del Nanga Parbat. Un pericolo “non calcolabile”, dice Messner. Che spiega: “Chi va sotto rischia la vita. Un alpinista esperto non dovrebbe andare. Nardi ha capito quello che fa. Ballard è un grande alpinista, giovane, ma non ha l’esperienza di questo tipo”.

Nel frattempo, gli amici di Daniele Nardi hanno lanciato una raccolta fondi su internet per “dare un aiuto alle ricerche” dei due scalatori. Nelle prime sette ore sono stati raccolti 20mila euro, offerti da quasi 600 donatori. “Per noi Daniele non è solo un amico, ma anche un fratello – si legge nella presentazione sulla pagina del sito gofundme.com -, una fonte di ispirazione per la sua determinazione, semplicità e soprattutto amore per la vita. Vogliamo ricambiarlo con un piccolo gesto e non lasciare nulla di intentato perché Tom e Daniele tornino a casa”.
Le somme non utilizzate saranno devolute alle scuole del Pakistan. L’iniziativa è stata ufficialmente riconosciuta dallo staff di Nardi.