“Gli affari sono importanti ma i tifosi lo sono di più”. Con queste parole il presidente della Federcalcio spagnola Luis Rubiales ha annunciato lo stop ai posticipi del lunedì nel campionato iberico. La notizia arriva via Twitter dopo le proteste proprio dei tifosi, contrari allo “spezzatino”, già ampiamente in vigore anche in Italia. “Non ci sarà più calcio il lunedì, ma solo il sabato e la domenica. Vedremo cosa succederà con il venerdì, se riusciremo a trovare un accordo per tutti” con la Liga e con i media. “Gli affari sono importanti ma i tifosi lo sono di più”. Queste le parole scritte sul social dal presidente federale.

L’ultima protesta in ordine di tempo è andata in scena lo scorso 11 febbraio allo stadio Mendizorrotza della città basca di Vitoria-Gasteiz, dove i tifosi dell’Alavés hanno portato una finta bara sugli spalti per salutare la “morte del calcio”, nella partita contro il Levante. L’annuncio di Rubiales, riferito implicitamente al presidente della Liga Javier Tebas, “gran commercializzatore” e nemico giurato del numero uno della Federazione, dà ragione ai supporters, stanchi di fare sacrifici per poter vedere la propria squadra del cuore dal vivo. Nel tweet, non a caso, si vedono dei seggiolini vuoti, come a dire: i tifosi li preferiamo allo stadio e non sul divano.

Anche in Germania le lamentele dei fans contro il ‘monday night’ avevano già portato alla stessa decisione: in Bundesliga non ci saranno più posticipi dalla stagione 2021-2022. Inventato in Inghilterra nel 1992, il posticipo del lunedì in Francia non c’è mai stato.

E in Italia? Dal 2014-2015 è stato introdotto a discrezione, ma ora, nella spartizione della torta tra Sky e Dazn, sembra diventato appuntamento fisso. Non senza polemiche: anche nel nostro campionato sono forti i malumori dei tifosi, da sempre amanti del calcio domenicale. Anche se non si può dimenticare lo striscione esposto dai tifosi della Roma allo stadio Artemio Franchi di Firenze il 9 aprile 2001 contro i viola: la partita si giocò di lunedì alle 15 e i migliaia di sostenitori giallorossi si giustificarono ironicamente con un “Semo tutti parrucchieri“.

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