Se ti arrabbi quando nasce un problema, i problemi diventano due: sei arrabbiato e il problema è ancora lì, irrisolto, in genere, poi, la rabbia non è mai una buona consigliera. Si tratta di una saggia pratica che salva la vita, anzi la allunga.
La prendo alla larga per commentare lo strano caso della Giornata della Lentezza dello scorso 27 febbraio 2019. Riassumo brevemente: ogni anno L’Arte del Vivere con Lentezza Onlus, invita le persone a rallentare almeno per un giorno. Quest’anno, alla 13esima edizione, abbiamo lanciato la data del 6 maggio, un lunedì, il giorno più complicato per provare a non farsi prendere dalla frenesia, a decelerare, magari applicando un Comandalento, un Comandamore, un Bicilento.
In genere avevo vissuto le precedenti giornate in modo un po’ paradossale, ma piacevole e faticosamente pressante, cercando di raccordare in qualche modo le tante iniziative in giro per l’Italia e nel mondo, ma non mi era mai successo di dover passare una giornata a cercare di spiegare agli amici e ai giornalisti che mi telefonavano, che la Giornata sarebbe stata il primo lunedì di maggio e non mercoledì 27 febbraio.
Mi trovavo di fronte a un fiorire di versioni online di quotidiani, persino l’Inter aveva partecipato con l’immagine di un goal salvato sulla linea di porta.
? | LENTEZZA
Oggi è la Giornata Internazionale della Lentezza?
Qual è stato il momento più lento che vi ricordate?@23_Frog contro il @FCBayern è un buon candidato…#GiornatadellaLentezza pic.twitter.com/rQ8H2WVcaW— Inter (@Inter) 27 febbraio 2019
Un successo involontario, o forse un annunciato insuccesso per il 6 di maggio, la “giornata classica”. Piano piano ho scoperto che un sito che cataloga tutte le Giornate aveva erroneamente messo a calendario quella della lentezza, dopo qualche esitazione si sono scusati e l’hanno tolta dall’agenda. Se la cosa fosse accaduta qualche anno fa, quando non avevo ancora abbracciato questo stile di vita penso che avrei reagito con richieste di smentite, a suon di comunicati stampa, drammatizzando inutilmente il tutto.
Poi mi è venuta in mente la storica pubblicità di un biscotto gelato, con Stefano Accorsi, quella che recitava “Du gust is megl che uan “, regia di Daniele Lucchetti. E ho pensato che alla fine due giornate erano meglio di una, che tanta gente ci aveva provato, che i problemi sono altri, che in fin dei conti era carnevale e che rallentare quando possiamo e correre quando dobbiamo, con una sana alternanza, è uno stile di vita che dovremmo cercare di portare avanti non un solo giorno ma tutto l’anno. Insomma non era stata certo: molta lentezza per nulla. Se siete arrivati fino qui, vi domando solamente se vi ricordate il nome del biscotto gelato.