Ieri dopo anni sono tornato in piazza a Milano per People. Prima le persone. Era da tempo che non ne sentivo la necessità. L’ultima volta avevo partecipato a una tiepida marcia Perugia-Assisi ma ieri è stata come “la prima volta”. Ho ritrovato quella persone che avevo lasciato qualche anno addietro nelle manifestazioni per la pace. C’erano tutti: Libera, l’Arci, Amnesty, il Ciai, Medici senza frontiere, Acli, Anpi, Action Aid, le scuole, gli scout.

E poi suore, preti, artisti come Claudio Bisio, Ornella Vanoni, Malika Ayane, Lella Costa; famiglie al completo con bambini di pochi mesi o anni; studenti e professori che si sono abbracciati in corteo; cinesi, africani e chi più ne ha più ne metta. Quasi a cercare casa ieri c’erano anche volti più noti: Maurizio Martina e Nicola Zingaretti; Nicola Fratoianni e l’ex sindaco Giuliano Pisapia; il leader della Cgil Maurizio Landini e il segretario della Uil Carmelo Barbagallo

Ma sabato la politica non l’hanno fatta loro ma tutta quella gente che si è autoconvocata, che è scesa in piazza perché “è normale” farlo in questo periodo in cui nessuno è più in grado di mettere assieme i cocci del vaso che si è rotto da tempo. Dopo anni il popolo che qualche anno fa appese alle finestre la bandiera della pace, che non si dimentica del 25 Aprile, che sa chi è Sandro Pertini e che la sera guarda il telegiornale di Rai3, è tornato a guardarsi in faccia e a porsi una domanda: dov’eravamo rimasti? A disperdere questo esercito pacifico in questi anni ci hanno pensato le divisioni dei partiti, l’incapacità delle organizzazioni sindacali di fare politica al posto di far cassetta con i Caf; la poca profezia dei leader politici molto concentrati sul loro ombelico e poco attenti alla pancia della gente.

Sabato, proprio perché la manifestazione non è stata organizzata da nessun partito, c’erano tutti: quelli che alle ultime elezioni hanno votato Leu, quelli che hanno segnato sulla scheda il simbolo del Partito democratico, chi ha preferito optare per Emma Bonino, chi non ha votato (tanti) e chi ha scelto i 5Stelle per cambiare. A proposito, a nessuno sarà sfuggita l’assenza dei pentastellati che sabato non hanno messo in campo nemmeno l’internazionalista Alessando Di Battista

Resta da fare il bilancio di una giornata che non si vedeva da tempo: dove finiranno ora questi 250 mila? Purtroppo per loro c’è solo la strada, non c’è una casa dove ognuno possa sentirsi accolto. Non c’è un tetto per ogni persona. C’è “solo” una piazza. Ma è già qualcosa. Forse.

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