È morto a Roma, all’età di novant’anni, il filosofo e storico della filosofia Tullio Gregory. La sua è stata una vita dedicata allo studio e alla divulgazione della filosofia: si è occupato in particolare della storia del platonismo e del naturalismo medievali e della cultura filosofica europea dei secoli Sedicesimo e Diciassettesimo, mettendone in evidenza i momenti di passaggio e di crisi e svolgendo studi di storia delle idee e del pensiero scientifico. La camera ardente si terrà lunedì nella sede dell’Enciclopedia Italiana Treccani, con cui Gregory ha a lungo collaborato contribuendo, tra l’altro, alla pubblicazione del Dizionario Enciclopedico.
Docente di filosofia all’Università La Sapienza, Gregory è stato attratto da sempre dai momenti storici in cui si sono verificate grandi svolte culturali che hanno portato a un cambiamento della vita degli uomini, delle società. Per Laterza ha diretto la collana “I filosofi” ed ha fondato e coordinato l’Istituto per il lessico intellettuale europeo e storia delle idee (Iliesi). I suoi studi e insegnamenti da Roma sono arrivati nel mondo: è stato directeur d’études all’École pratique des hautes études di Parigi (1975-77, 1985-86) e professore alla Sorbona (1986-87), che gli ha conferito la laurea honoris causa (1996). Ma anche membro della British Academy di Londra dal 1993 e dell’American Academy of Arts and Sciences dal 1994. Dal 1993 al 1994 è stato membro del consiglio di amministrazione della Rai. Nel 2002 è stato nominato Cavaliere di gran croce della Repubblica Italiana. Tra le sue opere: “Scetticismo ed empirismo. Studio su Gassendi” (1961), “Etica e religione nella critica libertina” (1986), “Origini della terminologia filosofica moderna. Linee di ricerca” (2006).