L'associazione americana dell'industria discografia registra il crollo dei CD, l'ultima fabbrica che produceva supporti vergini ha chiuso i battenti, l'Istat li toglie dal paniere. Il grande successo della musica in streaming ha determinato la fine di un'era.
I servizi di streaming musicale hanno cambiato il nostro modo di fruire la musica. YouTube, Spotify, Vevo e simili hanno sostanzialmente mandato in pensione i compact disc e penalizzato il download di musica a pagamento. Sopravvivono i vinili, grazie ad appassionati e collezionisti. Le informazioni emergono dall’ultimo report RIAA (Recording Industry Association of America, cioè l’Associazione Americana dell’Industria Discografica) che contengono un dato amaro alla vigilia del compleanno del CD, che ricorrerà il prossimo 8 marzo.
In sintesi, nel 2018 i ricavi delle piattaforme musicali in streaming sono cresciuti del 30% e hanno contribuito per il 75% alle entrate totali. Sono inclusi i servizi in abbonamento, quelli con interruzioni pubblicitarie e le radio via Internet. Il numero medio di abbonamenti a pagamento è lievitato del 42%, e i servizi di streaming hanno trasmesso oltre 400 miliardi di canzoni agli ascoltatori statunitensi. La conseguenza è che sono crollati i proventi derivati dai download digitali, ossia le tracce scaricate a pagamento: si parla di un -25% rispetto al 2017, e un -42% dal 2013.
Ad avere la peggio però sono stati i supporti fisici, in calo del 23% dal 2017. In particolare, il crollo ha interessato i CD, diminuiti del 34%. Del resto questa tendenza arriva da lontano e ha già portato, nel 2018, alla chiusura dell’ultima fabbrica che produceva i CD. Non solo: nell’ultimo aggiornamento del paniere Istat di poche ore fa sono stati depennati i CD vergini (oltre ai DVD) “i cui valori di spesa si sono fortemente ridotti così da renderli non più rappresentativo dei consumi degli Italiani”.
È quindi arrivato il momento di dire addio a una rivoluzione che prese il via nel 1979 e che nel 2007 contava 200 miliardi di unità vendute nel mondo. La discesa iniziò con l’avvento degli MP3 e di piattaforme come Napster, ma è stato lo streaming come lo conosciamo oggi a determinare la fine di un’era. Restano baluardi dei supporti fisici i vinili, grazie allo zoccolo duro di collezionisti e appassionati. Una piccola e simbolica rivincita dell’analogico sul digitale.