NARDI AL TED DI TRENTO SULLO SPERONE MUMMERY – “Ero a circa 6000 metri sul Nanga Parbat, questa montagna altissima di 8125 metri che si trova in Pakistan, e questa corda mi ha salvato la vita”. Inizia con queste parole la conferenza di Nardi al Ted di Trento. Con queste e con una corda rossa, mostrata al pubblico in sala. È il 26 novembre 2016 e ascoltare Daniele dà risposta alle molte domande che in tanti si stanno facendo, oggi. “Stavo scalando quando, in pieno inverno, a quella altitudine, un ancoraggio ha ceduto e sono caduto nel vuoto. Oggi sono qui a raccontarvi questa storia proprio perché una corda molto simile a questa ha tenuto il mio volo”. Nardi racconta uno dei tanti tentativi di ascesa del Nanga: quella volta si trovava sulla via Kinshofer, sulla parete Diamir, a nord-ovest, la via considerata più sicura. “Ma il mio sogno in realtà – spiega Nardi – non era salire la via Kinshofer ma il centro di questa montagna, l’inviolato sperone Mummery. Un sperone fatto di pareti rocciose, di pareti di ghiaccio. Una via elegante diretta e stupefacente che sale quasi come una spada in vetta al Nanga Parbat. Affrontare uno sperone inviolato vuol dire non soltanto essere preparati tecnicamente e fisicamente ma vuol dire anche avere il coraggio di affrontare l’ignoto, ciò che non si conosce”.
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