“CHE SENSO HA PER ME CONTINUARE A SCALARE LE MONTAGNE?” – “All’epoca di Mummery, quando lui tra l’altro non fece ritorno dalla spedizione sul Nanga, l’obiettivo primario dell’alpinismo era semplicemente vedere se l’uomo fosse in grado di arrivare sulle alte vette – racconta Nardi – Oggi che queste vette sono state salite, l’alpinismo si è spostato sulla qualità della salita, la capacità di utilizzare uno stile veloce, su pareti sempre più difficili. Qual è il significato a questo punto di affrontare queste montagne? Quando scaliamo, sappiamo per certo che appena superiamo i 7000, gli 8000mt in realtà cominciamo a morire un po’ alla volta. Io credo che l’alpinismo sia un mezzo incredibile. Lontano dai condizionamenti sociali e civili, ci permette di affrontare un argomento sempre molto ostico: “scendere” dentro noi stessi e cercare di capire se effettivamente siamo fatti solo di carne, ossa, neuroni e molecole oppure se dentro di noi c’è una forza vitale che ci fa decidere se sfidare la morte. C’è una magia nella scalata”.
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