Un nuovo disegno di legge che inasprisce le pene ed elimina il concetto di modica quantità per i reati di “lieve entità”. Matteo Salvini in conferenza stampa alla Camera annuncia il suo nuovo fronte di battaglia: la droga. “A me interessa togliere dalle strade chi spaccia: poi quello che fa ognuno non mi interessa. I venditori di morte li voglio veder scomparire dalla faccia della terra”, dice il ministro dell’Interno, presentando il nuovo provvedimento che rievoca i contenuti della legge Fini-Giovanardi, considerata da molti una delle cause che ha portato al sovraffollamento delle carceri e poi dichiarata incostituzionale dalla sentenza della Consulta n. 32/2014 per il modo in cui era stata approvata. Per giustificare l’urgenza del ddl Salvini prende a pretesto l’ultimo caso di cronaca avvenuto la notte tra sabato e domenica a Recanati: “È un disegno di legge urgente. Faccio riferimento a quel tossico che ha incrociato un babbo e una mamma uccidendoli. Era coinvolto nel sequestro di 225 chili di droga ed era a spasso”, spiega il vicepremier della Lega.

Oltre il 50% dei reati commessi ricade nella casistica di “lieve entità”, che può essere riconosciuta in relazione al contesto e soprattutto alla quantità e alla qualità delle sostanze. Su questi casi interviene il ddl: ad esempio con l’estensione dell’arresto in flagranza, da cui gli episodi meno gravi erano fino ad oggi esclusi. “Basta con la modica quantità“, chiarisce innanzitutto Salvini esponendo quali saranno le principali misure del ddl. Poi le pene previste che “passano da un minimo di tre a un massimo di 6 anni e multe da un minimo 5mila a un massimo di 30mila euro“, oltre alla “revoca del veicolo”. “Se arrivano dall’altra parte del mondo, il fastidio è doppio”, rimarca il ministro. Ad oggi il decreto Lorenzin del 2013 prevede la reclusione da sei mesi a quattro anni e multe da mille a 10mila euro.

“Non è un intento punitivo nei confronti di chi consuma – si difende Salvini – lì c’è mamma e papà, la scuola, gli amici, non mi interessa entrare nelle aule di scuola“. Secondo il ministro “è ben chiaro chi spaccia e chi consuma. Non sono per lo stato censore dei consumi ma è chiaro ai poliziotti e ai giudici quale quantità porta dal consumo allo spaccio”.

Aumentare l’arresto di spacciatori non rischia di creare un problema di ulteriore sovraffollamento per le carceri? “Bonafede sta lavorando bene”, risponde Salvini citando il Guardasigilli. Poi afferma: “In manovra ci sono i soldi per nuove carceri e nuove assunzioni di polizia penitenziaria. Ci sono stanziamenti sia per gli stabili che per gli uomini. La cosa assolutamente frustrante è che poliziotti e carabinieri mettono a rischio la loro vita per prendere lo stesso spacciatore per lo stesso reato”, ribadisce ancora il vicepremier.

Perché sulla droga la Lega presenta un disegno di legge “urgente” e non un decreto? “Ci sono sensibilità diverse nel governo su questi temi, come sapete. Il Parlamento è sovrano, penso che nessuno in Parlamento, anche se ha altre attitudini sul consumo personale, non voglia stroncare lo spaccio”, risponde in questo caso Salvini. “Qui si tratta di salvare vite, poi so che da parte dei Cinquestelle ci sono proposte per legalizzare alcune droghe. Ma qui si tratta di altro, di togliere dalle strade persone che sono bombe umane”, aggiunge.

La coppia morta a Recanati
“Il tossico che ha investito” la famiglia a Recanati “era coinvolto in un reato per 225 kg di droga e sto stronzo era a spasso. Non è possibile”, dice Salvini. Il ministro dell’Interno fa riferimento ai due genitori morti in un incidente stradale mentre tornavano a casa con i figli a bordo. Un’Audi A6 ha invaso la corsia opposta e si è scontrato frontalmente con la loro Peugeot. La coppia è morta sul colpo, mentre la bambina di 10 anni e il fratello di 8 sono ricoverati in condizioni gravi ma stabili. Alla guida dell’Audi c’era Farah Marouane, 34 anni, marocchino, da anni residente a Monte San Giusto (Macerata), arrestato dalla polizia stradale per omicidio stradale e con vari precedenti per reati legati alla droga. Insieme a Marouane c’erano a bordo altre due persone: tutti e tre sono stati sottoposti ad alcoltest e a narcotest con esito positivo.

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