La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per settanta persone, tra fisiche e giuridiche, nell’inchiesta con al centro gli ex vertici di Finlombarda, la società finanziaria “in house” di Regione Lombardia, e su un presunto sistema di corruzione che avrebbe riguardato le iniziative ‘Credito Adesso’ e ‘Made in Lombardy’ e il progetto ‘Minibond’, ossia tre strumenti di credito a medie e piccole imprese. L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 15 marzo dal gup Sofia Fioretta, che dovrà poi decidere sulla maxi richiesta di processo.
Lo scorso giugno, il pm Paolo Filippini, titolare dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Varese, aveva chiuso le indagini – contestando, a vario titolo, una sfilza di reati tra cui anche malversazione ai danni dello Stato, truffa e falso – a carico di 85 tra persone fisiche e giuridiche, ma poi una quindicina di posizioni sono state stralciate in vista dell’archiviazione, e in particolare per contestazioni fiscali già prescritte. La richiesta di rinvio a giudizio riguarda, tra gli altri, Marco Flavio Cirillo indagato in qualità all’epoca di consigliere d’amministrazione di Finlombarda, e che fu anche sottosegretario all’Ambiente, e Mario Cesaroni, ex presidente di Confapi, la Confederazione della piccola e media industria.
Tra gli indagati, anche una serie di imprenditori i quali, per ottenere agevolazioni o accelerazioni per l’ok agli stanziamenti, avrebbero pagato soldi o altre utilità, come cene e in un caso anche una prostituta. L’inchiesta ha coinvolto, poi, anche Luciano Baielli, ex dg della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, accusato di malversazione perché nel 2013 avrebbe ricevuto dalla Regione in favore della stessa Fondazione la somma di circa 9 milioni e 677 mila euro per l’attuazione “di bandi di ricerca”, ma avrebbe utilizzato, invece, circa 8 milioni e 700 mila euro per coprire un debito della Fondazione nei confronti proprio di Finlombarda.