"Mia madre sperava nei miei fallimenti, considerava le mie canzoni poco meno che spazzatura e a mio padre Vincenzo, convinta di non essere ascoltata, diceva di me: 'Il ragazzo è cretino'", ha raccontato il cantautore romano in un'intervista a Vanity Fair alla viglia dei suoi 70 anni
“Mi chiamavano ‘Cicciabomba’, pesavo quasi 100 chili“. A rivelarlo è Antonello Venditti che, alla viglia dei 70 anni, si racconta in un’intervista a Vanity Fair. Il cantautore romano ha parlato del rapporto che aveva da giovane con i genitori, ricordando come sua madre non nutrisse grande fiducia nei suoi confronti e come ciò gli pesasse molto. “Mia madre sperava nei miei fallimenti, considerava le mie canzoni poco meno che spazzatura e a mio padre Vincenzo, convinta di non essere ascoltata, diceva di me: ‘Il ragazzo è cretino’. Era talmente poca la stima che avevo di me che mi attaccavo all’unico vizio che mi era concesso: il cibo. Mangiavo tutto il giorno. Arrivato a 94 chili, ma forse anche a 98, dissi basta: ‘Ma non vedete che sono un baule?’. Ero tra quelli che sentivano le risatine al loro passaggio e se una ragazza mi sorrideva neanche ci credevo“.
Poi Venditti ha parlato del suo rapporto con Ultimo, il giovane cantante arrivato secondo al Festival di Sanremo: “La notte in cui non si sapeva dove fosse finito, era al telefono con me. Abbiamo fatto le 4 e 30 del mattino. Sono stato un amico e un amico non è quello che ti blandisce, né ti fa la ramanzina, ma quello che ti dice le cose come stanno. Ultimo è molto simile a come ero io alla sua età. Io sto con lui, e con me tanti altri”.
E di Matteo Salvini dice: “Parla il linguaggio dell’epoca in cui vive. Sarebbe interessante trovare un giovane uomo o donna di sinistra che abbia la capacità di comunicare con gli altri come fa Salvini. Lui muta. Mette una felpa della Polizia e diventa poliziotto. Ha una capacità di immedesimazione fenomenale. È credibile”. “Sul caso Diciotti? Salvini ha agito in nome di un superiore interesse nazionale, l’hanno capito tutti. Tutta Europa. In Italia invece siamo alla Procura X che manda un avviso di garanzia e in questa confusione di linguaggio e di poteri, alla fine, le ragioni di chi grida allo scandalo sono deboli, perdenti, inutili. Vuoi smontare un governo per l’alzata di scudi di una Procura? Dove pensi di andare?”, ha concluso il cantante.