Francesca Businarolo prende il posto di Giulia Sarti alla presidenza della commissione Giustizia. La parlamentare del M5s è stata eletta per sostituire la deputata grillina che si dimessa e autosospesa dal Movimento subito dopo l’archiviazione della denuncia contro l’ex fidanzato in seguito al caso rimborsopoli che ha travolto parte degli eletti 5 stelle. E oggi, per la prima volta dall’autosospensione, Sarti si è ripresentata a Montecitorio e ha anche partecipato alla votazione, che ha eletto Businarolo con 24 preferenze su 34. Sette sono andati a Lucia Annibali (Pd), uno al collega di partito Roberto Cataldi e due sono state le schede bianche. Mentre Forza Italia non ha partecipato al voto per protesta.
“Prendiamo le distanze dal M5s e anche dalla Lega”, ha detto il deputato forzista Enrico Costa, uscendo dalla commissione insieme agli altri deputati di Fi. Per i forzisti, la scelta di Businarolo è “una promozione sul campo per avere presentato un emendamento sul ddl anticorruzione”. Un riferimento, quello di Costa, alla modifica del testo presentato dalla deputata e relatrice del disegno di legge che ha portato allo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio.
“Fanno una partita di giro. Questo è il nuovo corso”, ha aggiunto Costa riferendosi alla maggioranza di governo e precisando: “Non è una questione personale ma dal punto di vista politico vogliamo prendere le distanze anche dalla Lega che la vota (la nuova presidente della commissione Giustizia, ndr) che ha detto peste e corna pur votando la legge anticorruzione e le norme sulla prescrizione e oggi la vota, promuovendo chi è stata una degli architetti di questa riforma”, riferendosi alla Businarolo.
Nel novembre scorso, Businarolo fu protagonista di un duro scontro verbale con Emanuele Fiano del Pd durante il dibattito sul ddl anticorruzione. Per la guida della commissione Giustizia il suo nome è prevalso, con l’accordo dei pentastellati e della Lega, su Angela Salafia anche lei del Movimento. Laureata in legge, la neopresidente ha presentato otto proposte di legge. In particolare, è stata relatrice di quella (diventata legge a fine 2017) che ha introdotto la tutela per i whistleblower, cioè i lavoratori che segnalano episodi di corruzione nell’ambiente di lavoro.
Di altre è stata co-firmataria come la proposta di legge sulla class action, la gestione pubblica del ciclo delle acque, l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, le norme per il controllo e la vigilanza negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia. “Sono onorata – ha detto Businarolo dopo l’elezione – Penso subito però a tutto quello che ci aspetta, a quanto c’è ancora da fare: uno dei provvedimenti più importanti, che sento particolarmente come donna e come parlamentare è la proposta di legge sulla violenza di genere”.