“Nel momento in cui tu scegli di metterti in gioco in un reality, devi accettare tutto quello che viene pubblicato e se un giornale di gossip pubblica che tua moglie ti ha tradito per quattro anni, devi imparare ad accettarlo”. Parole di Fabrizio Corona, chiamato ieri sera all’Isola dei Famosi per raccontare a Riccardo Fogli di come la moglie lo tradisca con tal Celli e di come lui, cantante ormai vecchio, debba accettare la cosa come un fatto vero, di cui esistono prove. Anche perché, ci ha tenuto a precisare Corona, lui ha frequentato la moglie di Fogli e l’amante. E non per uno, non per due, non per tre ma per ben quattro anni.
La scena, Corona che parla a Fogli, si è svolta in diretta, sotto gli occhi della conduttrice, degli autori, del pubblico in studio, delle opinioniste Parietti e D’Eusanio, e di chi stava guardando il programma da casa. E c’è una domanda da porsi dopo aver visto quanto andato in onda ieri sera su Canale5.
Quanto siamo disposti ad accettare? “Se tu scegli di metterti in gioco, devi accettare tutto quello che viene pubblicato”. Sottinteso, “quello che viene detto” durante un programma tv, trasmesso da una delle principali reti commerciali nazionali. Il motivo per cui questo gioco al massacro di un professionista come Fogli è stato messo in scena è scontato: il sacro Graal dello share. La cosa grottesca è che lo scopo non è stato raggiunto (e qui ci sarebbe da citare Labranca ma dispiace troppo usare le sue parole nel narrare questo pattume): la puntata è stata vista da soli 2.846.000 e il 16,9% di share con chiusura all’una e un quarto di notte.
Quanto siamo disposti ad accettare? Quel “vale tutto” sbandierato con noncuranza e con la complicità degli autori, è accettabile? È accettabile che a un signore di 70 anni venga dichiarato il diretta in tradimento della moglie, mentre lui si trova dall’altra parte del mondo? È accettabile che un manipolo di autorazzi decidano di umiliare consapevolmente una persona a suon di “vecchio” e “cornuto”? Così è stato detto a Riccardo Fogli. E poco importa se, in studio, la D’Eusanio ha cercato di dissociarsi. La tragicommedia è andata in onda, Fogli si è messo a piangere e dissociarsi non basta quando al pubblico viene servito uno spettacolo penoso come questo.
Quanto siamo disposti ad accettare? Milioni di libri e di romanzi scritti sul tema “tradimento“, sulla difficoltà di accettarlo, di confrontarsi con un mondo esterno che forse “sa la verità” prima del diretto interessato. La fiducia e l’amore, traditi. Ferite tra le peggiori, tra le più difficili da far rimarginare. Chissenefrega se, come dice qualcuno, Fogli “ai suoi tempi” ha fatto lo stesso. Anche fosse, la “legge del taglione” applicata in modo esponenziale è vergognosa. Così come lo è la messa in onda dei sentimenti più intimi.
Quanto siamo disposti ad accettare? Un primo attore che sembra godere di quello che dice (o forse era solo malcelato narcisismo), può mettersi a parlare di ciò che vuole? Tanto siamo in una televisione commerciale, dirà qualcuno. Bene, e gli inserzionisti sono contenti che certi risultati di share (scarsi) vengano raggiunti a costo di abbassare l’asticella fino a toccare sotto terra?
Quanto siamo disposti ad accettare? Mi viene in mente una storia scritta da Stephen King sotto pseudonimo. Tanti ragazzini partecipano a una lunga marcia, circondati da un plotone armato. L’obiettivo è che solo uno arrivi al traguardo, dopo giorni e giorni di camminata. Chi si ferma è perduto, nel senso di morto ammazzato. È distopia oppure tanta è la mancanza di rispetto nei confronti di concorrenti e spettatori che prima o poi assisteremo anche a qualcosa del genere?
Esistono tanti estimatori di una tv leggera, con risvolti trash più o meno smaccati. Si prega i signori di Mediaset di confezionare per questo pubblico dei prodotti ben fatti, dignitosi, con l’obiettivo di un intrattenimento che non si prenda troppo sul serio ma che resti intrattenimento. E se si crede di non essere più capaci di farlo, prego mandare in onda l’ennesima replica de Il Segreto.