Politica

Senato, il 20 voto su caso Salvini-Diciotti. Il 21 su mozioni di sfiducia a Toninelli. Polemica del Pd sulla calendarizzazione

Il capogruppo Andrea Marcucci (Pd) sottolinea i tempi sospetti delle votazioni: "Forse questo giochino tra Lega e M5S, dei ricatti reciproci, mi sembra che cominci a diventare molto pesante per la nostra democrazia. Siamo molti preoccupati"

Salvini mercoledì 20 marzo, Toninelli il giorno dopo. La conferenza dei capigruppo del Senato ha calendarizzato due appuntamenti importanti per il governo. Il primo sarà la votazione dell’aula di Palazzo Madama sulla relazione della giunta per le immunità che nega l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro degli Interni Matteo Salvini, indagato per il caso della nave Diciotti. Dopo poco più di 24 ore, invece, sarà la volta delle due mozioni di sfiducia contro il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli per la condotta tenuta sulla Tav. I due provvedimenti sono stati presentati da Forza Italia e dal Partito democratico, mentre Fratelli d’Italia, contrariamente a quanto fatto trapelare in un primo momento, ha deciso che non presenterà una mozione propria, ma è comunque intenzionata a votare a favore delle dimissioni del titolare dei Trasporti e delle Infrastrutture.

Intervenendo in Aula dopo la conferenza dei capigruppo, la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha spiegato che il voto sull’autorizzazione a procedere avrà luogo attorno alle ore 13. Il dibattito sul voto inizierà qualche ora prima, forse anche il giorno prima, martedì 19, al termine delle comunicazioni di Giuseppe Conte sul Consiglio Ue. Nella fattispecie, il premier parlerà alle 15 e 30 in vista del Consiglio Europeo del 21 e 22 marzo. Sulla calendarizzazione non è mancata la polemica da parte del Partito democratico, che tramite il capogruppo a Palazzo Madama Andrea Marcucci ha parlato di tempistiche sospette. “Sarà un caso che la calendarizzazione della sfiducia al ministro Toninelli si voti il giorno dopo la richiesta di autorizzazione a procedere per il ministro Salvini? Forse – ha aggiunto Marcucci – questo giochino tra Lega e M5S, dei ricatti reciproci mi sembra che cominci a diventare molto pesante per la nostra democrazia. Siamo molti preoccupati”.