Da tempo Inter e Milan pensano a una struttura di proprietà per competere con i top club del calcio europeo. Ora, secondo quanto riportato da Repubblica, è arrivato il primo passaggio decisivo: il via libera del consiglio comunale alla variante al piano regolatore
Milano è pronta a dire addio a uno dei simboli della sua città. Teatro delle partite di Inter e Milan, di concerti storici a partire da quello di Bob Marley nel 1984 e delle gare dei Mondiali di Italia 90, lo stadio Meazza di San Siro verrà demolito. L’idea delle due società milanesi di dotarsi di un nuovo impianto al passo con i tempi, imprescindibile nel calcio moderno per lottare con i migliori club europei, era già in piedi da tempo. Ma ora, secondo quanto riportato da Repubblica, è arrivato il primo passaggio decisivo: il via libera del consiglio comunale alla variante al piano regolatore, per la realizzazione di nuove strutture sportive e ricreative e centri commerciali. Tradotto: un passo verso l’addio al Meazza che farà spazio a uno stadio moderno costruito proprio lì affianco, probabilmente nell’area ora destinata ai parcheggi. L’inaugurazione è prevista per il 2023.
Per una decisione ufficiale manca solo l’accordo tra Inter e Milan per la gestione del nuovo stadio che dovrà poi essere comunicata a Palazzo Marino. Il sindaco Beppe Sala attende di avere il progetto sulla sua scrivania, dopo essere direttamente impegnato su questo fronte negli ultimi mesi. Con la proprietà nerazzurra della famiglia Zhang fin da subito interessata alla questione stadio, la svolta è arrivata quest’estate con il passaggio dei rossoneri al fondo Elliott e l’approdo a Milano dell’ad Ivan Gazidis, uno abituato all’Arsenal a contare su 112 milioni di euro di ricavi annui dall’Emirates Stadium. Da lì sono cominciati i colloqui con la controparte interista rappresentata da Alessandro Antonello e appunto il primo cittadino.
Sala ha spinto per evitare che lo stadio si spostasse da San Siro, già capolinea della metro lilla (Linea 5). Le due società hanno a lungo pensato anche alla soluzione più romantica: conservare l’attuale Meazza, rinnovandolo. Non è detto che la strada dell’ammodernamento sia stata ancora stralciata, nel caso alla fine non si trovasse la quadra per un nuovo impianto. I costi però non sarebbero molto inferiori, senza considerare il problema di dove far giocare Inter e Milan durante i lavori. Costruire un nuovo stadio dal nulla ha più vantaggi: permetto di avere una struttura al passo coi tempi non solo per quel che riguarda i ricavi, ma anche pensando a comodità e sicurezza.
La nuova casa di proprietà di Inter e Milan costerà 600 milioni di euro e si ispira ai modelli americani. La Repubblica riporta di un viaggio negli Usa dei due gruppi di lavoro, con a capo Gazidis e Antonello, che ha toccato il Mercedes Benz di Atlanta e sopratutto il MetLife Stadium di New York: guarda caso un’altra esperienza di gestione condivisa tra Giants e Jets (siamo in Nfl) dopo la demolizione del Giants Stadium. Il nuovo San Siro avrà una capienza tra i 60 e i 65mila posti, in modo da poter ospitare le finali Uefa pur scendendo dagli attuali 80mila spettatori, sarà coperto da un tetto retrattile, avrà ingressi separati per nerazzurri e rossoneri e altri spazi modellabile a seconda della squadra che gioca in casa. Certa anche la nascita intorno al nuovo stadio di un centro commerciale con negozi, bar e ristoranti.
Mentre nell’attuale Meazza si continuerà a giocare, il nuovo stadio dovrebbe nascere appunto a pochi metri di distanza, nell’area comunale degli attuali parcheggi, in concessione per 99 anni alle due società, che poi pagheranno la demolizione. Prato e primo anello verrebbero interrati, per limitare l’impatto sul quartiere. Ed è proprio sull’urbanistica che rimangono ancora diversi punti critici. Inter e Milan volevano più volumetria in altezza ma non hanno avuto l’ok. Così come l’area dell’ex galoppatoio del trotto, inizialmente sondata anche come luogo dove far nascere il nuovo impianto, desta parecchi problemi perché protetta dai vincoli delle Belle Arti.
Sono gli ultimi nodi da sciogliere, poi si potrà definitivamente dire addio al Meazza. Inter e Milan, messo al bando il romanticismo, sanno che senza un nuovo impianto, seppur condiviso, non potranno mai competere economicamente con i grandi club europei. Tanto per avere un’idea, secondo i dati forniti da Deloitte, nella stagione 2017/18 Barcellona e Real Madrid hanno superato i 140 milioni di euro di ricavi da Camp Nou e Bernabeu, Manchester United, Arsenal, Bayern Monaco e Psg superano i 100 milioni. Numeri di fronte a cui le due milanesi sono topolini, con ricavi che nella stessa stagione sono andati poco oltre i 35 milioni di euro.
D’altronde, la sola esperienza della Juventus che anche grazie al suo Allianz Stadium domina da 8 anni il calcio italiano, basta a spiegare l’importanza di uno stadio di proprietà all’avanguardia. Inoltre, Inter e Milan partono da una base di spettatori ancora più solida: nel girone d’andata della stagione in corso la media di tifosi nerazzurri a San Siro è stata di 62mila a partita, 20mila in più rispetto ai bianconeri. Solo i rossoneri si avvicinano, con 52mila spettatori di media nelle 10 partite casalinghe. Anche Milano ci guadagnerebbe, dotandosi tra l’altro di un impianto pronto a ospitare la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali del 2026, semmai in tandem con Cortina arrivasse l’assegnazione dei Giochi.
L’altra faccia della medaglia è la perdita di uno stadio inaugurato nel 1926 e diventato uno dei tempi del pallone più conosciuti al mondo. La Scala del calcio, per le partite che ha ospitato: dai derby e alle 4 finali di Champions League. Il Meazza ha visto l’Inter alzare una volta la Coppa Campioni e due volte la Coppa Uefa, il Milan vincere due Supercoppe europee. Ma è stato teatro anche dei trionfi europei del Parma, così come della storica vittoria del Camerun contro l’Argentina nella prima partita del gruppo B ai Mondiali del 1990. Il palmares musicale non è da meno: Bob Dylan e Santana nel 1984, i Duran Duran e David Bowie nel 1987, Michael Jackson nel 1997, i Red Hot Chili Peppers nel 2004, gli U2 nel 2005 e 2009, i Rolling Stones nel 2006, i Depeche Mode e Madonna nel 2009, i Muse nel 2010, Bon Jovi nel 2013, i Pearl Jam nel 2014, Rihanna e Beyoncé nel 2016 e i Coldplay nel 2017. Il recordman è Vasco Rossi, con più di 2venti concerti a San Siro e altre sei date in programma a giugno. Anche a lui, interista, mancherà il Meazza.