Cronaca

Adozioni, archiviata l’indagine sulle irregolarità di Ai.Bi. per bimbi Congo

Il gip Sofia Fioretta ha deciso di accogliere la richiesta di archiviazione del pm di Milano. Il presidente dell'associazione Marco Griffini, con la moglie amministratore delegato e la loro figlia Valentina, erano stati accusati di aver denunciato in ritardo episodi di violenze sui bambini in orfanotrofi con i quali collaboravano e di aver avuto rapporti, in Congo, con strutture che “strappavano” i figli ai genitori naturali

È stata archiviata “per infondatezza della notizia di reato” l’indagine della Dda di Milano a carico di Marco Griffini, presidente dell’associazione che si occupa di adozioni internazionali di Ai.Bi., di sua moglie e amministratore delegato Irene Bertuzzi e della loro figlia Valentina Griffini, responsabile dell’area estero accusati di presunte irregolarità nell’adozione di minori provenienti dal Congo, tra il 2009 e il 2016.

Uno dei maggiori e più antichi enti italiani, Ai.Bi., Amici dei bambini, era stato accusato di aver denunciato in ritardo episodi di violenze sui bambini in orfanotrofi con i quali collaborava e di aver avuto rapporti, in Congo, con strutture che “strappavano” i figli ai genitori naturali, come denunciato da un’inchiesta dell’Espresso. “Italiani ladri di bambini” era il titolo. I fatti si riferiscono all’adozione di decine di minori che sarebbero stati tolti con l’inganno o forzatamente alle loro famiglie naturali: procedure illegali coperte da sentenze ritenute false e di cui, aveva ricostruito l’Espresso, Ai.Bi sarebbe stata al corrente da marzo 2014.

Il gip Sofia Fioretta ha deciso però di accogliere la richiesta di archiviazione del pm di Milano Giovanna Cavalleri, del gennaio 2018. Griffini, moglie e figlia rispondevano in concorso fra loro di associazione per delinquere aggravata, favoreggiamento a fine di lucro dell’immigrazione clandestina, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, maltrattamento di minori, violazioni delle norme sulle adozioni e rivelazione di notizie riservate sui minori adottati. Secondo l’accusa, i reati sarebbero stati commessi in concorso dai tre indagati, dalla sede della loro associazione a San Giuliano Milanese in Lombardia.  Il giudice ha ritenuto che i fatti denunciati “non siano penalmente rilevanti” e che “gli elementi raccolti nel corso delle indagini non siano idonei e sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio”.