Secondo gli investigatori, alcuni ragazzi tra 15 e 22 anni avvicinavano giovani vittime nella zona dell'Arco della Pace: con la scusa di chiedere una sigaretta picchiavano anche con spranghe e bottiglie. Gli episodi tra giugno 2017 e aprile 2018. Solo ieri, martedì, sempre a Milano altri 9 ragazzi sono stati arrestati per 11 azioni violente
“Nonostante l’età”, agivano con “con una tale violenza da denotare grande pericolosità sociale“, con modalità “da branco“. Lo scrive il gip dei minori di Milano, nell’ordinanza che ha portato all’arresto di 9 maggiorenni e al fermo di 5 minorenni tra ragazzi accusati di rapina aggravata e lesioni, per episodi avvenuti tra giugno 2017 e aprile 2018 nella zona dell’Arco della Pace, uno dei principali punti di ritrovo di Milano. Dei 9 arrestati, uno è in custodia presso una comunità e otto sono finiti in cella.
L’indagine, coordinata dalla procura dei minorenni del capoluogo lombardo e svolta dai carabinieri della stazione di Porta Sempione, si chiama ‘Paranza‘, in riferimento al libro di Roberto Saviano ‘La paranza dei bambini’, perché ha portato alla luce una ventina di episodi di violenza compiuti da un gruppo di ragazzi tra i 15 e i 22 anni, tra cui anche tre ragazze, ai danni di coetanei. Nell’ordinanza vengono sottolineate le osservazioni della procura per “indicare il grave allarme sociale” a Milano da parte della baby gang. Solo ieri, martedì, altri nove ragazzi sono stati arrestati dai carabinieri per 11 episodi violenti avvenuti tra Milano e Abbiategrasso dal luglio al novembre 2018: anche in questo caso una baby gang che agiva soprattutto “per ingenerare paura” nelle vittime.
Secondo gli investigatori, i ragazzi in più occasioni hanno avvicinato le vittime con la scusa di chiedere una sigaretta per poi dare il via al pestaggio con i propri complici. A colpire il gip è stata l'”efferatezza sprezzante di ogni legalità e di qualsiasi rispetto per le vittime”. Il giudice, oltre a parlare di “fatti molto gravi”, evidenzia anche le “modalità” con cui avrebbero agito: “L’uso anche di armi – si legge in riferimento per esempio a spranghe o bottiglie utilizzate per colpire – la scelta delle persone offese (normalmente adolescenti), il luogo (sempre nella stessa zona), la distanza ravvicinata tra le rapine poste in essere, l’agire in branco secondo un metodo prestabilito”.
Metodo che consisteva nell’avvicinarsi alle vittime prescelte “con un pretesto, avanzare poi esplicitamente richieste di denaro, infine agire contro le stesse con violenza avvalendosi anche dell’aiuto del gruppo sempre alle spalle“. Secondo gip e pm, i ragazzi arrestati avrebbero mostrato “una scarsa capacità di autocontrollo“.