“Non c’è tutto questo entusiasmo nel M5s sulla legittima difesa, ma noi siamo leali”. E pure: “Se approvando questa legge si dice che si possono utilizzare di più le armi, questo non è il mio modello di Paese”. Perché, “i cittadini devono essere difesi in primo luogo dallo Stato e dalle forze dell’ordine”. Luigi Di Maio, intervistato da Rtl 102.5 a “No stop news”, ha riconosciuto per la prima volta che il provvedimento bandiera del Carroccio in discussione in queste ore a Montecitorio crea malumori dentro il Movimento. E soprattutto, nella visione generale, non piace neppure al capo politico M5s. Non per questo però verrà ostacolato, perché è parte del contratto. “Sicuramente questa è una legge della Lega”, ha detto. “Come quando si è votata la legge contro la corruzione voluta dal M5s non è che ci fosse tutto questo entusiasmo nella Lega. Allo stesso modo, quando si vota la legge sula legittima difesa, che è una legge che sta nel contratto e che per questo porteremo avanti perché noi siamo leali, non è che ci sia tutto questo entusiasmo nel M5s”. E ha continuato: “Non è che ci sia tutto questo entusiasmo, ma credo sia anche normale, è la stessa cosa avvenuta per Quota 100 e il Reddito di cittadinanza“.
Di Maio ha poi parlato anche di Tav: “Una decisione”, ha detto, “sarà presa entro venerdì perché la società Telt deve scegliere se dare l’avvio ai bandi. Se qualcuno crede che su questo possa cadere il governo si sbaglia. Mi fido di Conte che farà la sintesi delle posizioni”. Il leader M5s ha difeso il metodo usato per fare l’analisi costi benefici e spiegato che per il movimento l’obiettivo è fare le opere e non “fare le opere per spendere più soldi”: “La nostra posizione è chiara e richiede una sintesi. Io penso che il governo non sia a rischio, ma la soluzione che vogliamo approvare per soddisfare pienamente quello che è il nostro orientamento. La decisione non deve essere ideologica. Noi come governo abbiamo commissionato uno studio che dice agli italiani: state spendendo soldi per un’opera che porta meno benefici dei soldi di tasse che ci mettiamo”. E ha ribadito: “Come dice Conte è una questione di metodo, se c’è uno studio che dice che quell’opera non sta in piedi, la discutiamo e la affrontiamo, facciamo uno stress test: poi uno Stato responsabile deve dire si o no, non in base alle ideologie, ma in base al fatto che dobbiamo amministrare lo Stato come un buon padre di famiglia, che non spenderebbe soldi per una cosa che porta meno soldi di quelli che ci ha messo dentro”. All’intervistatore che contestava la metodologia usata per l’analisi costi-benefici, il leader M5s ha sostenuto che è stato usato “un metodo europeo, che viene utilizzato negli studi anche dalla Banca Mondiale” e che “anche senza considerare i minori incassi delle accise sul carburante (dovuto al calo di traffico autostradale ndr) l’ipotesi rimane negativa”. “Quello che non torna – ha ironizzato – è che lo studio lo ha fatto M5s! – ha aggiunto – La Tav non ci ha fatto niente, ma tutte le opere in cui buttiamo i soldi degli italiani non sono opere che sono sostenibili”. Il capo politico dei 5 stelle ha anche smentito che Danilo Toninelli abbia ipotizzato di lasciare l’incarico: “Non c’era nessun bisogno di minacciare dimissioni”, ha detto. Di Maio ha anche aggiunto che “durante tutti gli incontri di governo che si sono avuti finora non c’è mai stata alcuna discussione ma solo un confronto leale”.
Infine Di Maio ha parlato del reddito di cittadinanza, per cui da oggi si può fare domanda. “Oggi manteniamo una promessa”, ha detto, “lo Stato finalmente si occupa degli invisibili, di persone che sono state alla periferia di questo Paese e dei temi politici. Da oggi 5 milioni di persone potranno potenzialmente accedere” a questa misura. E ha aggiunto: “E’ una rivoluzione. Ci ho lavorato tanto”. Il capo politico M5s ha dato anche nuove indiscrezioni sul numero di assunzioni che intende fare per i navigator: “Voglio assumere 6mila persone a livello centrale come ministero e mandarle in tutte le regioni nei prossimi mesi per sopperire alle carenze dei centri per l’impiego mentre le regioni fanno i concorsi. Poi saranno assorbiti con concorso a livello regionale”. Quindi ha detto che la questione dei navigator con le regioni è “cruciale” e ha evocato la ‘soluzione’ di una “assunzione straordinaria da parte dell’Anpal“. Così “mandiamo i rinforzi alle Regioni. E mi sembra assurdo che molte Regioni che hanno passato il tempo in questi mesi a lamentarsi che nei centri per l’impiego c’è poco personale, ora che voglio mandarlo non vogliono, dicendo che i navigator sono una loro competenza. Ma se dobbiamo aspettare il concorso ci vuole un anno”. Così “mentre loro ne assumono 4 mila per concorso, io ne assumo 6 mila provvisoriamente a livello centrale con una selezione veloce e poi si faranno i concorsi regionali anche per questi 6 mila e vedremo se saranno validi e potranno superare il concorso” stesso.
Il vicepremier ha poi rimarcato che “trovare una mediazione con le Regioni è nel mio interesse, perché noi dobbiamo lavorare tutti insieme”. Ma, ha detto ancora, “non vorrei si stesse trasformando in una battaglia politica”. Tornando sul numero dei navigator “nella legge sono 6 mila. Se si vuole raggiungere un compromesso, perché possiamo abbassare un po’ il numero? Perché effettivamente ci sono delle Regioni che sono messe bene dal punto di vista dei centri per l’impiego”. Sul reddito di cittadinanza “come manteniamo questa promessa, manterremo tutte le altre che abbiamo fatto agli italiani”, ha segnalato Di Maio, ringraziando le persone che “stanno lavorando agli sportelli delle Poste e dei Caf e l’Inps e le Poste per il sito internet messo in piedi”.