Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Lavoro & Precari - 6 Marzo 2019
Reddito di cittadinanza, poca gente in coda a Genova. Al Caf con un cittadino: le domande e i dubbi allo sportello
Non ci sono state le code previste davanti agli uffici postali genovesi, dove a partire da questa mattina, come nel resto d’Italia, è possibile presentare le richieste per il reddito di cittadinanza. Se è possibile richiedere autonomamente online, attraverso il sito dell’Inps, la card di integrazione al reddito, moltissimi di genovesi in queste settimane hanno preferito prendere appuntamento presso i Caf, mentre le Poste, da circa un mese, hanno affisso locandine in tutti gli uffici per scaglionare la raccolta delle domande in base all’alfabeto: oggi si parte con i cognomi che iniziano per ‘A’ e ‘B’, domani tocca alla ‘C’, e così via sino al 13 marzo, anche se le domande presentate in un giorno diverso da quello previsto verranno comunque accettate. Si stima che gli aventi diritto in Liguria possano essere oltre 70 mila, ma tra le persone incontrate nella (breve) coda per richiedere il reddito prevale quella dose di scetticismo e ‘mugugno’ tipicamente genovese: “Proviamo anche questa – si sfoga un disoccupato di lungo corso – ma regna la disorganizzazione, non hanno i moduli e il timore è che alla fine non ci arrivi nulla”.