Sia il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che il ministro dell'Interno Matteo Salvini hanno voluto ringraziare gli agenti impegnati in questa indagine. "Nessun delinquente può sentirsi tranquillo, in Italia o nel resto del Mondo", ha detto il vicepremier
Cinque latitanti che si erano sottratti alla condanna in Italia sono stati arrestati nella Repubblica Dominicana grazie a un’operazione condotta dai poliziotti del servizio centrale operativo, della squadra mobile di Brescia e del servizio per la cooperazione internazionale di Polizia, con la collaborazione della polizia locale. “Wanted 3“, questo il nome del progetto d’indagine internazionale, era inizialmente rivolto alla cattura di tre persone condannate per reati sessuali ma durante le indagini nella Repubblica Dominicana sono stati individuati anche altri due latitanti, destinatari di condanne per bancarotta fraudolenta, truffa e appropriazione indebita. I cinque arrestati sono partiti dall’aeroporto “Las Americas” di Santo Domingo e rientreranno oggi in Italia, dove sconteranno la loro condanna.
Sia il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che il ministro dell’Interno Matteo Salvini hanno voluto ringraziare gli agenti impegnati in questa indagine: “Gli amici dominicani ci hanno restituito 5 criminali che volevano farla franca nonostante i rispettivi parlamenti non abbiano ancora ratificato gli accordi firmati tre settimane fa”, ha scritto su Facebook il Guardasigilli. “Complimenti alla Polizia: la missione a Santo Domingo doveva riportare nelle galere italiane tre criminali condannati per reati sessuali ma i nostri poliziotti hanno scovato due delinquenti in più. È un’ottima notizia. Questi successi confermano la nostra determinazione: nessun delinquente può sentirsi tranquillo, in Italia o nel resto del Mondo”, ha aggiunto Salvini.
Gli arrestati, fa sapere il Viminale, sono Salvatore Buonanno, Lucio Galli, Massimo Ferrari, Mauro Nadalin, Abele Chiarolini. Salvatore Buonanno, 42 anni, di Caserta, era ricercato dal 2014 per una condanna a una pena di 8 anni e 6 mesi di reclusione per reati di lesioni personali, violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo in concorso, commessi nella sua provincia. L’uomo, che gestiva una pizzeria nella città di Santiago, è stato catturato per strada a Costanza, a circa 30 km dalla città di Santo Domingo, senza opporre alcuna resistenza. Lucio Galli, 72 anni, di Brescia, ricercato dal 2014 dovendo espiare la pena di 8 anni e 10 mesi di reclusione per reati sessuali commessi con minori, alcuni dei quali alla prostituzione, è stato catturato in località Valle Verde a La Romana. L’attività investigativa è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Brescia e il latitante è stato rintracciato grazie a una donna dominicana che aveva ricevuto una somma di denaro proveniente dall’Italia dal latitante. Nonostante le disponibilità economiche, Galli conduceva uno stile di vita molto riservato, cambiando spesso abitazione e affittando appartamenti in zone degradate per non dare nell’occhio e accompagnandosi sempre con giovani donne. Massimo Ferrari, 53 anni, di Milano, ricercato dal 2017 per una condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale, è stato catturato per strada, in Plaza Milano di Las Terrenas, nei pressi della pizzeria dove lavorava.
Decisive per i poliziotti italiani le analisi sui social network usati da Ferrari che ha anche precedenti per rapina, lesioni personali, sequestro di persona ed estorsione. Il viaggio nella Repubblica Dominicana ha consentito ai poliziotti italiani di catturare altri due latitanti destinatari di condanne per reati contro il patrimonio. Mauro Nadalin, 56 anni, di Pordenone, imprenditore ricercato dal 2016 per una condanna a 10 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, truffa ed appropriazione indebita, è stato catturato a Santo Domingo, ove lavorava come imbianchino, mostrando i suoi lavori sui profili Instagram e Facebook. I poliziotti hanno organizzato un incontro con la scusa di eseguire lavori edili e l’hanno arrestato. Nadalin, in qualità di amministratore della Nadalin Colors, dichiarata fallita dal Tribunale di Pordenone, aveva distratto beni della società, non pagando i contributi dei dipendenti.