“Tav? La mia sensazione crescente è che la faranno, perché la Lega non può dire di no e perché, al tempo stesso, il M5s è in una sorta di cul-de-sac, per cui è costretto a tirare avanti con questo governo”. Sono le parole del giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, nel corso di Otto e Mezzo, su La7.
E aggiunge: “Il M5s, purché vada avanti questo governo, è anche costretto ad accettare tanti rospi da ingoiare, per via dei sondaggi e dell’assenza di una seconda strategia, che invece ha la Lega. Secondo me, il presidente Conte alla fine prenderà in qualche modo la responsabilità politica di fare il Tav e i 5 Stelle, non so come, cercheranno di far ingoiare alla base un’altra contraddizione, per usare un eufemismo. L’alternativa per il M5s” – continua – “è dire: “Il Tav non si fa, altrimenti casca il governo”. E noi a oggi siamo convinti che i 5 Stelle siano in grado di alzare così tanto la voce al punto da far saltare il banco e poi far andare al voto con un 20% scarso nei sondaggi? Non ne sono così convinto”.
Il dibattito in studio, poi, coinvolge anche il giornalista Pietrangelo Buttafuoco e lo storico britannico Donald Sassoon sul governo gialloverde e sulla figura di Matteo Salvini. Scanzi critica il lessico adottato dal leader leghista sui migranti, ma aggiunge: “Concretamente buona parte del dl sicurezza contiene le stesse cose che sono state fatte da un ministro del Pd (Minniti, ndr).“.
Interviene la conduttrice Lilli Gruber: “Questo forse ci dovrebbe far riflettere sul fatto che il lessico in politica è molto importante. Non è un dettaglio secondario”.
Scanzi replica: “E’ anche importante sapere cosa ha stretto in termini di patti il signor Minniti, che era protetto da larga parte dell’informazione”.
“E infatti ancora oggi è contestato dal suo partito”, ribatte la giornalista.
La firma del Fatto continua: “Io dico che se i lager libici li approva qualcuno che è del Pd, in qualche modo sono accettabili. Se invece la stessa cosa li fa uno che si chiama Salvini, è un po’ diverso”.
“Senza contare cosa succedeva nel Mar Adriatico ai tempi di Prodi e Napolitano“, commenta Buttafuoco.