“Gentilissima presidente, la firma dell’accordo, a causa di problemi tecnici, è stata annullata”. Ma non gli appuntamenti elettorali del ministro nella stessa città, lo stesso giorno. È polemica in Basilicata per il forfait dato all’ultimo dal titolare dell’Ambiente Sergio Costa rispetto a un appuntamento importante per il presidio ambientale delle aree calde sotto il profilo ambientale e produttivo di Tempa Rossa e del Centro Oli di Viggiano. Lo racconta il Tgr della Basilicata mettendo in evidenza come non siano invece saltati gli appuntamenti elettorali del ministro a sostegno della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle: Costa in mattinata sarà infatti proprio a Potenza, nel pomeriggio a Marsico nuovo e poi a Senise.
La comunicazione del rinvio è stata trasmessa via mail dallo staff del ministro il 4 marzo scorso e non ha offerto ai destinatari altri elementi che questi: “Gent.ma Presidente, su indicazione del Capo della Segreteria, Le comunichiamo che a causa di problemi tecnici la firma dell’Accordo che vede coinvolti il nostro Dicastero, La Regione Basilicata, Ispra ed Arpa di cui all’oggetto, a causa di problemi tecnici è stata annullata. Nel ringraziarLa della gentile collaborazione, l’occasione ci giunge gradita per inviarLe i nostri più cordiali saluti”.
Che cosa prevedeva l’accordo scaduto ormai da otto mesi? Dal 2016, Ispra e Arpab collaboravano sui controlli relativi agli impianti petroliferi lucani. La convenzione di tre anni fa è però scaduta ad agosto 2018 e così una serie di attività affidate ad Ispra è rimasta in sospeso, come – al centro olio di Viggiano – alcuni controlli relativi allo sversamento di petrolio e ai gas emessi in atmosfera. Ma soprattutto, a Tempa Rossa, Ispra era incaricata di svolgere il “monitoraggio sugli eco-sistemi”. Senza questo passaggio, dice la Regione, la produzione non può partire. E così, saltato l’accordo, si allungano i tempi per il via libera a Tempa rossa.
Non la prende bene l’assessore regionale all’ambiente Francesco Pietrantuono (Psi). “Non ci hanno chiamato neppure per darci un’altra data, sappiamo solo che venerdì è qui ma in giro per la campagna elettorale. I rapporti istituzionali però sono un’altra cosa, l’istituzione non ha un colore politico, certe cose vanno fatte per il bene comune, a prescindere da eventi elettorali e orientamenti”. L’assessore spiega di aver saputo venerdì dell’appuntamento in Prefettura sconvocato poi lunedì. “Veda lei, in mezzo gli uffici pubblici sono chiusi. Cosa mai potrà essere successo? Vuole la verità? L’unica lettura che si può dare è che è sempre più evidente la volontà politica di non voler accompagnare una attività di rafforzamento del presidio ambientale, ormai si è solamente in campagna elettorale”.
Pietrantuono spiega che una bozza dell’accordo era già stata scritta e condivisa tra ottobre e novembre dello scorso anno da parte tra Ispra, dipartimento Ambiente della Regione ed Arpa Baslicata. “Ai primi di dicembre dunque il documento per l’accordo era concluso, condiviso e già sulla scrivania del ministro. Non c’era nulla di incompleto o da completare”. Anche perché “l’accordo che firmammo con Galletti all’epoca era un rafforzativo di un meccanismo che era già insito nella legge 132 del 2016, legge voluta dal centrosinistra con la riforma del sistema di protezione ambientale con la sinergia tra Arpa regionali e Ispra era già legge. L’accordo lo rafforzava nei termini di un supporto di Ispra alla Basilicata per la specificità del petrolio ma si inquadrava proprio in quella legge. Diciamo allora che non c’è alcun mistero, c’è solo campagna elettorale”. In serata dagli uffici del ministro arriva il tentativo di chiarimento. L’accordo, è la versione ufficiale, è pronto ma “manca una parte istruttoria da parte di Ispra perché non tutti gli uffici hanno revisionato la loro parte per validarla”. Per questo non si firma l’8 ma “si firma, è tutto pronto”.
Dai Cinque Stelle locali si apprende poi che in realtà l’appuntamento elettorale era stato fissato prima e “visto che il ministro era in città si era pensato bene di approfittarne per passare alla firma dell’accordo. Si vede che non era pronto”. Lo slittamento non aiuta il clima di incertezza attorno al futuro del blocco produttivo del centro Oli di Tempa rossa, per il quale è partita da tempo una vertenza con tanto di presidi e scioperi davanti ai cancelli della Total da parte degli ex dipendenti. Tre giorni prima del forfait del ministro una delegazione erano stati ricevuti in Prefettura a Potenza. Proprio dove era atteso il ministro che sarà a Potenza, ma per la campagna elettorale.
Ambiente & Veleni
Basilicata, polemica per la visita di Costa: forfait alla firma per Tempa Rossa, ma sarà in regione per campagna elettorale
L'8 marzo il ministro sarebbe dovuto andare in Prefettura per mettere la firma alla convenzione (scaduta da agosto) con Arpab che sblocca la produzione della Total e fa ripartire controlli a Viggiano (Eni). Non ci sarà per non meglio precisati "problemi tecnici", ma sarà lo stesso a Potenza per i comizi. Attacca l'assessore Pietrantuono (Psi): "La convenzione era pronta, più dell'ambiente e del lavoro conta la campagna elettorale"
“Gentilissima presidente, la firma dell’accordo, a causa di problemi tecnici, è stata annullata”. Ma non gli appuntamenti elettorali del ministro nella stessa città, lo stesso giorno. È polemica in Basilicata per il forfait dato all’ultimo dal titolare dell’Ambiente Sergio Costa rispetto a un appuntamento importante per il presidio ambientale delle aree calde sotto il profilo ambientale e produttivo di Tempa Rossa e del Centro Oli di Viggiano. Lo racconta il Tgr della Basilicata mettendo in evidenza come non siano invece saltati gli appuntamenti elettorali del ministro a sostegno della campagna elettorale del Movimento 5 Stelle: Costa in mattinata sarà infatti proprio a Potenza, nel pomeriggio a Marsico nuovo e poi a Senise.
La comunicazione del rinvio è stata trasmessa via mail dallo staff del ministro il 4 marzo scorso e non ha offerto ai destinatari altri elementi che questi: “Gent.ma Presidente, su indicazione del Capo della Segreteria, Le comunichiamo che a causa di problemi tecnici la firma dell’Accordo che vede coinvolti il nostro Dicastero, La Regione Basilicata, Ispra ed Arpa di cui all’oggetto, a causa di problemi tecnici è stata annullata. Nel ringraziarLa della gentile collaborazione, l’occasione ci giunge gradita per inviarLe i nostri più cordiali saluti”.
Che cosa prevedeva l’accordo scaduto ormai da otto mesi? Dal 2016, Ispra e Arpab collaboravano sui controlli relativi agli impianti petroliferi lucani. La convenzione di tre anni fa è però scaduta ad agosto 2018 e così una serie di attività affidate ad Ispra è rimasta in sospeso, come – al centro olio di Viggiano – alcuni controlli relativi allo sversamento di petrolio e ai gas emessi in atmosfera. Ma soprattutto, a Tempa Rossa, Ispra era incaricata di svolgere il “monitoraggio sugli eco-sistemi”. Senza questo passaggio, dice la Regione, la produzione non può partire. E così, saltato l’accordo, si allungano i tempi per il via libera a Tempa rossa.
Non la prende bene l’assessore regionale all’ambiente Francesco Pietrantuono (Psi). “Non ci hanno chiamato neppure per darci un’altra data, sappiamo solo che venerdì è qui ma in giro per la campagna elettorale. I rapporti istituzionali però sono un’altra cosa, l’istituzione non ha un colore politico, certe cose vanno fatte per il bene comune, a prescindere da eventi elettorali e orientamenti”. L’assessore spiega di aver saputo venerdì dell’appuntamento in Prefettura sconvocato poi lunedì. “Veda lei, in mezzo gli uffici pubblici sono chiusi. Cosa mai potrà essere successo? Vuole la verità? L’unica lettura che si può dare è che è sempre più evidente la volontà politica di non voler accompagnare una attività di rafforzamento del presidio ambientale, ormai si è solamente in campagna elettorale”.
Pietrantuono spiega che una bozza dell’accordo era già stata scritta e condivisa tra ottobre e novembre dello scorso anno da parte tra Ispra, dipartimento Ambiente della Regione ed Arpa Baslicata. “Ai primi di dicembre dunque il documento per l’accordo era concluso, condiviso e già sulla scrivania del ministro. Non c’era nulla di incompleto o da completare”. Anche perché “l’accordo che firmammo con Galletti all’epoca era un rafforzativo di un meccanismo che era già insito nella legge 132 del 2016, legge voluta dal centrosinistra con la riforma del sistema di protezione ambientale con la sinergia tra Arpa regionali e Ispra era già legge. L’accordo lo rafforzava nei termini di un supporto di Ispra alla Basilicata per la specificità del petrolio ma si inquadrava proprio in quella legge. Diciamo allora che non c’è alcun mistero, c’è solo campagna elettorale”. In serata dagli uffici del ministro arriva il tentativo di chiarimento. L’accordo, è la versione ufficiale, è pronto ma “manca una parte istruttoria da parte di Ispra perché non tutti gli uffici hanno revisionato la loro parte per validarla”. Per questo non si firma l’8 ma “si firma, è tutto pronto”.
Dai Cinque Stelle locali si apprende poi che in realtà l’appuntamento elettorale era stato fissato prima e “visto che il ministro era in città si era pensato bene di approfittarne per passare alla firma dell’accordo. Si vede che non era pronto”. Lo slittamento non aiuta il clima di incertezza attorno al futuro del blocco produttivo del centro Oli di Tempa rossa, per il quale è partita da tempo una vertenza con tanto di presidi e scioperi davanti ai cancelli della Total da parte degli ex dipendenti. Tre giorni prima del forfait del ministro una delegazione erano stati ricevuti in Prefettura a Potenza. Proprio dove era atteso il ministro che sarà a Potenza, ma per la campagna elettorale.
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Addio a Pizzul, voce storica delle telecronache della Nazionale. Da “tutto molto bello” a Italia 90, ha rivoluzionato il racconto in tv del calcio
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Milano e le inchieste sull’urbanistica: il primo arresto. Ai domiciliari ex dirigente: ‘Corruzione e depistaggio’. Domani in Senato l’esame della legge voluta da Sala
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Trump: “Apprezzo il messaggio di Zelensky in favore della pace, segnali anche dalla Russia”. E insiste: “Prenderemo pure la Groenlandia”
Tokyo, 5 mar. (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sta incontrando il Primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, nel palazzo Kantei, per quello che è l'appuntamento con la valenza più politica della Visita ufficiale che il Capo dello Stato sta effettuando nel Paese del Sol levante e che si protrarrà fino a sabato prossimo.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Addio a Bruno Pizzul. La sua voce inconfondibile ci ha accompagnato per decenni nelle notti del calcio. Da quelle ‘magiche’ della nazionale azzurra ai mondiali del ’90, a quella ‘tragica’ dell’Heysel. Professionale, coinvolgente, pacato. Ci lascia un gigante del giornalismo sportivo e della Rai. Condoglianze alla famiglia”. Così la senatrice di Italia viva Daniela Sbrollini, responsabile sport del partito.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - La politica trumpiana sui dazi "non ci ha indotto a modificare la nostra strategia. Allo stato attuale, stante la geografia dei dazi, l’impatto sul nostro business è zero’. Così Alessandro Bernini, Ceo di Maire, rispondendo alle domande dei giornalisti in occasione del Capital Market Day 2025, con il quale il Gruppo ha presentato i risultati del 2024 e gli obiettivi per il prossimo futuro alla business community nazionale ed internazionale riunita nell’head quarter milanese dell’azienda.
“Per quello che ci serve in Italia e in Europa - aggiunge - abbiamo una supply chain domestica, con la nostra vendor list italiana che valorizza l’economia del nostro Paese, per quanto ci è possibile”.
Roma, 5 mar. (Adnkronos) - “Si è spenta per sempre la voce di Bruno Pizzul che ha accompagnato per tanti anni le nostre domeniche di calcio. Con il suo stile inconfondibile di vero professionista del servizio pubblico. Prima Niccolò Carosio poi Nando Martellini e infine Bruno Pizzul. Icone del giornalismo sportivo della Rai e non solo". Lo afferma l'europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo, responsabile Informazione del partito.
"Bruno Pizzul -aggiunge- è stato un tifoso della Nazionale, sì, ma mai partigiano. Raccontava il calcio con misura, con un codice di sobrietà e senza cercare di essere protagonista. Niente eccessi, nessuna sciatteria linguistica, solo competenza e passione. Un esempio di giornalismo sportivo che oggi sembra lontano. Che la terra gli sia lieve”.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Assimpredil-Ance Milano e la società immobiliare Abitare In risultano indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti nell'inchiesta milanese sull'urbanistica che ha portato ai domiciliari l'architetto Giovanni Oggioni, in qualità di vice presidente della commissione per il Paesaggio di Palazzo Marino.
In particolare, secondo quanto emerge nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini, alla società immobiliare viene contestato di "non aver rilevato l'evidente conflitto di interessi tra Oggioni dirigente del Sue di Milano e poi vice presidente delle commissione per il Paesaggio e la figlia (non indagata, ndr) remunerata (circa 124mila euro) quale stabile collaboratrice dell'impresa" dal 2020 a oggi.
Per Assimpredil-Ance Milano, invece, la contestazione riguarda il "non aver rilevato - si legge nel provvedimento - l'evidente conflitto di interessi di Oggioni incaricato di un contratto di consulenza pluriennale del valore di 178.000 euro" (quasi 179mila secondo la cifra indicata nel sequestro preventivo), dal novembre 2021 e ancora in essere. La procura di Milano ha chiesto il sequestro preventivo di circa 300 mila euro come profitto del reato contestato all'architetto arrestato.
Milano, 5 mar. (Adnkronos) - Giovanni Oggioni, l'architetto ed ex dirigente del Comune di Milano finito ai domiciliari per corruzione, falso e depistaggio in un'inchiesta sull'urbanistica, ha usato il suo ruolo di vice presidente della Commissione per il paesaggio di Palazzo Marino, come "cerniera occulta tra l'amministrazione e gli interessi dei privati". Lo sostiene il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini che ha respinto la richiesta del carcere avanzata dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici. Ne è prova, ad esempio, "l'aver brigato per pilotare le candidature e le nomine dei componenti della commissione per il paesaggio da rinnovare".
Le indagini "hanno disvelato l'esistenza di un consolidato sistema di corruttela commistione tra interessi pubblici e privati, incentrato - tra gli altri - sulla figura di Giovanni Oggioni e la Commissione Paesaggio. In pratica, grazie alla presenza di Oggioni all'interno dell'organismo (interamente composto da professionisti operanti sul territorio di Milano), importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse" scrive il giudice nell'ordinanza di custodia cautelare. "Tutto ciò era accompagnato da un disinvolto rilascio di titoli edilizi illegittimi, preceduto da mistificazioni e omissioni disseminate in maniera strumentale, nonché da un sistematico aggiramento delle norme morfologiche di settore e delle procedure previste dalla legge per garantire il vaglio da parte della Giunta regionale" si legge nel provvedimento.
Il canale del convenzionamento privato, la manipolazione terminologica, l'istituzione della Commissione Paesaggio e il conferimento a quest'ultima di poteri discrezionali- non previsti dalla normativa primaria e secondaria - hanno stravolto i termini della pianificazione urbanistica meneghina, concentrandola in capo a un ristretto gruppo di potere, assai permeabile alle pressioni delle lobbies costruttrici". Per quanto riguarda Oggioni "il sistema corruttivo è rodato, remunerativo, e da difendere a oltranza". L'architetto "ha premuto affinché, in occasione del rinnovo della Commissione Paesaggio (insediata il 7 gennaio 2025), venisse data continuità alla linea seguita dalla composizione precedente, ottenendo, nei fatti, che diversi membri (4 su 15, quasi un terzo) venissero riconfermati. Oltre a ciò, si è visto come Oggioni avesse orientato tutte le nomine, attingendo a un bacino di soggetti graditi e in modo tale da estromettere, o comunque arginare, candidature scomode".
Firenze, 4 feb. - Adnkronos) - "Speriamo di mettere l'Italia al primo posto per la ricerca farmaceutica e non solo per la produzione". Lo ha detto Elcin Barker Ergun, Ceo di Menarini, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati 2024 del Gruppo Menarini a Firenze. "Nel 2025 - ha aggiunto Barker Ergun - non ci saranno grandi cambiamenti nel Gruppo Menarini ma ci aspettiamo che continui la crescita in volume e in valore. Stiamo infatti allargando le approvazioni dei farmaci in molti Paesi".
"Le aziende che non useranno l'intelligenza artificiale non saranno competitive nel futuro. Grazie all'intelligenza artificiale - ha aggiunto - possiamo aumentare l'efficienza operativa e così accelerare tutti i processi, dalla ricerca ai trial per arrivare all'approvazione di un farmaco in tempi più rapidi".