Sul lago ghiacciato di Sankt Moritz allestito un luna park con ruota panoramica alta 25 metri, giostre e giostrai. II ricavato di “Mariti” invece va a una scuola di Varanasi, India, un progetto per salvare potenziali spose-bambine dal matrimonio, da un marito non solo inutile, ma dannoso. Non è certo il caso di Akash
Quello di Akash è stato un addio al celibato indimenticabile. Il figlio di Mukesh Ambani, leader nel settore petrolifero e considerato l’uomo più ricco dell’India e il 18esimo al mondo, ha festeggiato il pre-wedding in stile bollywood/glam/cafonal sfavillante. Noleggiati due Airbus mentre un servizio di elicotteri/navette sbarcavano gli ospiti provenienti da ogni dove sulla pista dell’aeroporto privato di Samedan in Engadina. Letteralmente blindato il cinquestelle il Badrutt Palace di Sankt Moritz (che appartiene al lussuosissimo brand power dei Leading Hotel of the world) dove si è svolto uno sfarzoso ricevimento d’accoglienza, party numero uno. Mentre sul lago ghiacciato è stato allestito un luna park con ruota panoramica alta 25 metri, giostre e giostrai in maschera, banchetti e gazebo per la pesca del cigno e il tiro a segno. Venditori ambulanti in uniformi luccicanti offrivano street food ovviamente pluristellato. I promessi sposi sono arrivati su una carrozza, stile Walt Disney, trainata da cavalli bianchi. Lei avvolta in uno zibellino argentato. Tenendosi per mano hanno posato davanti a due sagome di cartone vestite con pomposi abiti coloniali. Sembravano sorridere al sic transit gloria mundi.
Di certo Shloka non mi leggerà. E non leggerà neanche “Mariti”, una raccolta di racconti pubblicata da Piemme per beneficenza: 27 storie dove ci sono Agatha Cristie, Cleopatra e Frida Khalo, ma anche vite normali, mogli seriali, e naturalmente mariti. II ricavato va a una scuola di Varanasi, India, un progetto per salvare potenziali spose-bambine dal matrimonio, da un marito non solo inutile, ma dannoso. Studiando saranno indipendenti e perciò libere. Con la cifra che lo sposo di Shloka ha speso in due giorni poteva costruire cento, mille scuole per scolarizzare l ’India povera e analfabeta. All’opposto delle spose bambine, nel nostro sofisticato occidente, per Yann Moix, scrittore e filosofo cresciuto con Bernard Henri Levy, le cinquantenni sono “troppo vecchie”. Dice: “Preferisco i corpi più giovani. Il corpo di una venticinquenne è straordinario. Il corpo di una donna di 50 non lo è per niente. (E quello di un uomo? parliamone…). Perciò è d’attualità fra i tanti, il racconto di Roselina Salemi, passata dai “Mariti Intutili” (Cairo) ai Mariti, quasi normali. La storia si intitola, appunto provocatoriamente “Quarantanove”, a un passo dal compleanno cruciale, dall’invisibilità, nel confronto spietato con il tempo che passa. Colte donne europee e bambine di Varanasi hanno in comune lo sguardo di un uomo che giudica e decide. Le vedo, non le vedo, le sposo, non le sposo. Ma noi sappiamo difenderci da sole, e in più salviamo le piccole indiane.
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